Terni – Riflessioni e indicazioni del vescovo Giuseppe Piemontese per affrontare con spirito adeguato il momento di crisi

Caro fratelli sacerdoti, diaconi, religiosi/ e fedeli tutti, In questi giorni siamo incollati alla televisione per ascoltare i vari comunicati di ministri, politici, funzionari, scienziati sull’andamento del Coronavirus, con i corrispondenti bollettini di contagi, decessi, guariti, quarantene. Ma in fondo siamo animati dalla segreta ansia di ascoltare parole di speranza sulla sconfitta di questo nemico subdolo e persistente. Di fronte ad un nemico comune e letale, che non fa distinzioni di persone, anzi colpisce i più deboli e si accanisce su di loro, vogliamo riscoprire il sentimento di appartenenza ad un’unica categoria: il genere umano, uomini e donne, accomunati da fragilità costituzionale, che per vivere devono seguire la strada obbligata della solidarietà globalizzata, anzi devono volersi bene nella consapevolezza di essere, in Gesù, tutti figli dell’unico Padre Celeste. Alcuni uomini di Dio ci hanno proposto riflessioni e suggerimenti per affrontare con spirito adeguato questo momento di crisi. Un tempo di evidenza della precarietà della condizione umana e di caduta degli idoli del progresso senza condizione, del divertimento senza regole, della folla senza relazione, della vita senza la prospettiva della fine. -Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!”. (2Cor 6, 1) ha annunciato la Chiesa all’inizio della quaresima. E la contingenza che viviamo può aiutarci a cogliere con più facilità che anche questo tempo è tempo di Dio.
“Mettendoci in ascolto della Parola di Dio di ogni giorno, vogliamo leggere questi tempi con i Suoi occhi, aiutando le nostre comunità a tornare a Lui, a riscoprire ciò che è essenziale, a ritrovare il gusto della preghiera. Sono questi i giorni in cui infondere speranza, in cui trasmettere fiducia, in cui metterci in ginocchio per intercedere per il mondo”. (Card. A. De Donatis)
In questo giorni le Autorità ci hanno chiesto di sospendere le funzioni religiose, compresa la celebrazione dell’Eucarestia nei giorni feriali e festivi, e la celebrazione degli altri sacramenti con concorso di popolo fino al 3 di aprile. Una forma di digiuno quaresimale molto più esigente del digiuno corporale, che ognuno vorrà colmare con la preghiera personale, la parola e soprattutto l’esercizio della carità. “Anzitutto vi faccio notare che il provvedimento governativo non esige la chiusura delle chiese. Al contrario, sembra in qualche modo indicare nella preghiera privata una strada per continuare a nutrire la vita spirituale. Invitiamo pertanto la gente a coltivare l’atteggiamento di adorazione di fronte a quella Eucaristia che non possiamo più celebrare insieme. Noi, peraltro, come sacerdoti è bene che continuiamo a celebrare la Santa Messa nella forma prevista dal Messale Romano come “Messa senza popolo”. Assicuriamo la nostra gente che attraverso questa celebrazione “senza popolo” la Chiesa e noi con essa continuiamo il rendimento di grazie al Padre nel memoriale della morte e risurrezione di Cristo, come offerta per il popolo, con particolare intenzione in riferimento alla dolorosa situazione dei nostri giorni”. “La mancata partecipazione alla Santa Messa è un grande sacrificio per noi cristiani, che “Sine dominico non possumus”, cioè: “Non possiamo vivere senza celebrare il giorno del Signore / Pasqua domenicale “, come dissero i martiri di Abitene. Ma la celebrazione dell’Eucaristia ha una dimensione rituale che però ha un complemento essenziale negli effetti che essa genera nella vita: l’Eucaristia è celebrata in verità se genera la carità. Nella presente circostanza noi non rinunciamo al significato ultimo dell’Eucaristia, che è il dono di sé fatto dal Signore, ma, ottemperando alle norme dello Stato, siamo invitati a manifestarlo nel gesto di carità fraterna che è evitare che attraverso il riunirsi di un’assemblea si vadano a costituire situazioni di vita sociale che possono favorire il diffondersi del virus” (Card. Betori).
Cari fratelli e sorelle, non scoraggiamoci, usiamo la fantasia per crescere nell’amore del Signore: Possiamo andare singolarmente in chiesa a pregare e ad adorare Gesù Sacramentato, possiamo seguire la Messa e il rosario tramite la televisione (per es. Sat 2000, Lourdes, Tele Padre Pio e altre), possiamo dialogare con i sacerdoti e tra di noi in teleconferenza, tramite cellulare, tramite mail, ecc., possiamo compiere gesti di carità con prudenza e osservando le norme del caso.
In comunione, affido a Maria Santissima, Madre di Misericordia, tutti voi, i malati e tutti coloro che si adoperano per la salute del prossimo e il benessere di tutti i cittadini.

+ p. Giuseppe Piemontese OFM Conv
vescovo