Spoleto – Don Bruno Molinari e don Pier Luigi Morlino hanno preso possesso delle parrocchie del centro: Duomo, S. Gregorio e Santi Pietro e Paolo.

Sabato 3 ottobre 2020 nel Duomo di Spoleto l’arcivescovo Renato Boccardo ha celebrato la Messa per presentare alle tre comunità del centro storico di Spoleto e della zona appena fuori le mura urbiche – S. Gregorio Maggiore, Santa Maria nella Cattedrale con sede in S. Filippo e Santi Pietro e Paolo – i nuovi sacerdoti: don Bruno Molinari (parroco) e don Pier Luigi Morlino (Vicario parrocchiale). Il primo, negli ultimi dieci anni è stato parroco di Gualdo Cattaneo e di Pomonte di Gualdo Cattaneo; il secondo invece è alla prima esperienza pastorale, essendo stato ordinato presbitero lo scorso anno e avendo concluso da poco gli studi a Roma. Succedono a don Luigi Piccioli, don Edoardo Rossi e don Luis Vielman. La liturgia è stata animata nel canto dalla coro della Pievania di Santa Maria. Diversi i fedeli che hanno voluto pregare insieme ai loro nuovo pastori.

Nell’omelia mons. Boccardo ha ricordato e ringraziato don Luigi, don Edoardo e don Luis: «Li salutiamo con affetto. Hanno servito queste comunità e solo nel segreto del loro cuore è scritta l’avventura di questo tempo. Chissà quanta generosità, quanto impegno, quanto sacrificio e anche sicuramente quanta pena e amarezza hanno solcato questi anni. Ma tutto è annodato puntualmente nelle libro di Dio. E lui, che non si fa vincere in generosità, saprà fargli gustare la gratitudine di quanti sono stati destinatori del loro servizio».

Poi, l’Arcivescovo ha presentato i nuovi parroci, don Bruno e don Pier Luigi: «I preti – ha detto – sono i servi del Signore inviati per ripetere i suoi gesti, che edificano la comunità. I sacerdoti vengono non per fare da padroni, ma per essere i collaboratori della gioia. Vi affido, quindi, don Bruno e don Pier Luigi: custoditeli, accoglieteli, accompagnateli, vogliate loro bene, sappiate apprezzare le loro ricchezze e i loro doni, sappiate compatire le loro fragilità e le loro mancanze. Queste tre parrocchie – ha detto mons. Boccardo – hanno una lunga storia di fede, di testimonianza e di servizio. Ora c’è un nuovo progetto che si apre davanti: queste comunità sono chiamate, infatti, ad integrarsi sempre di più e a camminare insieme con fantasia e generosità, per riproporre la bellezza e la freschezza del Vangelo nella sua essenzialità, al di là e al di fuori di tutto ciò che può essere utile ma che non è necessario». «Ci vuole però anche vigilanza», ha chiarito il Presule. Perché è «possibile che si realizzano anche nelle parrocchie e nei preti (quelli che vanno e quelli che vengono) quei verbi negativi che abbiamo ascoltato nel Vangelo: prendere, bastonare, cacciare fuori, lapidare, uccidere. E come si declinano nelle comunità cristiane? Con chiacchere superficiali e cattive, con lettere anonime che sono la bassa manifestazione di mediocrità e di vigliaccheria, con faide tra gruppi che vogliono avere la supremazia su altri all’interno della comunità parrocchiale o nei confronti di altre parrocchie, coi desideri di protagonismo, con le invidie e le gelosie. Tutti atteggiamenti – ha proseguito il Vescovo – che immettono dei veleni mortiferi nella vita quotidiana delle comunità. E allora noi dobbiamo essere attenti a non preparare la morte della nostra Chiesa e delle nostre comunità: se decliniamo questi verbi diventiamo sterili. E invece siamo tutti chiamati a fare nelle nostre comunità la casa e la scuola della comunione, della reciproca accoglienza e della costante riconciliazione, a farle diventare un luogo di relazioni autentiche e serene. Non rischiamo di tradire quella che è la missione di ciascuno: testimoniare quanto è bello essere discepoli di Cristo, quanto può dare senso alla vita l’aiutarsi reciprocamente superando le divisioni e coltivando l’unità».

Al termine della Messa don Bruno, anche a nome di don Pier Luigi, ha detto: «Iniziamo da questa sera un cammino che ci vede tutti responsabili e coinvolti, sacerdoti e popolo di Dio insieme, per crescere nel nostro viaggio di fede. Come i naviganti, anche noi siamo chiamati a coordinarci nello sforzo dell’itinerario, con gli occhi rivolti verso il faro e con le braccia sui remi pronte alla fatica. Ciascuno sarà responsabile dell’altro se riuscirà ad allinearsi senza strattonare la nave a destra o a sinistra, ma remando tutti insieme nella stessa direzione. La nostra è una flotta composta da tre grandi navi, tre grandi parrocchie che condividono lo stesso viaggio e che necessitano l’una delle altre per approdare alla felicità e alla salvezza. Ci saranno giorni di tempesta e di sole, ma insieme riusciremo sempre a vedere la luce che illumina la rotta comune. Vi assicuriamo tutto l’affetto e il nostro impegno. Grazie a lei Eccellenza per la paternità che ci dimostra nell’esercizio del ministero e ai confratelli che finora hanno tracciato la rotta di queste comunità».