In una gremita aula liturgica del complesso parrocchiale di San Paolo in Foligno, il 18 ottobre pomeriggio, l’arcivescovo presidente della Ceu mons. Renato Boccardo ha introdotto i lavori dell’Assemblea ecclesiale regionale con il suo intervento di saluto, evidenziando che in questi due giorni di Assemblea ecclesiale (18 e 19 ottobre) la Chiesa umbra possa “assumere un autentico atteggiamento di ascolto”, ha detto, “perché – citando papa Francesco – ‘una Chiesa sinodale è una Chiesa dell’ascolto, nella consapevolezza che ascoltare è più che sentire. È un ascolto reciproco in cui ciascuno ha qualcosa da imparare: l’uno in ascolto degli altri; e tutti in ascolto dello Spirito Santo, lo Spirito della verità, per conoscere ciò che Egli dice alle Chiese’. Occorre assicurare alla nostra Assemblea – ha proseguito mons. Boccardo – una dimensione interiore e spirituale, che ci permetta di porci in sintonia con lo Spirito di Dio e con i fratelli. Non dunque un ascolto unilaterale, quale può essere l’acquisizione di informazioni, di dati e di analisi accurate della realtà, ma un tempo di dialogo, di confronto, di scambio su convinzioni e pareri, anche diversi; un ascolto reciproco in cui ciascuno ha qualcosa da imparare”.
Il presidente della Ceu ha esordito citando le parole dell’apostolo Paolo ai cristiani di Filippi nel rivolgere il suo benvenuto a tutti i partecipanti, 600 persone tra delegati e ospiti, e ai rappresentanti delle Istituzioni civili, a nome dei vescovi dell’Umbria, convenuti in quest’assise “recante la testimonianza della fede e della carità delle nostre Chiese”. Una gradita sorpresa è stata la presenza di due vescovi legati all’Umbria: mons. Lorenzo Chiarinelli, vescovo emerito di Viterbo ex alunno del Pontificio Seminario Regionale di Assisi, e mons. Gino Reali, vescovo di Porto-Santa Rufina, già vicario generale della Chiesa di Spoleto-Norcia.
“Come è noto, questo nostro incontro – ha proseguito Boccardo – nasce dal desiderio di rispondere all’invito rivolto da papa Francesco alle Chiese che sono in Italia in occasione del Convegno di Firenze nel 2015, quando disse: ‘Desidero una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. Sognate anche voi questa Chiesa, credete in essa, innovate con libertà… Cercate di avviare, in modo sinodale, un approfondimento della Evangelii gaudium, per trarre da essa criteri pratici e per attuare le sue disposizioni’”.
“Si è trattato di una vera esperienza di “sinodalità”, quella raccomandata da papa Francesco – ha sottolineato il presule –, che ci ha offerto la grazia di incontraci nella gratitudine per il nostro essere popolo santo di Dio e ci ha dato la possibilità di guardare al presente con discernimento e al futuro con speranza. Il frutto del lavoro compiuto costituisce la base del dialogo e della condivisione che siamo chiamati a mettere in atto in queste giornate. Forniranno valido stimolo alla nostra riflessione gli interventi del prof. Luca Diotallevi, ordinario di sociologia all’Università di ‘Roma Tre’, e di mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara e vice presidente della Conferenza Episcopale Italiana”.
Il presidente della Ceu ha parlato anche di “processi che, pur nella varietà e nella diversità delle diocesi, possano essere condivisi a livello regionale, per essere comunità incisive e profetiche, propositive e significative, richiamo forte e riferimento bello per le donne e gli uomini del nostro tempo. Infatti, una Chiesa che si limitasse alla sola gestione del “dimagrimento” in atto del proprio corpo istituzionale (diminuiscono i preti, cala la frequenza domenicale, sempre meno sono quelli che si sposano in Chiesa, dopo la catechesi i fanciulli e i giovani se ne vanno…) diventerebbe una Chiesa ben presto incapace di dire parole significative ad una cultura in profonda trasformazione”.
“Dovremo perciò domandarci come mostrare che la fede è in grado anche oggi di fornire strumenti ed energie per la nascita di una forma inedita di umanesimo, favorendo l’insorgere di nuove esperienze e di nuove pratiche di vita cristiana. Non dobbiamo tanto preoccuparci della tenuta del nostro tessuto organizzativo, ma concentrarci nella ricerca delle modalità e dei luoghi in cui oggi possa prendere forma un’esperienza cristiana in grado di dire il senso della vita, della solidarietà, della cura del prossimo e del creato. E il frutto del lavoro dei 28 tavoli verrà consegnato ai Vescovi perché ne traggano orientamenti e linee concrete per una azione pastorale capace di caratterizzare il cammino delle nostre Chiese”.
Avviandosi alla conclusione mons. Boccardo ha detto: “In questo speciale “mese missionario”, è bello riaffermare che la missione non è un segmento della pastorale, ma ne rappresenta l’anima, il cuore pulsante di cui un cristiano non può fare a meno. La missione è nel DNA di ogni seguace di Gesù, perché lo è stata per Gesù stesso; è la via ordinaria e quotidiana attraverso cui ogni battezzato realizza la sua chiamata a seguire il Signore e ad annunciare a tutti il suo Vangelo”. Nel soffermarsi sulla missione, il presidente della Ceu cita ancora papa Francesco ricordando un passaggio dell’omelia del Santo Padre pronunciata alla celebrazione dei Vespri per l’inizio del Mese dell’Ottobre missionario 2019: ‘Una Chiesa missionaria non cerca oasi protette per stare tranquilla; desidera solo essere sale della terra e lievito per il mondo’. Ne siamo certi: la nostra Chiesa dell’Umbria ritrova la sua fecondità nella gioia della missione”.
Prima delle due relazioni del prof. Diotallevi e del vice presidente della Cei mons. Brambilla, c’è stata una breve meditazione biblica di padre Giulio Michelini (Ofm), preside dell’Istituto Teologico di Assisi (ITA). Il religioso ha invitato i presenti a “non smettere di cercare il tesoro nascosto. Chiesa umbra quale campo stai arando per portare in superficie il tesoro? Si è chiesto
padre Michelini? Che cosa è che muove le nostre Chiese umbre, la gioia per la scoperta del Regno o la paura di perdere qualcosa?”.
Com. stampa a cura Ufficio stampa Ceu /