Il 5 novembre 2023 in Umbria si svolgerà un evento speciale che unirà sport e fede, insieme per aiutare: la prima maratona di San Francesco. Quarantadue chilometri e 195 metri che abbracceranno Assisi, Spello, Cannara e i luoghi legati al Poverello della Città Serafica. Il 2023, non a caso, rappresenta un appuntamento importante: coincide con il primo dei cinque centenari che, dal 2023 al 2026, scandiranno il cammino della famiglia francescana in tutto il mondo.
La San Francesco Marathon 2023, dopo la prova generale con la gara sulla distanza dei 10.2K dello scorso anno da Assisi a Santa Maria degli Angeli, è stata presentata ufficialmente martedì 4 aprile, presso la sala del Dottorato di Palazzo Murena a Perugia, alla presenza degli organizzatori, delle Istituzioni religiose, di quelle civili, sportive e dei numerosi partner dell’evento. A moderare l’incontro i giornalisti Marina Rosati e Andrea Luccioli.
“I Bless You Life”, questo il pensiero ispiratore dietro un progetto che nasce nel 2017 e vuole unire ai tre momenti sportivi intorno ai quali stanno lavorando gli organizzatori (Maratona, 10.2K e la camminata ‘Vieni con me’) la parola e gli insegnamenti di San Francesco, a cominciare dalla cura del Creato.
“Tutto è iniziato qualche anno fa in Terra Santa quando con don Federico abbiamo corso la Maratona di Gerusalemme con indosso una maglietta che recitava la frase ‘I Bless You Life’ – ha spiegato il vice presidente del Comitato promotore ‘Francesco, Va’, Tiziano Severi Pierini -. La reazione delle persone a quella scritta è stata incredibile: ci siamo accorti di come quel messaggio potesse far cadere muri e barriere. Da qui l’idea della maratona di San Francesco che abbiamo proposto al vescovo Domenico Sorrentino e lui, ben felice, ci diede pure il nome del comitato organizzatore”.
“La maratona è una metafora della vita, è fatta di sacrificio, dolore ma anche di tanta gioia. Anche per questo lo sport ci aiuta a decifrare il senso delle cose che viviamo – ha sottolineato il presidente del comitato ‘Francesco, Va’, don Federico Claure -. A tutto questo, pensando alla San Francesco Marathon, abbiamo voluto aggiungere il desiderio di condividere la bellezza del Creato, di Assisi. Una terra bellissima capace di dare tanto al cuore delle persone e con questo evento noi vorremmo che tutti quelli che arriveranno ad Assisi possano poi riportare a casa un po’ di questa bellezza e di questa gioia”.
“Questa maratona ha un valore aggiunto, San Francesco. E questo è ancora più importante al giorno d’oggi. Viviamo tempi in cui la cultura è sbriciolata, la società è sbriciolata, non c’è unità né armonia. Così, in questo tempo di grande frammentazione, il tema ‘Francesco va e ripara la mia casa’, che il Santo ricevette durante la preghiera davanti al Crocifisso di San Damiano, è di grande attualità – ha sottolineato il vescovo delle Diocesi di Assisi, Nocera Umbra, Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino -. La maratona è un evento che consente l’incontro, un incoraggiamento a cercare quell’unità di cui tutti abbiamo bisogno. Ad Assisi abbiamo recuperato l’ingresso del vecchio Vescovado che ora è una porta aperta, l’abbiamo chiamata Porta di Francesco perché da lì San Francesco entrò ricchissimo e ne uscì povero ma soprattutto libero e pronto a riscoprire quell’umanità in cui tutti i figli di Dio sono uniti e vicini”. Il rettore dell’Università degli Studi di Perugia, Maurizio Oliviero, dopo aver sottolineato come “in questo luogo, l’Università, non dobbiamo solo custodire il sapere, ma costruire il modo in cui vivere il presente. Le Università sono luoghi importanti dove si rimuovono le disuguaglianze. Il percorso universitario dei ragazzi è come una maratona e se è vero che correre è bello, dobbiamo ricordarci che tra gli sport è solo la maratona che ti dà tempo di guardarti intorno, capire chi hai vicino, pensare al percorso, imparare ad affrontare la fatica. L’Università come la maratona richiede impegno e un giusto spirito di solidarietà, perché ci sono tante persone che provano a fare la strada insieme. Viviamo tempi complessi e la complessità del mondo si affronta con l’impegno, come una maratona. Appuntamenti come questo sono l’occasione per ricordare a tutti che solo con l’impegno si raggiungono i traguardi e per questo dobbiamo dare la forza ai ragazzi per affrontare le loro sfide e maratone quotidiane. Concludo dicendo che sì, anche io sarò alla partenza, ma non mi giudicate per il risultato sportivo!”.
La madrina della maratona del 5 novembre sarà la cantante, presentatrice e grande sportiva Annalisa Minetti che, durante la conferenza stampa, ha sottolineato come “questo progetto mi ha fatto capire ancora di più quanto questo territorio sia magico. Ti benedico vita: io lo faccio tutti i giorni e voglio ricordare a tutti l’importanza dello sport come mezzo riabilitativo. Non avere la vista mi ha dato la possibilità di andare oltre e interpretare la vita in un modo più giusto: se non posso vedere la luce, ho capito di poter diventare io luce. La vita è fatta di volontà e di impegno e in questo lo sport ha un grande potere educativo. Anche per questo ci sarò!”.