La GMG terreno fertile per le vocazioni. Ne è convinto don Francesco Verzini, uno dei sacerdoti perugini e vice rettore del Pontificio Seminario Regionale “Pio XI”, che, dal 24 luglio all’8 agosto, accompagnano i giovani dell’Umbria alla GMG di Lisbona. «Sono partito per la mia quinta GMG con nel cuore l’intenzione di affidare al Signore, quotidianamente, la preghiera per le vocazioni al ministero ordinato, perché credo che la GMG possa essere un terreno fertile per far comprendere ai giovani che si può puntare in alto, che si può avere il coraggio di rispondere e che l’orizzonte di vita di alcuni di loro può essere questo ministero, perché vale la pena servire Dio nei fratelli».
Don Francesco Verzini, classe 1986, ha partecipato all’età di 14 anni alla sua prima GMG, quella di Roma del Grande Giubileo del 2000, dopo aver ospitato a casa un gruppo di giovani pellegrini francesi. Cinque anni più tardi andò a quella di Colonia (2005), con il gruppo giovani della parrocchia di Villa Pitignano, e poi a seguire alla GMG di Madrid (2011), da diacono transeunte, con i giovani della parrocchia perugina di Monteluce, e a Cracovia (2016), da parroco, accompagnando, come a questa di Lisbona, i giovani dell’Oratorio “Caterina Bonucci” dell’Unità pastorale 20 di Bosco, Colombella, Fratticiola, Piccione, Ramazzano…
Le GMG permettono di fare esperienza di Cristo. «Talvolta i giovani hanno difficoltà ad incontrare, interagire con la comunità cristiana, con il Vangelo che essa trasmette – prosegue nel racconto esperienziale don Verzini -, perché la comunità sa di stantio e le GMG ci permettono di riscoprire, soprattutto nelle giovani generazioni che sono coinvolte, la freschezza del Vangelo, la freschezza della Chiesa, di qualcosa che non tramonta, ma che è sempre nuova e sa indicare dove poter puntare, dove poter giocare la vita. Credo che questo sia terreno fertile per far germogliare quei semi di vocazione che il Signore ha posto nel cuore di molti giovani e credo che la GMG può essere terreno fertile per vocazioni non solo alla vita matrimoniale, ma anche al ministero ordinato e alla vita consacrata. Questo perché si scopre la bellezza della condivisione della fede, la bellezza del vedere che tutti quanti siamo qui per un motivo, non solo per conoscere altri giovani ed incontrare il Papa, ma per fare esperienza di Cristo. Per questo motivo si può donare la vita e la GMG, davvero, può essere quell’occasione, quell’evento che non è fine a se stesso, ma che può risvegliare nei giovani questa volontà e questo coraggio nel seguire il Vangelo e di seguirlo facendo della propria vita un dono per i fratelli».