In preparazione al Natale si rinnova la tradizione della celebrazione in fabbrica, nella quale la città, rappresentata dalle Istituzioni, si ritrova attorno alla grande famiglia delle Acciaierie, ai lavoratori, impiegati, dirigenza, proprietà per uno scambio di auguri in una delle feste più importanti e sentite dell’anno. Una messa non solo per sperimentare la gioia natalizia, ma anche per trovare ragioni di speranza per il futuro della comunità cittadina e aziendale.
La celebrazione è stata presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu all’interno dello stabilimento Arvedi Acciai Speciali Terni, alla presenza del presidente cav. Giovanni Arvedi, dell’amministratore delegato Mario Caldonazzo, della dirigenza aziendale, della presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, del sindaco Leonardo Latini, della presidente della Provincia di Terni Laura Pernazza, del questore di Terni Bruno Failla, delle altre autorità civili e militari della città, dei rappresentanti dei sindacati, concelebrata dal vicario generale della diocesi mons. Salvatore Ferdinandi e dal cappellano della fabbrica don Marcello Giorgi. La celebrazione è stata animata dalla Corale del Cuore e dalla splendida voce della soprano Desiree Giove, che al termine della messa ha dato una bella interpretazione dell’Ave Maria.
«Prepararsi al Natale, al grande dono che Dio fa di sé stesso – ha detto il vescovo Soddu nell’omelia – significa anche esercitare le buone prassi date da Dio per il bene comune: osservare il diritto e praticare la giustizia. Riconoscendo, rispettando ed esercitando i diritti e la giustizia, allo stesso tempo avviene la realizzazione della persona e si vive la felicità, ciò che la Bibbia definisce col termine “beatitudine”. La nostra preghiera la condivisione del medesimo destino, l’incontro con il Signore in preparazione al Natale, la nostra presenza qui, sta ad indicare la volontà comune di vivere secondo giustizia, nell’accoglienza reciproca e del Signore che viene. E a questa felicità e realizzazione della vita, sono chiamate tutte le genti, tutte le Nazioni. Il dono del Figlio di Dio infatti non è proprietà esclusiva di qualcuno, ma è per tutti. Spesso anche la nostra fede si riduce a fuoco d’artificio fugace, bello, strepitoso, ma senza consistenza. Senza che tutta la vita ne venga irrorata, coinvolta e quindi plasmata. Pensiamo a quante occasioni della vita, pur vissute con intensità, poi non lasciano alcun segno. Ebbene, anche di fronte a questi nostri atteggiamenti, Gesù non ci nega la sua presenza che in questo periodo si concretizza nel dono della gioia del Natale. Dobbiamo però stare attenti a non ridurre, banalizzandolo, questo tempo. Il Natale non è una favola o una fiaba. Non è un colpo di bacchetta magica, ma l’evento salvifico dell’incarnazione del Figlio di Dio che coinvolge tutta la nostra vita.
Per ogni persona, nella fattispecie per voi che lavorate in questo luogo, tutto questo si traduce nel saper accogliere il messaggio evangelico; non delle parole o dei bei pensieri ma il Vangelo, ossia la persona stessa di Gesù, tutta la sua vita e farla calare nella nostra; nelle nostre membra, per rendere evidente la speranza in un futuro migliore, per noi, le nostre famiglie, la nostra società».
OMELIA DEL VESCOVO
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