Bevagna, festa del patrono S. Vincenzo. Messa dell’Arcivescovo. Benedetta la nuova croce pettorale della statua del Santo.

La comunità di Bevagna, martedì 6 giugno 2023, ha reso omaggio al suo patrono S. Vincenzo, vissuto tra il III e il IV secolo, martire durante il periodo delle persecuzioni romane contro il diffondersi del cristianesimo. Secondo la tradizione, fu il primo Vescovo di Bevagna.

La principale e solenne celebrazione eucaristica è stata presieduta dall’arcivescovo Renato Boccardo e concelebrata dal parroco don Claudio Vergini. La Messa è stata animata nel canto dalla corale parrocchiale. Tanti i fedeli presenti: c’erano i ragazzi della catechesi e dell’oratorio, gli scout, i membri delle due Confraternite di Bevagna con i loro tradizionali abiti, i membri di varie associazioni di volontariato del territorio, il sindaco Anna Rita Falsacappa, il Podestà e i Consoli delle Gaite, altre autorità civili e militari. Una bella e partecipata liturgia, caratterizzata anche dalla benedizione da parte di mons. Boccardo della nuova croce pettorale fatta realizzare dal parroco don Claudio per la statua di S. Vincenzo.

Nell’omelia l’Arcivescovo ha sottolineato come l’esistenza di Vincenzo sia stata feconda per la gente del suo tempo perché fondata sulla testimonianza di Cristo e sulla gratuità. E per questo è stato ucciso. «E noi abitanti di Bevagna di oggi – ha detto mons. Boccardo – siamo il frutto della sua generosità. La sua vita è stata significativa e ha lasciato un messaggio al quale ancora ci ispiriamo: una vita donata, infatti, è una vita feconda. Anche noi oggi siamo chiamati a donare la vita. Non necessariamente con il martirio, anche se tanti cristiani, in varie zone del mondo, ancora sono uccisi a causa della fede. Come dobbiamo allora donare la vita? Essendo fedeli al Battesimo ricevuto, accoglienti verso il prossimo, capaci di perdonare, ricercando quello che ci unisce. Tutto ciò partendo dall’interno delle nostre case. È da qui, e non chissà dove e in quale occasione straordinaria, che dobbiamo iniziare ad estirpare l’erba cattiva e far crescere quella buona: questa è una vita donata».