Torna a Gubbio “La notte dei Santi”, per vivere la ricorrenza di Ognissanti in maniera diversa rispetto alle feste a tema horror di Halloween e prepararsi alla memoria dei defunti. A partire dalle ore 20.45 di giovedì 31 ottobre, la Cattedrale eugubina ospiterà un momento di preghiera in preparazione alla solennità di tutti i Santi. Al termine, un corteo in processione arriverà fino alla chiesa di San Marziale, dove alle 21.15 sarà celebrata la santa messa presieduta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini e dove poi la preghiera continuerà per tutta la notte.
Serata di apertura straordinaria del Museo diocesano
In parallelo, a cominciare sempre dalle ore 21.15, nella Chiesa cattedrale sarà possibile visitare la cappella del Santissimo Sacramento e l’armadio delle reliquie e, grazie all’apertura straordinaria e gratuita del Museo diocesano, anche lì sarà possibile vedere i reliquiari in esso custoditi.
Una notte di preghiera e adorazione a San Marziale
Tornando a San Marziale, per tutta la notte sarà possibile avvicinarsi al sacramento della riconciliazione grazie alle confessioni e all’adorazione eucaristica. Infine, alle ore 6 del mattino del primo novembre, ci sarà la recita delle Lodi e la colazione insieme per tutti i partecipanti. L’iniziativa è organizzata dalla Chiesa eugubina, dalle sorelle del Piccolo testamento di san Francesco, dall’ufficio diocesano di pastorale giovanile e dal Polo museale diocesano di Gubbio.
Come ormai consuetudine, nel mese di ottobre il vociare festoso di giovani e ragazzi è tornato a farsi sentire nelle strade del centro eugubino e in quelle delle comunità parrocchiali della periferia. Nello scorso fine settimana, infatti, è iniziata la raccolta cibo proposta dal Centro diocesano missionario di Gubbio.
I legami della Chiesa eugubina con l’America Latina
La Chiesa eugubina, infatti, ha molti contatti con l’America Latina in particolare grazie al sacerdote fidei donum in Bolivia, don Antonio Zavatarelli. Lo stesso don Leonardo Giannelli, coordinatore del Centro missionario, è stato per oltre vent’anni missionario in Bolivia. Anche stavolta, grazie alla raccolta cibo, sarà riempito un intero container.
Come contribuire alla raccolta cibo
Tutti possono contribuire donando pasta, riso, farina, olio, zucchero, scatolame. Il cibo raccolto sosterrà la vita delle parrocchie di Peñas e Santiago de Huata, insieme alla Casa di Batallas, che portano avanti progetti di crescita locale offrendo formazione, vicinanza e aiuto alle famiglie più bisognose. In molte zone della diocesi eugubina i ragazzi sono già passati, mentre domenica 3 novembre si attiverà la parrocchia di San Pietro nel centro storico eugubino e – sempre i primi giorni di novembre – la raccolta raggiungerà anche Umbertide.
Le prossime tappe della raccolta
Per quasi un mese, comunque, sarà possibile portare le provviste presso le parrocchie o direttamente a “Casa Giovani” a Sant’Agostino di Gubbio, tutti i giorni dalle ore 15 alle 19.30. Dal 22 al 24 del mese prossimo è previsto il campo di lavoro per l’inscatolamento dei viveri raccolti ed entro metà dicembre ci sarà il carico e la partenza del container, che entro sei mesi arriverà poi in Bolivia. Per informazioni e contatti si può scrivere a centromissionario@diocesigubbio.net o chiamare il numero 3381768027.
Di “chiasso”, a Perugia, i cento ragazzi e ragazze della “Missione Giovani 2024” ne stanno facendo nell’annunciare a tanti loro coetanei la gioia e la felicità della vita attraverso il Vangelo. È quanto è avvenuto nelle prime cinque giornate di questa esperienza di fede, di incontro, dialogo e socialità, in svolgimento dal 18 al 27 ottobre, guidata dall’equipe della “Missione ed evangelizzazione” dei Frati Minori dell’Umbria insieme ad altri religiosi e religiose, a sacerdoti diocesani e seminaristi.
Un “chiasso” che lo aveva “promesso” fra’ Alfio Vespoli, responsabile della “Missione”, all’arcivescovo Ivan Maffeis, alla celebrazione di avvio, il 18 ottobre: «Faremo un chiasso insopprimibile soprattutto nel cuore dei giovani che incontreremo in città…». Ben 400 di loro hanno accolto l’invito dei coetanei missionari a partecipare alla prima delle catechesi serali (ore 21), al Teatro Pavone (dal 22 al 26 ottobre) a cura dei Frati Minori.
Alcuni prendevano appunti come se stessero ad una lezione universitaria, altri concentrati ad ascoltare facendo il gesto di “silenzio” con il dito indice davanti alle labbra ai vicini di posto… Tanti volti dagli sguardi attenti e pochissimi gli occhi assonnati come anche gli sbadigli. «Si è colto un grande interesse e coinvolgimento, oltre le più rosee aspettative…»: è stato il commento, a caldo, dei giovani missionari.
Anche la preghiera dell’adorazione eucaristica in cattedrale, che ha concluso la giornata, ha visto una folta partecipazione di ragazzi e ragazze. Tra questi anche chi non è un assiduo frequentatore di luoghi di culto, come alcuni giovani che non hanno esitato a “confessare” agli amici: «Era da molto tempo che non entravo in chiesa…».
Ieri è stato un giorno particolare per i giovani, il 22 ottobre la Chiesa fa memoria liturgica di un grande santo, Giovanni Paolo II, il Papa delle Giornate Mondiali della Gioventù (GMG). A ricordarcelo, a margine della sua catechesi al Pavone, è stato fra’ Mirco Mazzocato, del servizio orientamento giovani dei Minori Francescani di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola. «Oggi l’abbiamo pregato ed io ho sentito forte la sua intercessione – ci ha raccontato il frate –. Mi tornano alla mente le sue famosissime parole al Giubileo del 2000, quando disse ai giovani: “E’ Cristo che cercate quando sognate la felicità”. Mi sembra che i giovani abbiamo desidero di felicità, una generazione diversa che va molto ascoltata e compresa, ma resta insopprimibile l’anelito di gioia che è nell’uomo. Noi nasciamo per questo e c’è poco da raccontarsi… Siamo creati per essere felici, ma poi sta a noi nell’essere messi nella condizione di ricevere quella Parola che dà volto a Colui che i giovani stanno da sempre cercando anche se spesso non lo sanno».
Fra’ Mirco ha dedicato la catechesi sulla “donna emorroissa” del Vangelo di Marco (Mc 5,25), dicendoci, all’uscita dal Pavone: «Abbiamo rivisto per la nostra conversione, che stavamo sopra il palco, di come ancora oggi dentro le sfide della vita tanti giovani hanno fame e sete di toccare qualcosa che resti, la speranza. Hanno voglia di toccare il lembo del manto di Gesù… Sento nel cuore di ringraziare i tanti sacerdoti delle parrocchie che continuano a lavorare nella messe, che è il campo della Chiesa, del mondo continuando ad essere strumento e padri per condurre i giovani davanti al Signore».
Nelle prime cinque giornate di missione i giovani hanno visitato il Carcere, recitato il rosario nella chiesa dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia, fatto tappe al Pala Barton per sostenere la “Sir Safety Perugia”, la squadra campione di volley, al vicino Luna Park, alle facoltà universitarie, ai luoghi e locali del centro storico più frequentati come “Umbro’” (ospitati dall’ARCI), non mancando all’appuntamento quotidiano dell’adorazione eucaristica ( ore 10.30-0.30), nell’antica chiesa della Misericordia della centralissima piazza Piccinino, a pochi passi dalla cattedrale di San Lorenzo.
Il “viaggio” continua con le ultime tappe: giovedì 24, venerdì 25 e sabato 26, sempre alle ore 21, presso il Teatro Pavone si svolgeranno le ultime tre catechesi: tre incontri che puntano a far sentire come l’incontro con il Signore Gesù risponda alle domande più profonde di vita che ciascuno si porta dentro. Domenica 27, alle 11, la celebrazione conclusiva in Cattedrale con il Vescovo Ivan Maffeis.
«Per la Caritas la comunicazione è anche formazione nel raccontare tante attività e tante loro storie di vita. La nostra formazione nasce soprattutto dall’ascolto che facciamo delle comunità, delle persone che incontriamo e questo è il nostro punto di forza non soltanto nell’accompagnare le persone nelle situazioni di difficoltà». Lo ha detto don Marco Pagniello, direttore della Caritas italiana, nell’aprire i lavori del recente Coordinamento nazionale degli addetti alla Comunicazione delle Caritas diocesane, tenutosi a Roma in Caritas italiana, dedicato al “Dare voce ai territori”, vissuto anche come evento conclusivo di un ciclo di quattro incontri formativi online dal titolo: “Dalla progettazione all’attuazione di un piano editoriale”.
Al Coordinamento anche i rappresentanti delle Caritas diocesane umbre di Città di Castello, Foligno e Perugia. È stata una proficua occasione di confronto con i direttori de Avvenire, Marco Girardo, di Tv2000 e Radio InBlu, Vincenzo Morgante, dell’agenzia di stampa SIR, Amerigo Vecchiarelli, dell’Ufficio nazionale Comunicazioni sociali della CEI, Vincenzo Corrado, e con il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa, Massimo Monzio Compagnoni. A coordinare i lavori Paolo Valente, vice direttore e responsabile della Comunicazione di Caritas italiana.
«Ci stiamo riorganizzando al meglio – ha proseguito don Pagniello – per quelle che sono le nuove sfide attraverso un piano pastorale strategico, dando alla Comunicazione un ruolo importante, perché per noi la pedagogia dei fatti vuol dire realizzare delle opere segno che, per essere tali, devono comunicare qualcosa. Non ci si deve limitare a comunicare la prestazione di un servizio, non solo di un piatto caldo, di un posto letto, ma, come direbbe Papa Benedetto XVI, “il profumo e il sapore del Vangelo”».
«In questa riorganizzazione – ha precisato – ci siamo dati tre obiettivi. Il primo, lavorare con e per la comunità, perché non dobbiamo comunicare solo come Caritas, ma quello che la Chiesa, in quel determinato territorio sta vivendo, sta facendo. Questo è anche la bellezza della nostra presenza capillare sul territorio. Quando la comunità si sente al centro, viene stimolata, formata e animata è capace di fare grandi cose e questo va raccontato».
«Il secondo obiettivo è quello di non raccontare solo le sciagure, ma vanno soprattutto raccontate le risorse che sono le persone che abbiamo di fronte a noi nei centri di ascolto, nelle opere segno, negli empori, nelle mense… Come è una risorsa per l’Italia l’immigrato che arriva, non un problema. Raccontiamo attraverso i fatti che le persone, i piccoli paesi, le aree interne possono essere una risorsa per la Chiesa e per l’Italia. Raccontiamo la bellezza e non soltanto la fatica del servizio che facciamo».
«Il terzo obiettivo è quello di pensare alla comunicazione anche di tutela dei diritti, di rappresentanza. Dare voce a chi non ha voce, il nostro slogan di sempre, ci deve portare non semplicemente a fare una denuncia, ma a rappresentare quelli che possono essere i diritti e le vie nuove da percorrere su alcune questioni. Con Avvenire abbiamo sperimentato una pagina particolare per Caritas nel non raccontare solo i numeri della povertà, ma cosa facciamo come risposte a quei numeri attraverso una comunità che legge un bisogno, che attiva delle risorse e che dà delle risposte».
A fare “sintesi” di quanto è emerso nella prima giornata (la seconda è stata dedicata agli “sviluppi dell’Intelligenza Artificiale”), è stato il vice direttore Paolo Valente, cogliendo da diversi interventi dei partecipanti, oltre che dai relatori, la necessità di comunicare bene, con più formazione, non a compartimenti stagno facendo sinergia tra tutti gli ambiti pastorali.
«Come l’amico che, nel Vangelo di Luca, si alza a mezzanotte per chiedere dei pani – ha commentato Valente –, siamo pronti a chiedere, cercare, bussare, per ricevere, trovare e aprire porte. Per rendere “parlanti” le nostre opere e i nostri progetti. Si tratta di promuovere la carità, l’amore gratuito per sorelle e fratelli, prima della Caritas, la cui mission è la promozione della testimonianza della comunità».
Riccardo Liguori
Sabato 26 ottobre alle ore 16,30, presso la chiesa del Convento delle Suore Angeline “Laudato sii”, in via delle Stuoie,1 – Santa Maria degli Angeli (Assisi) si esibiranno i Neri x Chiesa.
Il gruppo nasce da una grande amicizia di otto giovani del territorio cilentano basata sull’amore per i sani principi. Il territorio, la natura e la musica hanno influito molto sulla loro sensibilità e la specializzazione presso il Conservatorio ha contribuito sulla crescita personale e professionale.
Ogni componente del gruppo proviene da parrocchie differenti, presenti sul territorio diocesano, nel quale ognuno ha vissuto la propria esperienza di fede e di vita.
L’idea dei Neri x Chiesa nasce dal piacere di fare musica insieme, iniziando così a vivere un percorso di fede arricchente e di testimonianza di gruppo, grazie a diverse esperienze di evangelizzazione vissute soprattutto con Don Gianluca Cariello, partendo da Assisi e all’interno della diocesi e non solo, riscuotendo molto successo.
Il fine della serata è offrire un’ esperienza di evangelizzazione in cui, attraverso le ultime sette parole di Cristo e alcuni brani di cantautori italiani, tra i più conosciuti, si possa vivere un’ esperienza autentica e originale.
L’ingresso è gratuito e il concerto ha una durata di circa due ore.
IL ricavato delle offerte sarà destinato a sostenere la popolazione di Terra Santa, martoriata da guerre che mettono in seria difficolta la vita delle persone. Manca acqua, cibo, abitazioni, lavoro e molti bambini non possono andare a scuola.
L’Associazione Santo Sepolcro Foligno ETS promuove, da oltre dodici anni, varie iniziative (Concerti, mostre, prosa,mercatini, lotterie, pubblicazioni, pellegrinaggi, viaggi, presentazione di libri, visite guidate in luoghi simbolo della cristianità, cene, pranzi, conferenze) in varie regioni d’Italia e non solo in Umbria, per sostenere i più bisognosi tra cui gli ucraini, i siriani ecc.
Per informazioni e prenotazione
E mail: associazione@santosepolcrofolignoets.it
Va e annuncia il Vangelo! È il “mandato missionario” che il vescovo Ivan, insieme ai frati minori e ai sacerdoti diocesani, ha affidato a più di cento ragazzi e ragazze nel consegnare a ciascuno di loro il “tau”, la croce francescana (vs. fotogallery), simbolo della “Missione Giovani 2024” avviata la sera del 18 ottobre, a Perugia, con la celebrazione eucaristica nella chiesa di San Donato all’Elce, vissuta anche in preparazione alla Giornata Mondiale Missionaria di domenica 20 ottobre. Questi giovani, provenienti da comunità parrocchiali, associazioni, gruppi e movimenti presenti nelle sette Zone pastorali dell’Arcidiocesi, simbolicamente rappresentate da sette lumi accesi sull’altare (vs. fotogallery), vivranno dieci giorni intensi nel portare la proposta cristiana ai loro coetanei. Il programma della missione, con luoghi, iniziative e incontri, è consultabile-scaricabile al link: Al via la Missione Giovani – Diocesi Perugia.
All’omelia, il vescovo Ivan, nel ricordare le «regole d’ingaggio» dei giovani missionari per tenere a debita distanza gli idoli del nostro tempo nell’annunciare il Vangelo, ha esortato tutti dicendo: «Curate i malati e non penso solo a quelli dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia, dell’Hospice o che giacciono nei letti di casa nostra. Penso alle tante persone ferite nelle relazioni, ferite perché si sentono tradite o incomprese. Penso a tante persone che hanno visto sfumare il progetto buono di vita».
«Curate i malati – si è raccomandato nuovamente il vescovo –, perché la vera grandezza sta nel sapersi chinare sull’altro, saper maturare quello spessore di con-passione, che ti permetta davvero di aiutare l’altro se non a risolvere i suoi problemi, di aiutarlo a portarli, a non perdere la fiducia, a gioire di tutti quei segni di bene, di bellezza e di vita che il Signore continua, anche grazie a ciascuno di noi, a seminare nel campo». Il testo integrale dell’omelia è al link: Le regole di ingaggio di un missionario
Fra’ Alfio Vespoli, dei frati minori, responsabile della “Missione Giovani”, nel prendere la parola al termine della celebrazione, ha promesso al vescovo Ivan di «fare un chiasso insopprimibile soprattutto nel cuore di ragazzi e ragazze incontrandoli per le vie, le piazze, nei locali, nelle scuole, nelle facoltà…, perché il Signore ci darà la grazia per fare questo. Un chiasso che ricorderà che sono figli amabili e preziosi. Il cuore di ciascuno di loro non aspetta altro che gli venga ricordato che è amato da Dio, non aspetta altro che ricevere dai giovani missionari, attraverso il loro sguardo, i loro occhi, la loro preghiera l’annuncio che è un figlio preziosissimo. Questo sarà il chiasso che faremo nei prossimi giorni a Perugia – ha precisato fra’ Alfio –. Grazie a tutti i giovani che si dedicheranno all’annuncio della Parola di Dio e per quanti non sono giovani, chiediamo di sostenere la missione con la preghiera».
È al nastro di partenza a Perugia la “Missione Giovani 2024”: si svolgerà dal 18 al 27 ottobre nei luoghi più frequentati dai giovani, dalle scuole alle facoltà universitarie, dai locali di ritrovo come bar e mense, ai convitti e pensionati universitari, dalle piazze alle vie del centro storico, senza escludere le stazioni di bus, minimetro e ferroviarie.
La missione inizierà venerdì 18 ottobre, alle ore 18.30, nella chiesa di San Donato all’Elce, con la celebrazione eucaristica di “mandato” ai giovani da parte dell’arcivescovo Ivan Maffeis. Parteciperà anche l’equipe dell’Ufficio missionario diocesano per pregare insieme ai giovani, alla vigilia della Giornata Mondiale Missionaria che si celebra domenica 20 ottobre.
«Ai giovani missionari dico: non abbiate timore di far vedere a chi incontrate la gioia e la speranza che è in voi – commenta il diacono Massimo Pio Gallì, direttore Ufficio missionario diocesano –: so per esperienza che solo così potrete accrescere compagni di viaggio in un percorso che regala vita. “Questo mese missionario – aggiunge – a livello locale è dedicato soprattutto alla preghiera per sostenere i ragazzi in questa iniziativa».
Dopo sei mesi di preparazione, cento giovani insieme a Frati Minori, a sacerdoti, religiosi e religiose, si apprestano a vivere la loro “Missione” promossa dall’Area giovani diocesana.
“Quartieri generali” dei giovani sono i complessi parrocchiali di Elce – dove c’è la segreteria operativa e si terranno per dieci giorni preghiera delle Lodi, S. Messa mattutina, briefing – e di Case Bruciate, dove i missionari pranzeranno e ceneranno.
La chiesetta di Piazza Piccinino, dietro la Cattedrale, ospiterà l’adorazione eucaristica giornaliera (dalle ore 10.30 alle 00.30).
Tra gli appuntamenti, le catechesi da martedì 22 a venerdì 26 alle 21 al Teatro Pavone (Corso Vannucci); domenica 20 ottobre la S. Messa nel carcere di Capanne (ore 9) e la preghiera nella Chiesa dell’Ospedale S. Maria della Misericordia (ore 18.15), la “Festa dell’accoglienza” ad “Umbrò” martedì 22 (ore 18), le catechesi a cura dei Frati Minori al Teatro Pavone (ore 21), dal 22 al 26 ottobre, e la celebrazione eucaristica conclusiva della “Missione”, presieduta in Cattedrale dall’Arcivescovo domenica 27 ottobre (ore 11).
«La missione, come Gesù ci insegna nel Vangelo, è un investimento a perdere: quello che investiamo, il tempo per esempio, non ci verrà restituito perché è donato e i giorni di missione non torneranno più nella nostra vita. In quei giorni avremmo potuto fare tantissime altre cose per noi e non le faremo, ma Gesù, come ci promette nel Vangelo, questo tempo e le sue cose ci verranno restituite cento volte tanto». A ricordarlo è fra’ Alfio Vespoli, responsabile della “Missione Giovani 2024” e del settore evangelizzazione dell’Ordine dei Frati Minori, che sottolinea che «la città si accorgerà che i giovani non sono sempre quelli delle analisi sociologiche, che li vedono incollati ai social, disadattati, feriti, ma sono anche disposti a fare quello che gli adulti, forse, si sono dimenticati: vivere nella dimensione della gratuità».
Giovedì 17 ottobre presso il Pontificio Seminario Regionale Umbro di Assisi si terrà la giornata Regionale del Clero che riunisce i sacerdoti e religiosi delle otto diocesi umbre per un momento di incontro e formazione. L’appuntamento è alle ore 9:45 con la recita dell’Ora Terza e a seguire la relazione di Don Fabio Rosini. Alle ore 11 spazio al dibattito e dialogo e alle 11.30 l’Adorazioen Eucaristica. La giornata si concluderà alle 12.30 con il pranzo.
Si prega di comunicare la propria partecipazione, specificando se ci si trattiene o meno a pranzo, alla segreteria diocesane entro lunedì 14 ottobre
“Laudato si’ mi’ Signore” è la mostra fotografica e documentaria missionaria, di pittura, grafica, scultura allestita dal 10 al 19 ottobre presso le sale espositive del Museo diocesano di Terni. La mostra, dedicata alle missioni, alla pace, al tema sacro ed ecologico, è promossa dal Centro Missionario della diocesi, con il contributo del Museo diocesano di Terni, della San Vincenzo de’ Paoli, associazione Claudio Conti, missione Arena Alta, missione in Costa Rica, comunità Casa del Giovane Piediluco, missionari nella diocesi di Kananga Congo, realizzata in occasione dell’ottobre missionario “Un banchetto per tutte le genti”, mese che la chiesa cattolica dedica alle missioni di tutto il mondo.
La mostra, inaugurata giovedì10 ottobre dal vescovo Soddu, con testimonianze missionarie di varie associazioni, la proiezione del film missionario a cura di Missio e inaugurazione della “Bancarella della Solidarietà”, sarà aperta tutti i giorni dalle 16.30 alle 19.30.
Una rassegna di pittura, scultura, poesia e delle esperienze missionarie espresse dalle tante associazioni che operano in terre di missione, con film e video a testimonianza di coloro che hanno vissuto l’esperienza missionaria ad gentes in varie parti del mondo, e la bancarella della solidarietà per la raccolta di fondi per le missioni. L’iniziativa che coinvolge vari soggetti che operano in ambito missionario vuole dare risalto al tema della fraternità universale del mese missionario di ottobre, che culminerà con la giornata missionaria mondiale del 20 ottobre.
Le varie iniziative culmineranno nella veglia di preghiera diocesana per le missioni che si terrà sabato 19 ottobre alle ore 21.00 nella Cattedrale di Terni presieduta dal vescovo Francesco Soddu.
Con il suo campanile monumentale di oltre settanta metri (il più alto di Perugia), la Basilica di San Pietro costituisce uno dei monumenti storici più importanti e significativi dell’acropoli perugina. Situata sul colle detto “monte Caprario o Calvario”, nel 996 d.C. fu edificata sopra quella che una significativa corrente di storici sosteneva essere la primitiva cattedrale di Perugia. Ad opera del perugino Pietro Vincioli, primo abate benedettino, fu ampliata e costituita in abazia. Nei secoli seguenti la sua egemonia si accrebbe enormemente fino a costituire un vero e proprio scrigno di opere architettoniche, pittoriche ed archivistiche che quasi nella loro interezza sono giunte fino ai giorni nostri unitamente alla comunità benedettina, che per più di mille anni l’ha abitata, custodita ed ampliata.
Nel 1398 fu messa a fuoco dai perugini che rimproveravano all’abate Francesco Guidalotti di aver preso parte alla congiura contro Biordo Michelotti, capo della fazione popolare dei “Raspanti”. Nel 1799 la comunità ebbe ancora a soffrire per l’invasione dei giacobini, mentre nel 1859 i monaci dettero riparo ad alcuni patrioti che, sollevandosi contro le truppe pontificie, si scontrarono con il reggimento dei soldati svizzeri venuti a difendere le proprietà dello Stato della Chiesa. Questo evento permise ai monaci di guadagnarsi la fiducia dei perugini, che gli consentirono di rimanere ad abitare l’abazia anche dopo l’acquisizione delle sue proprietà da parte dello Stato.
Dopo l’Unità d’Italia, l’intero complesso dei beni dell’abazia passò alla proprietà e alla gestione della Fondazione per l’Istruzione Agraria, che ancora oggi ne conserva proprietà e amministrazione.
Seppur con un simile carico di storia alle spalle, la comunità benedettina, oggi afferente al Monastero di San Paolo fuori le mura a Roma, non riesce più ad assicurare la continuità della presenza in San Pietro. La repentina morte dell’abate Giustino Farnedi nel settembre dello scorso anno ha reso vacante anche la gestione dell’Archivio storico, meta ogni anno di numerosi studiosi. Il peso dell’età e gli acciacchi di dom. Martino Siciliani hanno reso anche più difficoltosa la gestione del celeberrimo Osservatorio sismico, che ora è in mano a un gruppo di studiosi suoi colleghi. Da qui l’impegno della Diocesi perugina che, d’intesa con la Fondazione Agraria e la comunità benedettina, presieduta dall’abate di San Paolo, Donato Ogliari, ha deciso di impiegare alcune forze per permettere a questo significativo luogo di culto e di storia di continuare a vivere.
L’arcivescovo Ivan Maffeis ha provveduto alla nomina di un sacerdote quale rettore della Basilica nella persona di don Samy Abu Eideh, che, oltre al suo impegno in università, assicurerà la gestione pastorale della stessa a partire da domenica prossima 13 ottobre. Contestualmente all’ingresso del rettore della Basilica verrà siglato un accordo tra Diocesi e Fondazione Agraria per la gestione dell’Archivio storico, affidata alla responsabilità del professor Andrea Maiarelli, recentemente nominato archivista diocesano, e ad uno staff di suoi collaboratori. Questa sinergia ci permetterà non solo di preservare la vocazione originaria di questo luogo così caro ai perugini, ma anche di garantirne lo sviluppo e la valorizzazione pastorale ed artistica in seno al tessuto cittadino. Un vivo ringraziamento a tutti coloro che, a loro modo, hanno permesso questa complessa ma significativa riorganizzazione.
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