Assisi – lettera del vescovo Sorrentino agli operatori sanitari: “Siete i nostri eroi, grazie per ciò che fate con professionalità e anima”

“Siete i nostri eroi. L’opinione pubblica ve lo sta dicendo con espressioni di gratitudine che vengono dal cuore. Soprattutto a quanti tra voi sono impegnati nelle situazioni più difficili, anche a rischio della propria incolumità. Il servizio che svolgete richiede tanta efficienza e professionalità, ma ha bisogno soprattutto di un’anima”. Sono questi due passaggi della lettera di vicinanza e di auguri in vista della Pasqua che il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, ha voluto inviare al personale sanitario impegnato più che mai nell’emergenza del coronavirus. “Quanto sia importante la vostra missione lo sappiamo tutti per esperienza. Ma nella drammatica crisi che stiamo vivendo – scrive il vescovo – lo si vede ancora di più. Grazie per il vostro impegno e la vostra generosità!”.

Nella lettera il vescovo ricorda ‘Gesù-medico’. “Con la sua forza soprannaturale, ma anche con gesti e parole semplici, ricche di umanità, egli guariva gli ammalati. Ad essi – scrive monsignor Sorrentino – faceva sentire condivisione e premura. Sapeva bene che spirito e corpo sono intimamente connessi, e che la cura, per essere efficace, deve essere globale, guardando a tutte le dimensioni della persona”.

Vicinanza e ringraziamenti anche a chi non crede. “Vorrei che questi auguri giungessero anche a coloro che, tra di voi, non si pongono in una prospettiva di fede. Quante cose tuttavia possiamo condividere! La bellezza della vita, la cura della nostra umanità, la speranza che dobbiamo tutti coltivare, sono punti di incontro che ci fanno bene, ci danno forza. Vi prego di sentire tutta la vicinanza della comunità cristiana. La esprimiamo soprattutto con la nostra preghiera, per voi che operate nei reparti ospedalieri, per voi che siete presenti nel territorio, per gli ammalati a voi affidati e per le vostre famiglie. Il servizio che svolgete – conclude il vescovo – richiede tanta efficienza e professionalità, ma ha bisogno soprattutto di un’anima. Il Signore vi dia forza nelle situazioni più complesse. La Pasqua vi porti serenità e consolazione. A nome dell’intera comunità diocesana, vi saluto con affetto e vi benedico. Auguri!”. Agli auguri del vescovo si aggiunge il sostegno pieno e forte della responsabile della Pastorale della salute della diocesi, Marina Menna. “In un periodo così critico per tutti noi – scrive – più che mai scienza e fede sembrano compenetrarsi. Ne è testimonianza la professionalità e l’impegno incondizionato che medici ed operatori sanitari mostrano nel curare le persone malate, spinti altresì da un inarrestabile desiderio di luce e speranza. È un’autentica riscoperta del valore della vita – conclude Menna – e di quanto sia importante amarla e preservarla”.

Perugia nel tempo del “Covid-19” la sperimentazione di una «clausura forzata», la lettera delle clarisse

Le sorelle Clarisse del Monastero di Sant’Agnese di Perugia, con una lettera (pubblicata nel loro sito: www.clarisseperugia.it), hanno inviato un pensiero alla cittadinanza per assicurare la loro vicinanza a tutti, in questo periodo di dura prova a causa del “Covid-19”.

Domande e silenzi. «Probabilmente – scrivono – ciascuno di voi sta sperimentando una clausura forzata, che in qualche modo vi accomuna a noi!». Inoltre suggeriscono che ai tanti «perché?», che l’umanità si sta ponendo in questi giorni, non ci sono «risposte» da dare, ci sono domande e silenzi da condividere.

Eucaristia e preghiera. Alla loro quotidiana preghiera, le Clarisse aggiungono dei momenti di Adorazione eucaristica in più e il loro pensiero va a quanto fece santa Chiara di fronte all’incombere del flagello dei saraceni o alle truppe di Vitale d’Aversa che voleva espugnare Assisi. L’unica “arma” della Santa fu l’Eucaristia, sostenuta dalla preghiera.

Sguardo al Crocifisso. Le Clarisse chiedono ai credenti di unirsi alla loro preghiera, lo chiedono a tutti: bambini, giovani, adulti e anziani e di non lasciarsi portare via la speranza, di non lasciare che la disperazione «alberghi il nostro cuore, ma volgiamo lo sguardo fiducioso al Crocifisso che in questo tempo di Quaresima dovrebbe stare davanti ai nostri occhi».

Operatori socio-sanitari. Non da ultimo le Clarisse riservano ringraziamenti e preghiera particolari a tutti quelli che in ambito sanitario e sociale si spendono al servizio della comunità. E concludono con un abbraccio affettuoso: «Il Signore ci benedica tutti, benedica le vostre famiglie, tenga lontano il pericolo; la Vergine Madre interceda per tutti».

Le Chiese di Camerino e Perugia insieme si rendono disponibili alle autorità sanitarie regionali attraverso la “Casa di Cura Clinica Lami” nella gestione dell’emergenza Covid-19

Le Archidiocesi di Camerino-San Severino Marche e di Perugia-Città della Pieve, pienamente partecipi e solidali con le tante famiglie che si trovano nella sofferenza nel pieno dell’emergenza sanitaria attuale, hanno nelle ultime settimane messo a disposizione le strutture della “Casa di Cura Clinica Lami di Perugia”, per collaborare, nelle modalità che le autorità sanitarie regionali riterranno utili, nella gestione di tale difficile momento. Ad annunciarlo, in una nota congiunta, gli arcivescovi delle due diocesi delle Marche e dell’Umbria, titolari della “Casa di Cura Clinica Lami”, monsignor Francesco Massara e il cardinale Gualtiero Bassetti.

L’arcivescovo presidente della Cei ha commentato l’iniziativa definendola «un segno tangibile della comunione fra Chiese sorelle da sempre collaborative in ambito socio-sanitario; basti pensare al varo del recente progetto dell’”Ambulatorio della Solidarietà” per persone in gravi difficoltà. Una collaborazione che oggi si intensifica per contribuire insieme a fronteggiare l’emergenza provocata da questa pandemia».

«La nostra Chiesa diocesana, che dalla scorsa settimana ha messo a disposizione del personale medico e infermieristico una delle sue strutture ricettive – conclude il cardinale Bassetti –, si mette ulteriormente a servizio del Sistema Sanitario Regionale».

Terni – la Caritas diocesana estende il servizio dell’Emporio della solidarietà alle famiglie in difficoltà a causa del Coronavirus

La Caritas Diocesana e l’associazione di Volontariato San Martino intendono accogliere l’invito del Santo Padre di prestare vicinanza e soccorso a chi “ha fame” e particolarmente provato da questo momento di emergenza sanitaria, non accede all’Emporio della solidarietà, non ha la possibilità di avere aiuti, non può lavorare o non ha lavoro .

Dato che anche le Parrocchie non riescono a distribuire gli alimenti, viene data la possibilità di un’ulteriore apertura degli accessi all’Emporio Solidale Diocesano di via Vollusiano,18 a Terni.

Premesso che questa apertura ulteriore sarà limitata alla durata del presente tempo di emergenza corona virus, ai beni che si riuscirà ad acquistare o reperire.

Per poter usufruire dell’Emporio solidale è necessario presentare domanda tassativamente tramite Parrocchia (Parroco o presbitero e/o coordinatore parrocchiale o Associazione che ivi gestisce la carità) che conosce, propone, segue il nucleo o la singola persona che segnalerà al Centro di Ascolto Diocesano. ”

La Caritas Diocesana e la Associazione di Volontariato San Martino si riservano la facoltà, in un secondo momento, di richiedere al dichiarante o al beneficiario eventuali documenti che comprovano lo stato momentaneo di necessità.

Successivamente alla segnalazione le persone saranno chiamate dagli operatori dell’Emporio e potranno accedere uno alla volta e solo su appuntamento. Le famiglie potranno prelevare gli alimenti per un importo massimo di € 50,00 ogni 15 giorni, che corrispondono a 1000 punti/cuori, mentre un singolo 500 punti/cuori che corrispondono a 25,00 ogni 15 giorni.

Perugia: Il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti ha celebrato l’Eucaristia della V Domenica di Quaresima nella cattedrale di San Lorenzo vuota, affidando alla Madre della Grazia la protezione di “tutti i figli e le figlie della nostra amata Chiesa perusina-pievese”, trasmessa in diretta da Umbria Tv, Umbria Radio InBlu e dai social media ecclesiali.

Fratelli e sorelle, abbiamo ancora negli occhi, ma soprattutto nel cuore, le immagini di quanto abbiamo vissuto venerdì sera, con Papa Francesco. Faceva una immensa tenerezza il Pontefice, anziano, con la sua veste bianca, che risaliva lentamente Piazza San Pietro, oscura, vuota e bagnata dalla pioggia. Affaticato, non solo dagli anni, ma anche dai drammi, che il Signore ha voluto caricare sulle sue spalle, che poi sono anche i nostri drammi e le croci di tutta l’umanità.

Come non continuare a pensare e a pregare per tutti i fratelli colpiti da questo nemico, invisibile, ma che appare anche al momento invincibile?

Spettatori di episodi di vero eroismo.

Per i malati, per coloro che li assistono. Tutti i giorni siamo spettatori di episodi di vero eroismo: dice Gesù “non c’è amore più grande di dare la vita per le persone che si amano…”. E come non ricordare le migliaia di persone che il Signore ha chiamato a sé da questa vita? Durante la scorsa settimana ci sono stati diversi momenti significativi. Giovedì scorso il Padre Nostro pregato insieme al Papa e a tutti i fratelli cristiani di tutte le confessioni; venerdì ogni Vescovo d’Italia ha presieduto, in uno dei cimiteri della propria Diocesi, un momento di preghiera. Un gesto di carità, di pietà cristiana e di vero affetto per chi ha dovuto fare l’ultimo passo della propria vita, in una solitudine totale, senza una preghiera, senza una parola di conforto, senza nessuno che gli stesse ad asciugare il sudore della morte, perché anche a morire si fa fatica. E io, in 54 anni di sacerdozio, ne ho visti tanti morire!

Venire fuori da una vita piatta.

Carissimi, proseguendo il nostro cammino quaresimale, siamo giunti alla V domenica, chiamata anche la I di Passione. Il Vangelo secondo Giovanni ci presenta il miracolo della risurrezione di Lazzaro, amico intimo di Gesù. Si tratta di un episodio che noi tutti conosciamo bene; questo è un fatto positivo, ma potremmo correre il rischio di non riflettere a fondo e soprattutto di non applicarlo alla nostra vita… certo, non ci manca il tempo in questo periodo per poter tornare a riflettere sulla Parola di Dio… Vi proporrò solo un punto di riflessione del Vangelo. Gesù dice di sé stesso: “Io sono la Risurrezione e la vita, chi crede in me, anche se muore, vivrà…”. “Io sono la Risurrezione e la vita…”, questo vuol dire che Lui ama e benedice la vita. Dopo che fu tolta la pietra del sepolcro dell’amico, Gesù gridò a gran voce: “Lazzaro, alzati, vieni fuori!”.

“Vieni fuori”, ci ripete Gesù stamani: vieni fuori dal sonno, dalla pesantezza, dalla menzogna della tua vita… vieni fuori dai tuoi conformismi o compromessi… Vieni fuori, ci dice Gesù, da una vita piatta, fatta di abitudini e di comodità… Smettila di morire spiritualmente! È tempo di vivere… Vuoi deciderti a partecipare alla mia Risurrezione? Avete sentito quello che ci ha detto San Paolo: “Lo Spirito di Dio abita in voi, e lo Spirito Santo è vita”!

Fare il bene anche chiusi in casa.

“Alzati”, ci dice Gesù: risorgi, mettiti in piedi. Non sciupare il tempo, rimboccati le maniche… non aspettare per fare il bene: si può fare anche chiusi in casa. Soprattutto a voi giovani Gesù dice: vivete la vostra vita in pienezza! Voi mi direte: come fare, e proprio in questo tempo? Mentre siamo così provati? Tutto questo è vero, ma con la luce e l’energia che ci vengono dalla preghiera e dalla Parola di Dio, non ci mancherà la forza di affrontare la nostra esistenza con coraggio, a testa alta, nonostante le difficoltà.

L’esempio di un coraggioso cristiano.

Voglio proporvi l’esempio di un cristiano, di un autentico testimone, che dopo lunga malattia ci ha lasciato all’inizio di questa settimana: Carlo Casini. Promotore e coraggioso testimone per quasi mezzo secolo del Movimento per la Vita. Personalmente ho perso un amico carissimo e tanto stimato: un cristiano tutto d’un pezzo, che coi gesti, le parole, il suo volto, illuminato di luce evangelica, ha sempre annunciato il Vangelo della vita, dal primo istante del suo concepimento fino all’ultimo respiro. Quante vite salvate, quante ragazze madri, restituite alla loro dignità di donna… Di lui il Papa ha detto “un fervente cattolico, che nelle pubbliche attività si è adoperato con generoso impegno per promuovere la vita nascente”. Fratello, amico Carlo, ti ricorderò nella Messa di oggi assieme a quei medici generosi, a quei sacerdoti esemplari, a tutte quelle persone che, come te, hanno saputo fare della loro vita un dono prezioso.

L’atto di affidamento alla Madre della Grazia.

Al termine di questa celebrazione, compirò, come già è stato annunciato, l’atto di affidamento al Cuore di Maria, Madre della Grazia, per tutti i figli e le figlie della nostra amata Chiesa perusina-pievese.

Carissimi, abbiate fiducia in Dio: Dio non ci lascia soli nel nostro cammino. Lui ci guida con braccio forte e potente, anche se talvolta noi abbiamo l’impressione di essere soli in mezzo ad un deserto. Dio ci accompagna sempre, con la luce del Risorto e con il suo Spirito. Lui, anche attraverso sentieri che appaiono difficili, ci condurrà alla gioia perfetta del suo Regno.

Gualtiero Card. Bassetti

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Al termine della celebrazione eucaristica, il cardinale Gualtiero Bassetti si è recato davanti all’immagine della Madonna delle Grazie (dipinta da un allievo del Perugino), tanto venerata dai perugini, e ha recitato la sua preghiera di affidamento alla Beata Vergine Maria della città e dell’intera comunità diocesana.

Maria, Madre della Grazia, ecco i tuoi figli, raccolti attorno a te, in questo periodo di dolore e di lacrime per la sorte di tanti nostri fratelli, e per i pericoli, che a causa di questa pandemia, incombono su di noi e sull’umanità intera. / Noi siamo qui, dinanzi alla tua dolce icona, per cercare rifugio, sotto la tua protezione materna, ed implorare con fiducia la tua intercessione, di fronte alle sfide che il futuro nasconde. / Davanti alla tua venerata icona, in un pellegrinaggio che abbraccia i secoli, si sono inginocchiati i nostri padri. Qui ha vibrato l’entusiasmo dei giovani; qui si è levata l’implorazione degli ammalati; qui sono passate le famiglie, i sacerdoti, i consacrati, uomini del lavoro e della scienza, bambini e adulti; e tutti, nel tuo Figlio diletto, hanno riconosciuto il Verbo di Dio, fatto carne nel tuo seno. / Noi, nel cuore di questa novena in tuo onore, vogliamo affidare al tuo Cuore Immacolato questa nostra Chiesa perusino-pievese, che invoca la tua protezione e il tuo conforto. Liberaci, o Madre Santa, da questa peste, che ammorba la nostra Italia e il mondo. / Oggi, come mai nel passato, l’umanità è a un bivio. E, ancora una volta, la salvezza è tutta e solo, o Vergine Santa, nel tuo Figlio Gesù. Per questo, Madre, come l’Apostolo Giovanni, noi vogliamo prenderti nella nostra casa, per imparare da te a conformarci al tuo Figlio. / “Donna, ecco i tuoi figli”. / Siamo qui, davanti a te, per consegnare alla tua premura materna noi stessi, questa nostra Chiesa e l’umanità intera. Implora per noi il Figlio tuo diletto, perché ci doni in abbondanza lo Spirito Santo. / Lo Spirito apra i cuori alla giustizia e all’amore, induca le persone e le nazioni alla reciproca comprensione e ad una ferma volontà di pace. / Ti affidiamo tutti gli uomini, a cominciare dai più deboli: i bimbi non ancora venuti alla luce, quelli che allietano le nostre famiglie, i giovani alla ricerca di senso, le persone prive di lavoro, gli anziani e i malati. Ti affidiamo le famiglie dissestate, e quanti sono soli e senza speranza. / Aurora di salvezza, volgi il tuo sguardo benigno sulla nostra Diocesi, perché, sotto la tua guida, scopra Cristo, luce del mondo ed unico salvatore, che regna col Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. / Ame.

Gualtiero Card. Bassetti

Perugia: La struttura ricettiva diocesana “Villa Sacro Cuore” accoglie gratuitamente il personale sanitario impegnato nell’assistenza a pazienti affetti da Covid 19. Il cardinale Bassetti: “E’ un segno della nostra vicinanza concreta a quanti sono in prima linea, ad alto rischio per sé stessi e per le loro famiglie, un modo per aiutarli a proseguire con più serenità la loro delicata missione”

“Come possiamo aiutare concretamente quanti si trovano in questo difficilissimo momento a lavorare quasi ininterrottamente negli ospedali per curare le persone affette da questa pandemia?”. E’ la domanda che il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo i Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, si è posto nel tenersi in contatto telefonico con i rappresentanti degli organismi di categoria che collaborano con l’Ufficio per la pastorale della salute e con la Caritas diocesana. La risposta non si è fatta attendere da parte dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Perugia, suggerendo all’Archidiocesi di mettere a disposizione un alloggio in modo da contribuire a migliorare le condizioni di sicurezza di tutti gli infermieri e i medici impegnati in prima linea e dei loro familiari. “In questo momento particolarmente difficile per la sanita, la società e la professione, è necessario creare condizioni di vita più sicure dopo il lavoro a quanti di noi sono impegnati direttamente nell’assistenza a persone affette da infezione da Covid 19”. A sottolinealo è il dottor Palmiro Riganelli, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Perugia, nel dare la notizia attraverso la nota dell’Ufficio stampa diocesano dell’accordo siglato con l’Archidiocesi perugino-pievese. Un simile accordo può essere esteso anche al personale medico che ne farà richiesta.

“Quest’accordo – commenta il cardinale Bassetti – è un segno della vicinanza concreta della nostra Chiesa a quanti sono in prima linea, ad alto rischio per sé stessi e per le loro famiglie, un modo per aiutarli a proseguire con più serenità la loro delicata missione. Nel mettere gratuitamente a disposizione una nostra struttura ricettiva, è quel farsi prossimo nei momenti di particolare necessità e difficoltà che ci viene insegnato dal Vangelo e ricordato costantemente da papa Francesco. Dobbiamo saper coniugare nella nostra vita la fede alla carità per alimentare la speranza, soprattutto in questo momento di grande prova. Questo nostro gesto possa essere di esempio ad altre realtà, anche della Chiesa italiana, che sono nella condizione di aiutare quanti, come ho detto ieri nella preghiera al Cimitero monumentale di Perugia, sono in prima linea, in trincea, sul fronte di questa guerra che, con l’aiuto di Dio sono sicuro l’uomo riuscirà a vincere grazie alle tante professionalità che abbiamo e alla ricerca scientifica all’avanguardia che tanto si sta prodigando nello studio di nuovi farmaci”.

“Con questo contributo di cui si ringrazia infinitamente l’Archidiocesi nelle persone del cardinale Gualtiero Bassetti, del vescovo ausiliare mons. Marco Salvi, del direttore dell’Ufficio amministrativo don Riccardo Pascolini e del direttore della Caritas Giancarlo Pecetti – evidenzia il dottor Palmiro Riganelli –, si vuole esprimere tutta la nostra solidarietà e riconoscenza allo sforzo dei nostri colleghi per tutto quello che stanno facendo per aiutarci a difenderci in questo terribile momento”.

Nel dettaglio, l’accordo siglato tra l’Archidiocesi e l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Perugia – reso possibile grazie anche al contributo economico di un imprenditore perugino -, prevede la possibilità di mettere a disposizione circa cinquanta alloggi temporanei e straordinari per almeno 30 giorni presso la struttura ricettiva diocesana “Villa Sacro Cuore” (zona Montebello) del capoluogo umbro, “per tutti gli infermieri assegnati si servizi COVID 19 che continuano a lavorare nel proprio servizio – prevede l’accordo –, trovando una sistemazione diversa dal proprio domicilio per tutelare anche i propri familiari conviventi”. Gli interessati devono inviare specifica richiesta tramite e-mail al presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Perugia, dott. Palmiro Riganelli (presidenza@opiperugia.it).

“Nella richiesta – precisa l’Ordine – devono essere autocertificate le proprie generalità, compreso il luogo di residenza/domicilio i recapiti e-mail e telefonici, la motivazione e quindi, quantomeno, la convivenza con un proprio nucleo familiare e comunque con un’altra persona nello stesso domicilio e l’assegnazione a servizi Covid 19”.

Città di Castello – il vescovo Cancian e il sindaco Bacchetta in preghiera davanti all’immagine della Madonna delle Grazie. “Vicinanza a tutte le famiglie”IGLIE”

Il sindaco Luciano Bacchetta e il vescovo di Città di Castello mons. Domenico Cancian nella mattina di sabato 28 marzo 2020 si sono recati nella Chiesa della Madonna delle Grazie per un momento di raccoglimento e preghiera. Era presente anche il parroco don Andrea Czoterk.
“La mia presenza qui si innesta in una tradizione plurisecolare che vede la Chiesa e il comune gestire insieme il culto alla Madonna delle Grazie – ha detto il sindaco Luciano Bacchetta – Fin da quando venne dipinta, nel 1456, l’immagine della Madonna fu concepita con un significato di protezione sulla città, disegnata ai piedi della Vergine e da Lei, insieme a san Florido, presentata a Gesù perché la benedica. Nei secoli il Comune ha più volte accolto la grande sensibilità mariana dei cristiani tifernati proclamando Città di Castello come Città di Maria nel 1622 e riconoscendo ufficialmente la Madonna delle Grazie quale patrona cittadina nel 1783. Fino al terremoto del 1789 anche nel Palazzo Comunale si conservavano più riproduzioni della Madonna delle Grazie, un affrescata sulla volta della Sala Consiliare e un’altra su tavola negli uffici.
La mia presenza oggi vuole esprimere la partecipazione di tutti gli amministratori pubblici alla preoccupazione della cittadinanza e di tutta la comunità altotiberina e la nostra vicinanza alle famiglie che hanno avuto defunti o malati, come anche a tutti coloro che sono sottoposti alle forme di prevenzione del contagio o che mettono a rischio la loro vita per assicurare, attraverso il loro lavoro, i necessari approvvigionamenti e servizi. È un momento difficile, che supereremo con l’impegno comune e con una ritrovata unità. Ringrazio tutti gli operatori sanitari, le forze dell’ordine, i volontari e quanti, in questo tempo di sacrifici, si impegnano per sconfiggere il contagio, lenire le sofferenze e garantire la vita sociale così come oggi è possibile”.
“Nella Chiesa della Madonna delle Grazie preghiamo perché il virus sia sconfitto e per le persone che hanno combattuto o stanno combattendo ad ogni livello contro questa terribile pandemia. Abbiamo ripetuto l’antica preghiera Maria mater Gratiae, Tiferni suscipe curam, con la quale Città di Castello ha chiesto aiuto in occasione di altre emergenze, dal 1500 alla Seconda guerra mondiale. È una storia che continua e costituisce uno degli elementi caratteristici dell’identità tifernate. Per questi motivi abbiamo voluto un momento di preghiera personale, come manifestazione di vicinanza alle persone, nel solco di una storia plurisecolare” ha detto il vescovo mons. Domenico Cancian, che ha pronunciato questa preghiera. “Vergine Santissima delle Grazie, raccolti con devozione ai piedi della tua antica immagine in questo momento di grande preoccupazione, rinnoviamo la nostra fiducia in te, madre e mediatrice della grazia divina. Con gratitudine ricordiamo la devozione dei nostri padri che ti hanno invocata in tempo di contagio, di siccità, di inondazione, di terremoto e di guerra. Vergine Santissima delle Grazie, continua a volgere il tuo sguardo d’amore su di noi, sulla nostra città, sulla nostra diocesi e sul mondo intero flagellato dal contagio: accogli le nostre gioie e le nostre speranze, sostienici nelle tristezze e nelle angosce, rendici fedeli alla carità evangelica. In questo tempo nel quale sperimentiamo la fragilità della condizione umana affidiamo alla tua materna intercessione i malati e le loro famiglie, tutti coloro che se ne prendono cura, i pubblici amministratori chiamati a prendere decisioni sagge ed efficaci, quanti sono impegnati nella ricerca scientifica: benedici, Madre della Divina Grazia, l’impegno di tanti uomini e donne di buona volontà, ottieni per tutti i popoli la liberazione dall’epidemia perché in ogni parte della Terra si possa tornare sereni alle nostre occupazioni quotidiane rafforzati nell’unità, nella solidarietà e nell’amore e lodare Dio con un cuore rinnovato. Vergine, Madre di Dio e della Chiesa, sii per noi mediatrice di grazie. Amen

L’immagine sacra. L’immagine della Beata Vergine Maria della Chiesa della Madonna delle Grazie, edificata nel 1306 dai Servi di Maria, è una tavola raffigurante la Madonna in trono tra i santi Florido e Filippo Benizi, commissionata nel 1456 da Giovanni di Piamonte, collaboratore di Piero della Francesca. Nell’immagine la Vergine Maria è rappresentata nell’atto di indicare Città di Castello al figlio Gesù Città di Castello, affinché la benedica; questo gesto è condiviso con san Florido. La tavola, esposta all’esterno, fu da subito oggetto di una grande venerazione e quindi nel 1500 fu protetta in una cappella laterale da una confraternita per la gestione del culto e scoperta ogni 25 anni. Il pannello poteva essere aperto con l’impiego contemporaneo di tre chiavi, tenute rispettivamente dal priore della confraternita, dal priore del convento e dal magistrato cittadino, cioè dal comune. In realtà veniva scoperta anche in condizioni critiche per la città: il primo caso noto risale al 1514, quando la Madonna delle Grazie viene portata in processione per chiedere la fine di una pestilenza scoppiata l’anno prima. Altrettanto avvenne nel 1525, nel 1527 e nel 1545.
Nel 1630 la peste, quella raccontata da Alessandro Manzoni, che a Monterchi risparmio solo 20 persone su 500, risparmiò Città di Castello il comune organizzò una pubblica cerimonia di ringraziamento alla Madonna delle Grazie.
Poi i terremoti: del 1730-31 quando ci furono anche pellegrinaggi da tutta la Valtiberina e preghiere collettive. Nel 1741, nel 1752, nel 1781 fu il comune a decretare lo scoprimento dell’immagine, perché il terremoto non produsse vittime e nel 1783 il comune proclamò la Madonna delle Grazie patrona della città. Il terremoto del 1789 lesionò la cappella: l’immagine della Madonna delle Grazie venne portata processionalmente attorno alle mura e poi esposta alla venerazione presso il torrente Cavaglione. Sopra l’ingresso della casa colonica “La Commenda”, al numero 20 di Viale Angelo Zampini, è ancora presente un’epigrafe su marmo che ricorda il fatto. Anche nelle epidemie ricorrenti di tifo e colera del 1800 l’immagine della Madonna delle Grazie fu un riferimento e in occasione dei due conflitti mondiali il santuario ha ospitato preghiere per la pace, sia in forma privata che pubblica. Alla fine del secondo conflitto mondiale l’immagine è stata portata in tutte le parrocchie e in quasi tutte le case della diocesi, che allora aveva parrocchie anche in Toscana e nelle Marche.

Gubbio – coronavirus e la preghiera a sant’Ubaldo scritta da mons. Luciano Paolucci Bedini

Una preghiera a sant’Ubaldo per invocare la cura e l’intercessione del patrono di fronte alla dura prova della pandemia da Coronavirus. L’ha scritta il vescovodi Gubbio, mons. Luciano Paolucci Bedini che in questi giorni, insieme ai Canonici regolari lateranensi e ad altri sacerdoti diocesani, sta celebrando quotidianamente la Santa Messa proprio nella Basilica sulla cima del monte Ingino. E’ l’atto di affidamento di una comunità intera – quella della diocesi di Gubbio – al suo amato protettore.

Preghiera a Sant’Ubaldo
nella dura prova della Pandemia di Coronavius

Nostro Padre Ubaldo,
tu che hai sofferto il timore,
il turbamento e l’umiliazione della malattia
proprio nel tempo della quaresima,
prega per noi e aiutaci a pregare con fiducia il Signore.

Custodisci le famiglie, i piccoli e gli anziani.
Riscalda i cuori di chi è solo in casa.
Proteggi i più fragili e deboli tra noi.
Difendi gli ammalati e i contagiati.
Sostieni i sanitari che lottano per curare tutti.
Incoraggia chi ha responsabilità per il nostro bene.
Consola chi ha subito la perdita di una persona cara.
Rafforza lo spirito di chi prega con fede.
Benedici ogni atto di amore che ci doniamo.
Aiutaci a credere nella forza della Pasqua!

Custode santo della nostra terra,
veglia su tutti i tuoi figli
e abbi cura di noi.
Amen.

Città di Castello – le indicazioni sulla modalità delle attività della Caritas diocesana

La Caritas diocesana di Città di Castello vive con difficoltà questo momento di emergenza legato al diffondersi del Coronavirus, sia per la limitazione che i provvedimenti hanno dato ai nostri servizi, sia per l’impossibilità di stare vicino alle persone che quotidianamente accompagniamo nelle loro fragilità e difficoltà. La nostra missione ha come scopo quello di alleviare le sofferenze del nostro prossimo, e non poterlo fare al meglio ci rende tristi e quasi impotenti di fronte a ciò che invece servirebbe. Le persone fragili in questo momento sono ancora più fragili e bisognose di aiuto e di conforto. Ma la situazione è questa e ne prendiamo atto. In ogni caso alcune attività stanno continuando e siamo disponibili a farlo. La mensa diocesana che quotidianamente in tempi normali, distribuisce circa 30/40 pasti al giorno, svolge servizio solo per pasti da asporto sia per i residenti che per i senza fissa dimora, che vivono una particolare difficoltà, l’emporio della solidarietà aperto fino a qualche giorno fa come tutti i negozi di generi alimentari, mantiene attualmente una minima disponibilità per le emergenze.

I nostri centri di ascolto parrocchiali per il momento non possono effettuare il loro servizio, i nostri uffici e il centro di ascolto diocesano, pur non potendo accogliere persone garantisce in ogni caso un servizio telefonico per le emergenze e per chi sente la necessità di condividere con noi questo momento di difficoltà. I nostri ragazzi richiedenti asilo circa una ventina che vivono nelle case parrocchiali con le quali abbiamo fatto una specifica convenzione, stanno in casa, ben informati sul comportamento da tenere, e periodicamente li riforniamo presso le loro abitazioni dei beni alimentari e prodotti per l’igiene di cui hanno bisogno.

L’azienda agricola “Le cascine” continua la sua attività, come le altre aziende agricole pur non facendo vendita al mercato dei suoi prodotti, ma mantiene attivo il punto vendita presso la sede. Siamo anche disponibili per ricevere richieste di persone sole o anziani bisognosi di aiuto in questo momento, ci attiveremo per trovare una soluzione ai loro bisogni. Siamo vicini a tutti i malati alle persone coinvolte nel sevizio, ringraziamo personale e volontari del servizio sanitario e delle forze dell’ordine che stanno dedicando parte della loro vita per stare vicino a chi soffre. In questo momento di sofferenza non ci sfugga però, che ogni fase porta con sé un momento di riflessione. La fede, la speranza e la carità ci guidino in questo momento, nell’attesa che questa nostra umanità possa trarre insegnamento da questo evento. Ritrovare il senso profondo della vita, la fede, le buone relazioni , l’amore reciproco, l’aiuto al prossimo. Se ci riusciremo avremo saputo leggere i segni e colto l’occasione per darci una nuova possibilità. Auguriamo ogni bene a tutti voi!

Equipe Caritas Diocesana

www.caritascdc.it

Telefono: 075.8553911; mail: info@caritascdc.it;

Perugia – “La Croce è vita”. Terza “Lettera settimanale di collegamento” del cardinale Bassetti alla comunità diocesana nel tempo del “Coronavirus”, in preparazione alla Settimana Santa

«Quest’anno per noi e per una moltitudine di nostri fratelli, penso soprattutto a coloro che sono stati colpiti dal coronavirus, la Via Crucis non è soltanto quella scritta sui libri di pietà, ma anche quella che tocca le loro persone, le loro famiglie e gran parte dell’umanità. Lo scrive il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, alla comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve nella sua “Lettera settimanale di collegamento” – la terza nei giorni del “Coronavirus” – pubblicata sul sito dell’Archidiocesi (www.diocesi.perugia.it) e inviata a parrocchie, comunità religiose, associazioni e movimenti ecclesiali attraverso la newsletter Nuntium Perusinum (per chi fosse interessato a riceverla: http://diocesi.perugia.it/modulo-iscrizione-nuntium-perusinum/).

Il perché. «Molti – prosegue il cardinale nella sua missiva – si stanno domandando con Giobbe: “C’è qualcuno che ascolta il mio (il nostro) grido?”. Altri mi domandano: “Come il Signore può permettere tutto questo?”. È comprensibile la domanda di Giobbe, perché tante volte anche noi vorremmo quasi chiedere conto a Dio delle sue azioni. Quando infatti Dio compare nella vita del suo servo, non dà risposte dirette sul perché del dolore umano, ma gli pone altre domande… Solo alla fine Giobbe avrà il coraggio di rispondere: “Fino ad ora ti conoscevo per sentito dire, ora i miei occhi ti hanno visto…”».

La sofferenza. «Oggi possiamo dirlo anche noi, da persone alle quali è stato annunciato il Vangelo. Soltanto in Gesù, volto umano della misericordia di Dio, c’è una risposta al mistero grande della sofferenza. Lui si fa totalmente solidale col dolore degli uomini, prende la loro carne e ne percorre tutta la Via Crucis fino ad accogliere su di sé tutti i drammi, le sofferenze, i pericoli dell’intera umanità, e così tutto viene illuminato di luce nuova: la luce della Risurrezione. La sofferenza sperimentata da Gesù fino all’estremo limite non è certamente meno dura di quella di tanti suoi fratelli, oggi in un modo o in un altro crocifissi, flagellati nella loro carne, calpestati nella dignità e privati dei loro diritti».

La vittoria. Quasi ad anticipare i temi di riflessione della Settimana Santa, Passione, Morte e Risurrezione del Signore, il cardinale ricorda che «anche Gesù è giunto al culmine di un dramma umano: “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?”. Nulla gli è stato risparmiato nella sua passione, tutto gli è stato tolto, dalla sua veste fino a sua madre: “Donna, ecco tuo figlio!”… Nulla gli fu risparmiato di quanto possa chiamarsi miseria umana. Ma la sua lotta, la sua morte in croce, sono stati la nostra vittoria».

Il testo integrale della terza lettera del cardinale Bassetti nel tempo del “Corona virus”, che ha per titolo “La Croce è vita”, è scaricabile al seguente indirizzo: http://diocesi.perugia.it/lettera-settimanale-collegamento-del-cardinale-gualtiero-bassetti-alla-comunita-diocesana-martedi-24-marzo-2020/ .