Consacrata dall’arcivescovo Renato Boccardo la nuova chiesa di S. Giovanni Paolo II a S. Nicolò di Spoleto. Il cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia, ha inviato una nuova reliquia del Papa polacco. Mons. Boccardo ha donato alla parrocchia la mitria che S. Giovanni Paolo II aveva indossato il 10 dicembre 2000 in occasione del Giubileo dei Catechisti

“Aprite le porte a Cristo! Non abbiate paura: spalancate il vostro cuore all’amore di Dio”. Con questo canto, che riporta alcune parole che Giovanni Paolo II ha detto nell’omelia per l’inizio del suo mistero petrino il 22 ottobre 1978, si è avviata, giovedì 22 ottobre 2020, la solenne concelebrazione eucaristica di dedicazione della nuova chiesa e del complesso parrocchiale “S. Giovanni Paolo II” in S. Nicolò di Spoleto. La Messa è stata presieduta dall’arcivescovo Renato Boccardo e concelebrata dai tre parroci coinvolti nella costruzione del complesso: don Vito Stramaccia (ora parroco a Montefalco) che ha individuato il terreno, lo ha acquistato ed ha avviato la progettazione; don Nelson Abraham, CPPS, (ora parroco di Baiano di Spoleto) che ha coordinato la cerimonia per la posa della prima pietra il 24 ottobre 2015; don Riccardo Scarcelli, attuale parroco, che ha seguito l’ultimazione della chiesa. C’erano poi altri sacerdoti, tra cui il vicario generale don Sem Fioretti. La liturgia è stata animata dal coro parrocchiale e il servizio all’altare è stato fatto dai ministranti, coordinati dal cerimoniere arcivescovile don Pier Luigi Morlino. Molti i fedeli che hanno partecipato alla Messa: chi in presenza e nel rispetto delle norme per evitare il diffondersi del Covid-19 (in chiesa, nel salone dell’oratorio dove la celebrazione è stata trasmessa su un maxi schermo, nel piazzale antistante la chiesa con le porte di quest’ultima aperte e l’audio esterno) e chi da casa in diretta sui social (Facebook e YouTube). È stato presente anche il sindaco Umberto de Augustinis.

La reliquia di S. Giovanni Paolo II. All’inizio della celebrazione eucaristica l’Arcivescovo ha annunciato ai fedeli: «Siamo particolarmente lieti perché il cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia, e già per lunghi anni segretario particolare di Giovanni Paolo II, ci ha voluto inviare una nuova reliquia dopo il furto sacrilego perpetrato in Duomo alcune settimane fa (la sera di mercoledì 23 settembre 2020, infatti, dalla Cattedrale di Spoleto fu rubata la reliquia del Papa polacco, lì conservata in attesa di essere poi portata nella nuova chiesa di S. Nicolò, ndr). A lui – ha concluso il Presule – la mia e nostra profonda gratitudine». La reliquia è stata posizionata a fianco del grande mosaico che raffigura proprio S. Giovanni Paolo II.

Consacrazione della chiesa. Era dal 1994 che nell’archidiocesi di Spoleto-Norcia non si dedicava una nuova chiesa parrocchiale di prima costruzione, da quando l’arcivescovo Antonio Ambrosanio consacrò quella di S. Gabriele dell’Addolorata a Cortaccione di Spoleto. Per fare ciò è previsto un rito solenne, altamente significativo e suggestivo. Mons. Boccardo ha quindi benedetto l’acqua con la quale ha asperso il popolo, le pareti e l’altare; dopo il canto delle litanie, l’Arcivescovo ha collocato nel sepolcro opportunamente preparato sotto l’altare le reliquie dei Santi Giovanni Paolo II, Francesco d’Assisi e Teresa di Gesù Bambino; ha fatto seguito la preghiera di dedicazione della chiesa, l’unzione dell’altare e delle pareti della chiesa col crisma, l’incensazione dell’altare e della chiesa, l’illuminazione dell’altare e della chiesa. L’altare, dopo l’unzione, è stato pulito da tre sacerdoti che da parroci hanno seguito la costruzione della chiesa: don Vito Stramaccia, del Nelson Abraham, CPPS, e don Riccardo Scarcelli. Poi, sono state le donne della parrocchie a ricoprirlo con una tovaglia e ad adornarlo di fiori.

Omelia dell’Arcivescovo. «La chiesa materiale che oggi spalanca le sue porte diventa così per la parrocchia di San Nicolò e per tutti noi un dono e una grave responsabilità: questa “casa della Chiesa” ci dice che il compito di rendere presente in mezzo agli uomini Dio e il suo amore è affidato a noi; e lo potremo realizzare solo restando uniti a Cristo e come lui orientati al Padre e disposti a fare della nostra vita un dono d’amore per i fratelli. Abbiamo voluto dedicare questo edificio sacro e tutto il complesso parrocchiale alla memoria sempre viva del grande Pontefice Giovanni Paolo II, qui presente nella reliquia del suo sangue e plasticamente rappresentato nel mosaico a lato dell’altare. Molti di noi, infatti, siamo cresciuti nel tempo del suo Pontificato e siamo stati almeno sfiorati dalla sua ombra (cf At 5, 15), toccati dal suo esempio e dal suo insegnamento. Chi – come me – ha avuto la gioia e la grazia di conoscere e frequentare il Papa ne ha ammirato la radicalità della testimonianza evangelica, la ricca umanità, la capacità profetica di leggere nella storia i segni della presenza divina, la totale disponibilità ad essere quello che Dio gli domandava che fosse, sia quando era un giovane uomo vigoroso sia quando le forze fisiche lo stavano abbandonando. Tutta la vita di Giovanni Paolo II si è svolta nel segno di una donazione senza misura e senza calcolo. E proprio perché si è avvicinato sempre più a Dio, ha potuto farsi compagno di viaggio per gli uomini e le donne di oggi, spargendo nel mondo il profumo dell’amore di Dio (cf 2 Cor 5, 14-15)».

Saluto finale di una parrocchiana e di don Riccardo Scarcelli. Prima della benedizione finale, la signora Miranda Piconi a nome di tutta la parrocchia ha detto: «C’è tanta contentezza oggi in noi, ma anche un po’ di tristezza per aver lasciato la vecchia chiesa dove abbiamo vissuto momenti importanti, di gioia e di dolore. Ma la Chiesa siamo noi, pietre vive, ed oggi siamo qua per iniziare una storia nuova. Tutto questo grazie ai parroci che si sono succeduti e a tutta la comunità che ha lavorato instancabilmente, inventandosi di tutto per pagare le spese. Ma un grazie grande va al nostro arcivescovo Renato che tanto si è prodigato affinché questo sogni diventasse realtà: ha voluto questa chiesa con tutto il cuore e con tutto l’amore che porta per il “suo” e “nostro” Giovanni Paolo II». Poi, è stata la volta del parroco don Riccardo Scarcelli: «La liturgia che abbiamo vissuto ci ha fatto provare grandi emozioni. Grazie ai presbiteri presenti e anche a quelli assenti: è stato un bel momento per la nostra Chiesa diocesana. Grazie a lei Eccellenza: dovete sapere che il nostro Vescovo – ha detto il sacerdote – ha seguito passo passo la costruzione di questa chiesa, conosce pietra per pietra di questo luogo. S. Giovanni Paolo II – ha proseguito don Riccardo – lo abbiamo conosciuto tutti. A me – ha confidato – mi ha pure “rimproverato”. Lo avevo incontrato cinque volte in pochi giorni e lui nella parrocchia di S. Gregorio Barbarigo a Roma mi disse: “Ma tu, sempre qua stai?”. Ecco, io adesso quel “rimprovero” lo rivolgerò a lui: Tu rimani sempre con noi». Poi, don Riccardo ha fatto conoscere ai presenti un dono speciale dell’Arcivescovo alla parrocchia: la mitria indossata da Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo dei catechisti il 10 dicembre 2000. «La cosa che mi ha fatto più tenerezza guardando questa mitria – ha detto don Riccardo – è vedere all’interno il sudore del Papa. È sporca questa mitria del sudore del suo servizio pastorale. E io chiedo al Santo Papa di aiutarci a sudare per la Chiesa. Auguri!».

Perugia – dalla Giornata di formazione per operatori e volontari Caritas dedicata al tema dei “Corridoi umanitari” un ulteriore invito a farsi carico del prossimo in difficoltà

«Bisogna creare le condizioni perché le persone possano scegliere di muoversi, di migrare, ma anche di restare e questo è un fatto umano. Dio ha creato la terra per gli uomini, affidando questo bel giardino alle loro cure, ma i confini alle nazioni li abbiamo messi noi». Lo ha sottolineato il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, aprendo la Giornata di formazione per operatori e volontari promossa dalla Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve tenutasi il 17 ottobre, presso il Centro Mater Gratiae del capoluogo umbro.

I Corridoi umanitari. Nel rispetto delle disposizioni sanitarie per prevenire il contagio da Covid-19 hanno preso parte circa 80 operatori e volontari impegnati nei servizi caritativi diocesani e parrocchiali. Ad introdurre la Giornata dedicata al tema dei “Corridoi umanitari”, è stato il direttore della Caritas don Marco Briziarelli, che ha raccontato la sua esperienza di neo sacerdote vissuta, nel 2017, nell’accompagnare il cardinale Bassetti all’aeroporto di Pratica di Mare per accogliere, in qualità di presidente della Cei, un gruppo di famiglie profughe giunte in Italia attraverso il progetto dei “Corridoi umanitari” condiviso dal Governo, dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Caritas italiana. Attualmente a Perugia ci sono due famiglie siriane cristiane giunte in Italia grazie a questo progetto. Una terza famiglia potrebbe arrivare prossimamente, ma è indispensabile, per questo tipo di accoglienza, il coinvolgimento di molti per una loro dignitosa integrazione. «Questo momento di formazione – ha auspicato il direttore don Briziarelli – si trasformi nel desiderio concreto di accogliere una terza, quarta… famiglia». Significative al riguardo le testimonianze dei membri delle due famiglie siriane accolte e dei coniugi Giancarlo e Maria Luisa Pecetti, già responsabili della Caritas diocesana, che molto si sono prodigati per il progetto dei “Corridoi umanitari” a Perugia.

Le testimonianze. La Giornata di formazione ha aiutato a comprendere meglio questo impegno-aiuto a favore di persone richiedenti protezione internazionale, con l’ascolto delle interessanti testimonianze di Mario Marazziti, giornalista e scrittore, già presidente della Commissione affari sociali della Camera dei Deputati, e di Luciano Morini, referente perugino della Comunità di Sant’Egidio, impegnato nel progetto “Corridoi umanitari”. Ad introdurre le due testimonianze la riflessione di padre Giulio Michelini (Ofm), preside dell’Istituto Teologico di Assisi (ITA), che ha parlato della narrazione biblica della migrazione ad opera di Dio.

La grande giustizia. «C’è una libertà fondamentale dell’uomo da tutelare anche in nome di Dio, quella di migrare – ha proseguito nel suo intervento il cardinale –. Questo lo vediamo anche con tanti nostri giovani che scelgono di andare all’estero per motivi di lavoro. Però gli uomini non devono essere costretti a migrare a causa delle loro disumane condizioni di vita. La più grande giustizia sarebbe quella di portate in tutto il mondo, soprattutto nelle nazioni più povere un equilibrio. Anni fa erano state intraprese politiche di sostegno a questi Paesi con la remissione del loro debito da parte degli Stati più ricchi; una forma di giustizia rilanciata da san Giovanni Paolo II durante il Giubileo del 2000. Benedico di cuore tutti coloro che si impegnano per queste forme di giustizia, affinché tutti possano essere liberi di partire e liberi di restare».

La povertà interiore. «La Caritas ha il compito di aiutare i poveri – ha ricordato Bassetti –. Noi vediamo oggi che le povertà si moltiplicano perché il povero non è soltanto quello a cui manca il necessario per vivere. La povertà è soprattutto quella interiore, la solitudine, la povertà è quella di chi viene da me e mi chiede: “Mi spiega perché Dio mi ha messo al mondo, che senso ha la mia vita? Occorre aiutare i nostri fratelli smarriti a ritrovare il significato profondo della vita. Questo è il compito primario di ogni cristiano e la Caritas ci deve stimolare in questo senso».

Covid-19: «Non è il momento di ripiegarsi su sé stessi».

Il cardinale è intervenuto anche sull’evoluzione della pandemia in Italia e in Umbria. «Si è accentuato anche da noi il contagio da Covid-19 e vedo tanta preoccupazione. E’ giusto essere preoccupati, ma nella gioia di poter essere ancora più utili agli altri, perché questo è lo scopo del cristiano. Quando c’è un’emergenza, una situazione complessa, non è il momento di ripiegarsi su sé stessi, ma fare di tutto per reagire e questo fa bene alle persone che ci stanno vicino. Bisogna fare tutto quello che la carità ci chiede e naturalmente nel rispetto di quelle regole che ormai conosciamo così bene, perché ci vengono dette in continuazione e alle volte creano qualche tensione e paura. Non deve essere la paura a spingerci, perché ci porta a chiuderci, ad essere egoisti, ma deve essere l’amore che abbiamo verso gli altri, cominciando dalla nostra famiglia, a portarci a rispettare quelle regole che in questo momento sono così necessarie».

Assisi – Carlo Acutis è Beato

Carlo Acutis è Beato. La proclamazione è avvenuta sabato 10 ottobre durante una cerimonia molto suggestiva presieduta dal cardinale Agostino Vallini, legato pontificio per le Basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli, nella Basilica superiore di San Francesco.

I fedeli hanno potuto assistere alla celebrazione nella Basilica, ma anche nelle aree allestite con i maxi schermi nella piazza della Basilica Inferiore, sul prato di quella Superiore, al Santuario della Spogliazione, nella piazza di San Pietro e in quella di Santa Maria degli Angeli. In quest’ultima venerdì sera 8 ottobre circa 880 persone tra famiglie, gruppi e giovani hanno partecipato alla veglia di preghiera per riflettere sulla vita di questo giovane speciale che non mancava mai al suo appuntamento quotidiano con la santa messa e l’Adorazione eucaristica.

Durante il rito della Beatificazione dopo la petizione vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino è seguita la lettura da parte del cardinale Vallini della Lettera Apostolica con la quale il Sommo Pontefice ha iscritto nel numero dei Beati il venerabile Servo di Dio Carlo Acutis. E’ stato poi scoperto il quadro con l’immagine del Beato. Un momento molto suggestivo si è avuto con la preziosa reliquia del cuore che è stata portata processionalmente dai genitori di Carlo, per poi essere collocata accanto all’altare.

Il vescovo Sorrentino ha espresso la gioia della chiesa locale e di quella universale per la grazia ricevuta con la Beatificazione di Carlo che è sepolto al Santuario della Spogliazione dove il corpo rimarrà esposto alla venerazione dei fedeli fino al 17 ottobre.

IL QUADRO

Durante la cerimonia di beatificazione, dopo la lettura in latino della lettera apostolica, è stata scoperta l’immagine del Beato Carlo Acutis. Si tratta di un quadro con il ritratto del giovane, ad opera del pittore di origine polacca Dawid Kownacki. Nel dipinto olio su tela di dimensioni pari a 220×300 cm è raffigurata una delle immagini più diffuse di Carlo. Non è il primo quadro che l’artista dipinge per una beatificazione avendo realizzato anche quello per la cerimonia di Madre Speranza.

L’OMELIA DEL CARDINALE VALLINI

IL RINGRAZIAMENTO DEL VESCOVO SORRENTINO

Ceu – indicazioni circa il “nuovo” Messale – visita alla nuova sede degli Istituti Teologico e Superiore di Scienze Religiose – Costituzione del “Servizio Regionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili”.

Lunedì 5 ottobre 2020, presso il Pontificio Seminario Regionale “Pio XI” di Assisi, si è tenuta la riunione della Conferenza episcopale umbra (Ceu) presieduta dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo.

1. Nuovo Messale. Accogliendo con riconoscenza la 3ª edizione italiana del Messale Romano, i Vescovi hanno deciso che in tutte le chiese della regione venga utilizzato il “nuovo” Messale a partire dalla Prima Domenica di Avvento, il 29 novembre prossimo.

2. Nuova sede ITA e ISSRA. Nel corso della riunione i Vescovi si sono recati in visita alla nuova sede degli Istituti Teologico (ITA) e Superiore di Scienze Religiose (ISSRA) realizzata recentemente in un’ala del Seminario Regionale umbro. Incontrando i docenti e gli studenti, hanno espresso compiacimento per i nuovi locali e per la qualificata offerta formativa che gli Istituti offrono a seminaristi, religiosi, religiose e fedeli laici, anche con didattica a distanza in questo tempo di emergenza sanitaria.

3. Costituzione del “Servizio Regionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili”. Dando seguito alle indicazioni della Conferenza Episcopale Italiana, la Conferenza Episcopale Umbra ha provveduto a costituire il “Servizio Regionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili”, affidando il compito di Referente regionale a mons. Domenico Cancian, Vescovo di Città di Castello, e di Coordinatore regionale a mons. Vittorio Gepponi, Vicario Giudiziale del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Umbro. Del Servizio fanno parte i referenti delle diocesi: Avv. Anna Rapicetta (Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino); Avv. Flavio Grassini (Città di Castello); Dott. Fabio Cioccoloni (Foligno); Sig.ra Federica Edera (Gubbio); Mons. Carlo Franzoni (Orvieto-Todi); Mons. Vittorio Gepponi (Perugia-Città della Pieve); Dott. Elio Giannetti (Spoleto-Norcia); Dott.ssa Silvia Benedetti (Terni-Narni-Amelia). Il Servizio regionale è chiamato a monitorare e documentare le iniziative di prevenzione e formazione, nonché le modalità di attuazione a livello locale delle Linee guida nazionali; accompagnare le singole diocesi, comunità religiose, associazioni e altre realtà ecclesiali nella stesura di protocolli e indicazioni di buone prassi; stimolare, promuovere e coordinare in proposito l’informazione e la formazione degli operatori pastorali; se richiesto dal Vescovo diocesano o dal Superiore Maggiore competente, accogliere e trattare secondo i protocolli stabiliti dal Servizio nazionale le segnalazioni di abusi sessuali in ambito ecclesiale. A breve verrà aperto un apposito Centro di ascolto che sarà il punto di riferimento non solo per eventuali segnalazioni ma anche per ottenere informazioni e verranno comunicati indirizzo e recapiti telefonici e mail.

4. Nuovo Vescovo delegato per la Carità. In sostituzione di mons. Benedetto Tuzia, vescovo emerito di Orvieto-Todi, i Vescovi hanno chiesto al loro Presidente, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, di assumere ad interim la guida della Commissione Regionale per la Carità.

Assisi – veglia di preghiera Beatificazione Carlo Acutis il 9 ottobre

Una veglia di preghiera, dedicata a giovani ma aperta a tutti, per riflettere sulla vita di un giovane speciale come Carlo Acutis. È quella in programma il 9 ottobre, la sera prima della cerimonia di Beatificazione, nella piazza di Santa Maria degli Angeli. La veglia vedrà la partecipazione del vescovo ausiliare della diocesi di Milano, monsignor Paolo Martinelli, del presidente della Conferenza episcopale umbra, monsignor Renato Boccardo, del vescovo diocesano, monsignor Domenico Sorrentino e del neoeletto custode della Porziuncola, padre Massimo Travascio. Il momento di forte spiritualità, che avrà inizio alle ore 21,30, sarà caratterizzato da molteplici linguaggi espressivi e dei talenti dei giovani della diocesi per condurre i presenti ad approfondire la vita di Carlo, attualizzare il suo esempio e aprire il cuore alla venuta del Santissimo che sarà esposto durante la veglia. All’interno della Basilica, grazie alla disponibilità della comunità dei frati minori e di molti sacerdoti che hanno accolto l’invito, ci si potrà confessare. In contemporanea in diverse chiese del centro storico di Assisi sarà possibile l’Adorazione eucaristica libera, silenziosa o animata, nell’ambito dell’iniziativa “Assisi, città eucaristica”. La veglia, organizzata dalla Pastorale giovanile diocesana in collaborazione con una rappresentanza della diocesi di Milano, si svolgerà nel rispetto delle normative anti-Covid (distanziamento, misurazione della temperatura, mascherine, disinfettanti e accesso limitato) e per poter partecipare è necessario iscriversi entro il 30 settembre compilando singolarmente il modulo google: https://forms.gle/eavfutrj24ykbghy8.

Beatificazione di Carlo Acutis – DIRETTA DELL’EVENTO della pastorale giovanile regionale organizza on line l’evento “Beato Te: a scuola di felicità con Carlo Acutis”

Per la prima volta dalla morte, avvenuta il 12 ottobre del 2006, la tomba del venerabile Carlo Acutis sarà aperta alla venerazione dal 1 al 17 ottobre, in occasione della sua Beatificazione in programma il 10 ottobre alle ore 16,30 nella Basilica superiore di San Francesco. Il corpo, traslato nel 2019 al Santuario della Spogliazione, resterà lì e sarà visibile dal 1 ottobre.
“Questo ragazzo che da Milano ha scelto Assisi come luogo prediletto – spiega il vescovo monsignor Domenico Sorrentino – aveva capito, anche seguendo le orme di Francesco, che al centro di tutto deve esserci Dio. Tutti nascono originali molti muoiono fotocopie, diceva Carlo riferendosi alla tendenza dei giovani ad omologarsi, a non far fruttare i propri talenti, a non metterli al servizio degli altri. Ora più che mai – spiega il vescovo – riteniamo che l’esempio di Carlo, brillante internauta che amava aiutare gli ultimi, i poveri e i disadattati, possa sprigionare un effetto propulsore per un nuovo slancio evangelizzatore ed anche per la costruzione di un modello sociale ed economico capace di valorizzare la persona e diminuire le diseguaglianze per una società più giusta e solidale”.
Oltre ai posti all’interno della Basilica sono previsti maxi-schermo all’esterno e, comunque, anche per poter accedere alle aree esterne, sarà necessario il pass. Sono ancora disponibili alcuni posti sul sito: www.assisisantuariospogliazione.com alla sezione ‘Carlo Acutis’ è possibile registrarsi, mentre per gli altri momenti l’ingresso sarà libero fino ad esaurimento spazi.
L’apertura del sepolcro ci sarà nella mattinata di giovedì 1 ottobre al termine della messa delle 11,30.
Il giorno successivo, 2 ottobre, ci saranno le inaugurazioni, nella cattedrale di San Rufino e a Santa Maria degli Angeli, delle due mostre, quella sui “Miracoli eucaristici” e quella sulle “Apparizioni Mariane”, ideate dallo stesso Carlo, mentre in serata è previsto un evento online dedicato ai giovani dal titolo: “Beato Te: a scuola di felicità con Carlo Acutis”, a cura della Pastorale giovanile regionale.
Sabato 3 ottobre alle ore 21 al Santuario della Spogliazione ci sarà la visita dei vescovi della Conferenza episcopale delle Marche per la venerazione del corpo di Carlo Acutis.
Il 5 ottobre è previsto un momento di testimonianza con il ricordo della mamma, Antonia Salzano e di alcuni amici assisani di Carlo. L’incontro sarà moderato da padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro convento.
Il 6 ottobre alle ore 17 nella sala della Spogliazione. “Francesco e Carlo: due giovani a confronto”, Paolo Rodari, vaticanista de La Repubblica intervista il vescovo Sorrentino.
Nel pomeriggio dell’8 ottobre, presso il Santuario della Spogliazione, ci sarà la presentazione del libro della giornalista Mediaset, Safiria Leccese dal titolo: “La ricchezza del bene” alla presenza degli imprenditori raccontati nel volume. Il 9 ottobre, vigilia della Beatificazione, ci sarà una veglia di preghiera a Santa Maria degli Angeli, alla presenza del vescovo ausiliare di Milano, monsignor Paolo Martinelli e del presidente della Conferenza episcopale umbra, monsignor Renato Boccardo e animata dalla Pastorale giovanile diocesana; nella circostanza tutta Assisi diventerà “Città Eucaristica” con momenti di Adorazione in diverse chiese del centro storico.
La cerimonia di beatificazione di sabato 10 ottobre, che potrà essere seguita attraverso maxi-schermi allestiti in diverse piazze, sarà presieduta dal cardinale Giovanni Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle cause dei santi. Prima e dopo la celebrazione, animazione a cura di Marco Mammoli, conduce Safiria Leccese.
Domenica 11 sempre al Santuario della Spogliazione alle ore 11 il ministro generale dell’Ordine dei Frati minori Cappuccini, P. Roberto Genuin, presiederà la santa messa, mentre il 12 ottobre, nel giorno della memoria liturgica del Beato Carlo Acutis sarà il vescovo diocesano monsignor Sorrentino a celebrare la santa messa delle ore 18. Nella mattina del 13 ottobre momento di riflessione nella sala della Spogliazione dal titolo: “Eucarestia e malattia, quando la sofferenza luce”. Nel pomeriggio alle ore 18 al Santuario della Spogliazione sarà il presidente della Ceu, monsignor Boccardo a presiedere la santa messa.
Il 16 ottobre nel salone Papale di San Francesco è in programma un convegno dal titolo: “Carlo Acutis e la digital economy”, al quale partecipano padre Paolo Benanti, docente presso la Pontificia Università Gregoriana, Luca Tomassini, fondatore di Vetrya e Giovanna Melandri, presidente della Human Foundation e SIA (Social Impact Agenda per l’Italia) e presidente della Fondazione Maxxi. Il periodo di venerazione del giovane Beato terminerà il 17 ottobre alle 10,30 con la santa messa al Santuario della Spogliazione, presieduta dal vescovo Sorrentino con la partecipazione di tutte le rappresentanze diocesane. Al termine sarà chiusa la tomba del Beato.

 

Assisi – beatificazione Carlo Acutis, a suo nome una mensa per i poveri in città e un progetto per l’economia solidale. Il cardinale Vallini presiederà la celebrazione di beatificazione

Sarà il cardinale Agostino Vallini, Legato Pontificio per le Basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli, a presiedere il prossimo 10 ottobre ad Assisi, nella Basilica di San Francesco, il rito della beatificazione del venerabile Carlo Acutis, sepolto al Santuario della Spogliazione. Al fine di evitare un eccessivo assembramento nel giorno dell’evento, il vescovo di Assisi monsignor Domenico Sorrentino ha aperto la tomba del prossimo beato, che resterà visibile, per ora, solo fino al 17 ottobre, data la difficoltà a gestire in sicurezza per un periodo più lungo i flussi di devoti in questo periodo di pandemia.
Per quanto riguarda alcune notizie improprie che stanno girando sui media, il vescovo comunica che non risponde a verità che il corpo del prossimo beato sia stato trovato incorrotto. “All’atto dell’esumazione nel cimitero di Assisi, avvenuta il 23 gennaio 2019 in vista della traslazione al Santuario, – spiega monsignor Sorrentino – esso fu trovato nel normale stato di trasformazione proprio della condizione cadaverica. Non essendo tuttavia molti gli anni della sepoltura, il corpo, pur trasformato, ma con le varie parti ancora nella loro connessione anatomica, è stato trattato con quelle tecniche di conservazione e di integrazione solitamente praticate per esporre con dignità alla venerazione dei fedeli i corpi dei beati e dei santi. Un’operazione che è stata svolta con arte e amore. Particolarmente riuscita la ricostruzione del volto con maschera in silicone. Con specifico trattamento è stato possibile recuperare la reliquia preziosa del cuore che sarà utilizzata nel giorno della beatificazione”.

APERTURA DELLA TOMBA DI CARLO ACUTIS – MONS. SORRENTINO “APRIREMO UNA MENSA PER I POVERI IN ASSISI E AVVIEREMO UN PROGETTO PER UN’ECONOMIA SOLIDALE NEI PAESI DEL TERZO MONDO”
“Apriremo una mensa per i poveri a poca distanza dal Santuario della Spogliazione e ogni anno sosterremo un progetto nei Paesi del Terzo mondo per aiutarli a creare le condizioni per un’economia solidale”. Lo ha annunciato il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, al termine della santa messa di giovedì 1 ottobre che ha dato avvio degli eventi collaterali alla Beatificazione di Carlo Acutis, in programma il 10 ottobre alle ore 16,30 nella Basilica di San Francesco. Al termine della celebrazione nel Santuario della Spogliazione, alla quale hanno preso parte anche i genitori di Carlo, il sindaco di Assisi, Stefania Proietti e il vice sindaco Valter Stoppini, è stata aperta la tomba con il corpo del giovane che resterà visibile fino al 17 ottobre. “Carlo Acutis come San Francesco hanno avuto in comune, oltre all’amore per Gesù e in particolare per l’eucarestia, un grande amore per i poveri. Per questo abbiamo deciso che, in una circostanza come questa, bisognava lasciare un segno forte; e quale segno migliore se non quello della carità?”. I dettagli dei due progetti verranno resi noti nei prossimi giorni attraverso i canali di comunicazione del Santuario della Spogliazione. Nel corso dell’omelia il vescovo ha sottolineato l’importanza dell’esempio del Beato per i giovani: “Carlo ha avuto una missione specialmente per i suoi coetanei di questo tempo così entusiasmante e, insieme, così disorientato. Un tempo dove si sperimentano cose meravigliose attraverso una tecnologia che unisce il mondo da un capo all’altro, ma che tante volte si fa tumulto di informazioni e messaggi contraddittori, nei quali è così difficile ritrovare la bussola della verità e dell’amore. Carlo è un ragazzo del nostro tempo. Un ragazzo dell’era internet, e un modello di santità dell’epoca digitale, come lo ha presentato papa Francesco nella sua lettera ai giovani di tutto il mondo. Il computer, con la sua mostra dei miracoli, è diventato il suo andare per le strade del mondo, come i primi discepoli di Gesù, a portare nei cuori e nelle case l’annuncio della pace vera, quella che placa la sete di infinito che abita il cuore umano. Quella dei giovani che vogliono davvero vivere da “originali” e non diventare fotocopie delle mode effimere”.

Commossa la mamma di Carlo, Antonia Salzano: “Siamo emozionati che finalmente la tomba di Carlo sia stata aperta, soprattutto perché i fedeli che Carlo ha sparsi per il mondo saranno in grado di vederlo e di poterlo venerare in modo più forte e coinvolgente. Ci auguriamo che attraverso l’esposizione del corpo di Carlo i fedeli possano elevare con più fervore e fede le preghiere a Dio che attraverso Carlo ci invita tutti ad avere più fede speranza e amore verso di lui e verso i nostri fratelli proprio come Carlo ha fatto nella sua vita terrena. Preghiamo che Carlo interceda per tutti noi presso Dio è ci ottenga tante grazie”.

Il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti in vista della Festa del Santo Patrono d’Italia: «Non c’è nulla di più attuale della vita e del messaggio di Francesco»

«Quando Dino Campana, il poeta folle e visionario di Marradi, narra il suo “pellegrinaggio” a La Verna, descrive san Francesco “come l’ombra di Cristo” che ha compiuto una “rinuncia” al tempo stesso “semplice e dolce”, e ha intonato un “canto alla natura con fede”. Un “santo italiano” che, in quel sacro monte “solitario e salvatico”, come lo definì il conte Ottavio, ricevette le stimmate e mise in atto la regola che aveva dettato ai suoi fratelli: vivere nell’obbedienza al Signore senza tenere niente per sé stessi». Lo scrive il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, nel suo ultimo articolo pubblicato dal settimanale cattolico umbro La Voce, in edicola venerdì 2 ottobre e consultabile sul sito: www.lavoce.it .

Autentico gigante della santità. «Mai come oggi – prosegue il cardinale –, con l’avvicinarsi della memoria liturgica del Poverello il 4 ottobre e con la visita del Papa alla tomba del Santo il giorno precedente, questi fatti e queste parole sono straordinariamente controcorrente e attuali. Non c’è nulla di più attuale, infatti, della vita e del messaggio di Francesco. Alcuni anni fa, nel corso di una catechesi, Benedetto XVI lo definì un “autentico gigante della santità”, che con la sua gioia “continua ad affascinare moltissime persone di ogni età e di ogni credo religioso”. Tra la gioia e la santità c’è infatti un rapporto indissolubile, e il “giullare di Dio”, con la sua vita, ne è stato un esempio insuperabile».

Riformare noi stessi. «Fu proprio Pio XII – che nel 1939 lo proclamò, insieme a santa Caterina, patrono d’Italia – a utilizzare queste parole, sottolineando gli “insuperabili esempi di vita evangelica” che il Poverello diede ai “cittadini di quella sua tanto turbolenta età”. Colpisce che, oggi come ieri, si parla di una età turbolenta. D’altra parte, un altro intellettuale toscano e biografo di Francesco, Giulio Salvadori, invita proprio a vivere “l’ora presente” perché “svegliati dagli urti della realtà” ci muoviamo, come credenti, non per ambizione di novità o per riformare il mondo, ma per “riformare noi stessi”».

La rinuncia e la fede. «Ecco allora che in questa prospettiva evangelica – evidenzia il presidente della Cei –, in un periodo in cui la Chiesa viene raccontata e interpretata soltanto attraverso le categorie della “crisi” e dello “scandalo”, l’attualità di san Francesco rappresenta un esempio di vita concreta. Due parole tra quelle di Campana citate all’inizio – e tra le tantissime che si potrebbero evidenziare – meritano di essere meditate a lungo: la “rinuncia” e la “fede”. La rinuncia “semplice e dolce” di Francesco rappresenta, in realtà, per l’uomo di ogni tempo qualcosa di sconvolgente e scandaloso. Rinunciare a tutto, abbandonare i beni terreni, dimenticarsi della carriera e dei successi mondani per intraprendere una “vita nuova”, come scrisse Giuliano Agresti, e trovarsi poi alla fine della vita “nudo sulla nuda terra”, rappresenta ancora oggi qualcosa di indicibile. Quanti uomini e donne, oggi, sono disposti a scegliere questa vita decidendo di abbandonare ogni sicurezza per sposare Sorella Povertà? E poi la “fede” che è, sostanzialmente, la risposta attuale alle domande di ogni tempo».

Eresia e salvezza della Chiesa. «La fede che in Francesco si fa anche magnifica obbedienza, e che segna un crocevia fondamentale tra l’eresia e la salvezza della Chiesa. Uno degli snodi decisivi della vita del Poverello di Assisi, ancora oggi estremamente attuale, è il rapporto che si viene a configurare con papa Innocenzo III, a cui Francesco chiede il “permesso” di vivere il Vangelo. Francesco non esige, né sale in cattedra, ma chiede con umiltà. È la cosiddetta “grazia delle origini” francescane. Quella di Francesco è la fede semplice di un cristiano che salva la Chiesa e la riforma interiormente. Egli conosce benissimo i peccati degli uomini di Chiesa, ma ama profondamente la Sposa di Cristo, fino a donare tutto sé stesso. Nei suoi gesti e nelle sue parole non c’è superbia e arroganza, non ci sono inganni o secondi fini, non c’è desiderio di potere o ideologia, ma c’è solo carità e amore. Anche da questa purezza del cuore, oggi come ieri, si riconosce l’opera di Dio nelle azioni degli uomini».

Un periodo di preghiera. «Dopo la visita di Papa Bergoglio ad Assisi il 3 ottobre, andremo incontro – scrive – a un lungo periodo, tra il 2021 e il 2026, di commemorazioni francescane: 800 anni dall’approvazione della Regola non bollata, dalla stesura del Cantico delle creature, dalle stimmate e della morte di Francesco. Un periodo di riflessioni, celebrazioni e di convegni. Ma soprattutto, un periodo di preghiera per la Chiesa, l’Italia e il mondo intero».

Fare della fede la vita. «Giorgio La Pira, un terziario francescano, diceva che bisognava “fare della fede la vita”. L’uomo moderno – conclude il cardinale Bassetti – è invece un idolatra di sé stesso, affamato di potere e denaro. Una fame che può essere saziata soltanto con l’unico pane della vita: la Parola di Dio. Per questo motivo, occorre andare incontro al mondo come il Poverello di Assisi: con in volto la gioia e l’amore disarmante di Gesù. Anche nei piccoli gesti quotidiani, infatti, si può cogliere la straordinaria attualità di Francesco».

Assisi – inaugurazione dell’Anno Accademico 2020-2021 degli Istituti Teologico e Superiore di Scienze Religiose di Assisi presso la nuova sede. Il sogno dei due Istituti: dare vita nel tempo ad un campus universitario teologico

Circa 400 persone tra studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo vivranno dall’Anno accademico appena inaugurato la nuova sede degli Istituti Teologico (ITA) e Superiore di Scienze Religiose (ISSRA) di Assisi, presso il Pontificio Seminario Regionale “Pio XI” della città serafica, fino ad oggi ospitata nella Custodia del Sacro Convento.

La conferenza stampa per l’inaugurazione dell’Anno Accademico 2020-2021 si è tenuta nella mattinata di venerdì 25 settembre nell’aula magna dei due Istituti a cui sono intervenuti: mons. Renato Boccardo, Arcivescovo di Spoleto-Norcia, Presidente della Conferenza Episcopale Umbra e Moderatore dei due poli accademici, Padre Giulio Michelini, ofm, Preside dell’ITA, e Suor Roberta Vinerba Direttore dell’ISSRA.

Questi Istituti sono promossi dalla Conferenza episcopale umbra e dalle Famiglie religiose francescane e sono gestiti dalla Fondazione “Benedetto da Norcia e Francesco d’Assisi”, eretta dalla Congregazione per l’Educazione cattolica ed aggregata alla Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense di Roma.

Il settimanale cattolico umbro La Voce ha dedicato, nel numero in edicola questo fine settimana, un inserto di quattro pagine, con approfondimenti ed interviste, ai cinquanta anni di avventura dei due Istituti e ai loro progetti futuri e al Seminario Regionale.

I tre relatori hanno illustrato le finalità degli Istituti che offrono un approccio teologico alle questioni relative alla contemporaneità: economiche, sociali e storiche, con occhio particolare a questo difficile momento per le conseguenze del Covid-19. Emergenza sanitaria che ha accentuato anche le fratture interiori e sociali.

I due Istituti, oltre alla formazione dei sacerdoti, dei religiosi e delle religiose, degli insegnanti di religione, degli operatori pastorali, si propongono di accompagnare chi ricerca le ragioni della propria fede ed hanno un sogno: quello di dare vita nel tempo ad un campus universitario teologico.

L’arcivescovo Boccardo ha sottolineato che «la prima finalità dei due Istituti è quella ecclesiale. E’ in questo orizzonte che tutte le discipline insegnate, pur con contenuti e metodi propri, ricevono una prospettiva specifica: far crescere la Chiesa».

Padre Michelini ha illustrato le specificità dell’ITA: «la formazione culturale, biblica e teologica dei candidati ai ministeri ordinati e agli altri ministeri ecclesiali, la formazione permanente del Clero e la preparazione dei laici. L’ITA dà la possibilità di acquisire un titolo accademico parificato ad una laurea». Il preside dell’ITA ha sottolineato che «le lezioni in emergenza Covid-19 saranno sempre con i docenti in aula, vera e virtuale al tempo stesso. Le lezioni verranno fornite frontalmente a quelli che vogliono e possono essere presenti e saranno identiche per quelli che le seguiranno da casa tramite computer».

Suor Vinerba ha evidenziato come «all’ISSRA si sono iscritti molti giovani e diversi liberi professionisti. Questo Istituto è la cerniera di dialogo con la cultura contemporanea ed è il volto estroverso del sapere teologico nei confronti del mondo. I nostri iscritti avranno la concreta possibilità di avere un posto di lavoro come insegnanti di religione. Nell’arco di dieci anni, infatti, saranno molti quelli che nelle diocesi umbre andranno in pensione e le cattedre disponibili non saranno sufficientemente coperte da quanti si stanno formando».

I due Istituti hanno dato vita ad una nuova identità visiva e campagna di comunicazione progettate da “BCPT Associati” e centrata su quattro strade ideali, quattro modi di accesso ai percorsi formativi dei due Istituti: “Riparto per… cercare, rispondere, comprendere, insegnare”.

Duomo di Spoleto – rubata la reliquia di S. Giovanni Paolo II. L’appello dell’Arcivescovo a chi ha preso l’ampolla col sangue del Pontefice Santo: «Restituite quanto prima il prezioso Oggetto trafugato». La solidarietà del card. Dziwisz

Nella serata di ieri mercoledì 23 settembre 2020 è stato rilevato il furto della reliquia “ex sanguine” di S. Giovanni Paolo II custodita e venerata nella Cappella del Crocifisso della Basilica Cattedrale di Spoleto. La scoperta è stata fatta dalla sacrestana del Duomo al momento della chiusura. La Curia Arcivescovile ha avvertito immediatamente la Compagnia dei Carabinieri di Spoleto, che sta svolgendo le necessarie indagini, visionando anche le immagini dell’impianto di video sorveglianza. Appena appresa la notizia, l’Arcivescovo mons. Renato Boccardo ha espresso sconcerto e rincrescimento per tale gesto sacrilego, facendosi interprete dei sentimenti dei fedeli che conservano viva memoria e nutrono grande devozione nei confronti del Santo Pontefice. Il Presule invita gli autori di questo gesto sconsiderato e irresponsabile a restituire quanto prima il prezioso Oggetto trafugato, così caro al popolo credente. Mons. Boccardo intorno alle 23.30, mentre ancora i Carabinieri stavano facendo i rilievi in Cattedrale, accompagnato dal Capitano Giulia Maggi, si è recato nella sede della Compagnia dell’Arma per formalizzare la denuncia.

La reliquia di S. Giovanni Paolo II (un’ampolla con delle gocce di sangue del Papa, incastonata in un reliquiario dorato) è stata donata alla Chiesa di Spoleto-Norcia il 28 settembre 2016 dall’allora Arcivescovo di Cracovia il Cardinale Stanislaw Dziwisz. Era conservata in Duomo in attesa di essere trasferita nella nuova chiesa di S. Nicolò in Spoleto intitolata proprio al Papa polacco, la cui consacrazione è prevista il 22 ottobre prossimo.

La Cappella del Crocifisso è l’ultima della navata destra, prima del transetto dove c’è il monumento funebre di Filippo Lippi. I fedeli non possono accedere alla cappella, ma fermarsi dinanzi ad un cancello alto poco più di un metro per ammirare la croce di Alberto Sotio e venerare la reliquia di S. Giovanni Paolo II. La Cappella è allarmata nella seconda metà, quella a monte, a protezione della preziosa croce; nella prima parte, dove c’era la reliquia, non c’è impianto di allarme. Per prelevare la reliquia è stato necessario scavalcare il cancello.

Appello video dell’Arcivescovo

La vicinanza del card. Stanisław Dziwisz alla diocesi di Spoleto-Norcia dopo il furto della reliquia di S. Giovanni Paolo II. Tanta solidarietà da più parti della Polonia

In riferimento al furto della reliquia “ex sanguine” di S. Giovanni Paolo II nel Duomo di Spoleto il 23 settembre scorso, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo la sera di giovedì 24 settembre 2020 ha ricevuto la telefonata del Cardinale Stanisław Dziwisz arcivescovo emerito di Cracovia. Il Porporato, che aveva donato la reliquia il 28 settembre 2016 quando era ancora in carica come Vescovo della Città polacca, ha espresso a mons. Boccardo e alla Chiesa di Spoleto-Norcia tutta la sua solidarietà per il grave gesto sacrilego. Dziwisz, che per oltre 40 anni è stato segretario particolare di Karol Woytila, assicura la sua preghiera e condivide l’appello dell’Arcivescovo Boccardo: «Chi ha prelevato la reliquia – ha detto il Cardinale – la riconsegni presto al Duomo di Spoleto».

Ma dalla Polonia, nella giornata di ieri 24 settembre, sono giunte varie telefonate e messaggi di vicinanza. Sono molti i legami, infatti, che la diocesi di Spoleto-Norcia ha in quella terra grazie alla devozione dei polacchi a Santa Rita da Cascia. Ad esempio, nella parrocchia del Corpus Domini in diocesi di Siedlce, visitata da mons. Boccardo nell’ottobre 2019 per rafforzare e incoraggiare la devozione all’umile donna di Roccaporena, oggi venerdì 25 settembre nella celebrazione eucaristica si pregherà affinché – dice il parroco – «il Signore dia il coraggio a chi ha preso la reliquia di S. Giovanni Paolo II dal Duomo di Spoleto di restituirla alla venerazione dei fedeli».