«Una bella e numerosa comunità ha celebrato l’Eucaristia nella chiesa di Monterone, oggi, solennità di Cristo Re, insieme a me, a don Giordano e al diacono Sergio. È stato un momento che ha rasserenato tutti, dopo quanto è successo in questa chiesa alcuni giorni fa». Lo ha detto l’arcivescovo mons. Ivan Maffeis a margine della celebrazione domenicale del mattino, nella chiesa adiacente al Cimitero monumentale di Perugia, il 20 novembre, a pochi giorni dallo spiacevole episodio della rimozione dalla parete centrale interna dell’antico crocifisso e di altri oggetti sacri. Il tutto sembra sia avvenuto di notte, all’inizio di questa settimana, il cui autore di questo spiacevole gesto, ha proseguito mons. Maffeis, «è stato identificato in un giovane affetto da disagio psichico, un giovane che ha spiegato come il suo intento fosse quello di “liberare” il crocifisso dalla sofferenza della sua stessa croce».
«Insieme alla gratitudine per quanti si sono prestati per il ripristino degli oggetti sacri e la sistemazione della chiesa in modo da renderla nuovamente fruibile, la celebrazione è stata un’occasione – ha evidenziato il vescovo – anche per pregare per tutti i malati, specialmente per quanti più soffrono sul piano psichico e che spesso restano ai margini, perché la loro malattia trova ancora difficoltà ad essere accettata e accompagnata. Un pensiero di stima va in particolare al Questore e agli agenti di Polizia proprio per l’attenzione e la delicatezza avute nei confronti della persona che si è resa, suo malgrado, protagonista di questa spiacevole vicenda».
Inizialmente si era pensato ad un gesto di profanazione della chiesa di Monterone, gesto che era già avvenuto nella primavera del 2014, quando fu trafugato il Santissimo Sacramento dal tabernacolo. Il crocifisso oltre ad essere stato rimosso dalla parete è stato anche tolto dalla croce di legno e questo lo ha danneggiato in più parti e, pertanto, necessita di un accurato restauro prima di essere ricollocato al suo posto.
Mons. Maffeis, nel commentare il passo del Vangelo della domenica di Cristo Re, incentrato sulla Crocifissione, si è chiesto: «Di chi possiamo fidarci e c’è qualcuno che ha a cuore la nostra vita e la salva davvero? Questa domenica, che conclude l’anno liturgico e ci accompagna alla prima d’Avvento, tempo che ci preparerà al Natale, porta con sé l’annuncio che la storia di ciascuno di noi, delle nostre famiglie e della storia è nelle mani del Signore. Noi, dicendo che Cristo è Re, diciamo che la sua regalità arriva davvero a custodire, ad accompagnare e a salvare la vita di ciascuno. È un annuncio di speranza quello che celebriamo oggi. Per mezzo della Chiesa, quella Chiesa che siamo noi, quella Chiesa che vive di tanti gesti di servizio, di accoglienza, di preghiera, il Signore continua a donare al mondo il suo perdono e la pace… Il ladrone, che noi chiamiamo il “buono”, arriva a questa preghiera così bella, che possiamo far nostra: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”».
«Siamo vicini al cimitero dove riposano i nostri cari – ha commentato mons. Maffeis avviandosi alla conclusione dell’omelia – e chi ha accompagnato una persona nel momento della morte sa come uno dei desideri più profondi che c’è nel cuore di ciascuno, è quello di non essere dimenticato. È una speranza a cui la fede offre una traccia di risposta: “Oggi sarai con me in paradiso”».