La Chiesa di Perugia-Città della Pieve aderisce alla “Preghiera per la pace” nelle Diocesi italiane, un evento promosso da Charis, l’organismo delle realtà carismatiche cattoliche del mondo

Si terrà mercoledì sera 5 ottobre, dalle ore 19 alle 21, in diverse Diocesi italiane, tra cui Perugia-Città della Pieve, la “Preghiera per la pace”, un evento promosso da Charis, un’entità istituita dalla Santa Sede, attraverso il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, per riunire tutte le realtà carismatiche cattoliche nel mondo. Charis, un acronimo che sta per Catholic Charismatic Renewal International Service (Servizio internazionale per il rinnovamento carismatico cattolico), ha la missione di essere al servizio dei poveri, dei più bisognosi di ogni bisogno, fisico e spirituale.

L’evento della “Preghiera per la pace”, che avrà come riferimento centrale Roma, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, ha ricevuto la benedizione di papa Francesco e del presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, che presiederà la veglia in questa basilica romana.

Nel capoluogo umbro la preghiera si terrà nella cattedrale di San Lorenzo con la celebrazione presieduta dall’arcivescovo mons. Ivan Maffeis a cui seguirà l’adorazione eucaristica. In Umbria altre due Diocesi hanno aderito: Città di Castello, presso la chiesa Madonna del Latte, con il vescovo mons. Luciano Paolucci Bedini; Terni, presso la chiesa Madonna del Rivo, con il vescovo mons. Francesco Soddu.

«In questo tempo così dominato da eventi di guerra – spiegano i promotori – il Papa ci esorta da tempo ad innalzare insieme un’unica preghiera per la pace e l’invito a partecipare alla veglia è esteso ai fedeli delle parrocchie, dei movimenti e a tutti i cittadini per implorare da Dio che cessino le armi in Ucraina e in quelle tante zone di conflitto dove da anni si combatte la “Terza Guerra mondiale a pezzi”». Questa guerra, concludono, «è subdola e logorante e sta mettendo in ginocchio intere popolazioni costrette alla fuga, affamate, piagate da un tributo di sangue di fronte al quale non si può voltare lo sguardo, oltre a devastare il Creato».