Terni – festa di San Giuseppe e preghiera di affidamento della città e della diocesi al Cuore Immacolato di Maria

Nella celebrazione che il vescovo Giuseppe Piemontese ha presieduto il 19 marzo, festa di san Giuseppe nella cattedrale di Santa Maria Assunta, presso l’altare della Madonna della Misericordia, copatrona di Terni e della Diocesi, a porte chiuse senza la presenza dei fedeli, è stato rinnovato l’atto di affidamento e consacrazione della città di Terni e dell’intera Diocesi di Terni-Narni-Amelia al Cuore Immacolato di Maria, con la preghiera pronunciata dal vescovo e dal sindaco di Terni, Leonardo Latini.
Un atto di affidamento della gente nel suo complesso, credenti e non credenti, sani e malati, l’intero popolo delle singole comunità del comune di Terni, ma anche tutte le comunità dei Comuni della Diocesi: Narni, Amelia, Alviano, Attigliano, Calvi dell’Umbria, Configni, Giove, Guardea, Lugnano, Otricoli, Penna in Teverina, San Gemini, Stroncone, Torri in Sabina-Rocchette, Vacone.
Si rinnova quanto già nel passato fu fatto dal vescovo Felice Bonomini, Il 30 maggio 1943, che consacrò solennemente la diocesi di Terni al Cuore Immacolato della Madre di Dio; da papa Pio XII il 25 luglio 1952 , il quale, accogliendo i voti espressi a nome dei Ternani dal vescovo G.B. Dal Prà, dichiarò la Madonna della Misericordia Patrona Principale, insieme a san Valentino, della Diocesi di Terni; da papa San Giovanni Paolo II, Il 19 marzo 1981, quando parlando nella Cattedrale di Terni, ricordò la venerazione dei Ternani per Maria Madre della Misericordia e ne invocò il patrocinio; dal vescovo Santo Quadri, il 30 maggio 1982, assieme a sacerdoti religiosi e laici, che rinnovò la consacrazione delle Diocesi di Terni Narni e Amelia al Cuore Immacolato di Maria.
“In quest’ora tragica è incerta, di universale pericolo, di malattia e di morte – ha detto il vescovo nell’omelia – quando nella forzata reclusione dello stare a casa per giorni che sembrano interminabili, prendiamo coscienza dello spreco del tempo e dello sciupio di tanto amore nei rapporti umani mancati, intravediamo la banalità di tante scelte, l’incoerenza di tanti nostri comportamenti, i pregiudizi nelle relazioni tra i componenti della stessa umanità, tutti ugualmente deboli e permeabili dall’epidemia del Coronavirus, insomma mentre presi dall’incertezza e dalla paura del presente e del futuro, siamo portati alla consapevolezza della fragilità della condizione umana, riscopriamo la bellissima realtà di essere con Maria di Nazaret, la donna della croce, in un rapporto di reciproco affidamento. Maria, la nuova Eva, è la madre spirituale di tutti i credenti, la nostra madre adottiva, che ha a cuore il benessere, la salute fisica e spirituale dei credenti, suoi figli.
A lei ci affidiamo, confidiamo nella sua premura di madre per l’umanità sofferente, nel corpo e nello spirito, alle prese con malattie e disgrazie comuni, comunitarie, globali, e con i potenti della terra, che continuano a vaneggiare, pur vedendo vacillare nella rinnovata confusione dei linguaggi i folli progetti di regni senza Dio e senza fraternità umana. Ci rivolgiamo alla nostra Madre perché liberi l’umanità dal flagello che ci affligge, che doni a tutti di ritornare a Dio, in questo momento di prova per la fede e di preoccupazione per la sorte di tanti uomini e donne delle nostre comunità e del genere umano”.

Assisi – Il messaggio del vescovo nel giorno del 19esimo anniversario della sua ordinazione episcopale: “In questo momento in cui le Chiese sono vuote riscopriamo il Vangelo nella case”

“Preghiamo insieme, forti dell’intercessione di San Giuseppe, per tutte le persone che stanno più soffrendo e chiediamo con fiducia la rapida fine di questo incubo che ci sta mettendo tutti a dura prova”. È il messaggio del vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, contenuto nella lettera inviata ai sacerdoti e ai fedeli in occasione del diciannovesimo anniversario della sua ordinazione episcopale, avvenuta il 19 marzo del 2001 nella Basilica di San Pietro a Roma per imposizione di San Giovanni Paolo II. “Non venivo ordinato per me – scrive ancora monsignor Sorrentino -: venivo ordinato per voi. Prima per i fedeli di Pompei, poi, dal 2006, per voi di questa amata Chiesa di Assisi- Nocera Umbra- Gualdo Tadino. La memoria dell’ordinazione per un vescovo non è mai la “sua” festa: è sempre la “nostra” festa. Senza saperlo, quel giorno eravate tutti con me a San Pietro. Mentre il Santo Pontefice mi imponeva il Vangelo sul capo, mi metteva nel cuore quello che ho poi, con tanti limiti, cercato di fare: annunciare il Vangelo come l’unica parola che conta e che salva. Mentre mi affidava la comunità cristiana, da custodire come Giuseppe aveva custodito la famiglia di Nazaret, prima cellula di tutta la grande famiglia ecclesiale, mi metteva già nel cuore per voi il progetto su cui sto investendo tutte le mie forze: far diventare la Chiesa sempre più una famiglia, attraverso le piccole famiglie spirituali raccolte nelle case intorno al Vangelo. In questi giorni – prosegue il vescovo – in cui le nostre chiese sono diventate più vuote che mai, e non ci restano che le case come ai tempi della prima comunità cristiana, questo progetto mi pare ancor più attuale e urgente. Lo riconsegno ancora una volta al vostro cuore: non c’è tempo da perdere, tutto dice che il tempo stringe”.

Sarà monsignor Sorrentino, a presiedere la santa messa che verrà celebrata giovedì 19 marzo alle ore 18 nel Santuario della Spogliazione a porte chiuse, senza partecipazione di popolo, dopo le restrizioni imposte dal Governo per limitare il contagio da coronavirus.

La messa sarà trasmessa in diretta sulla pagina Facebook Diocesi Assisi-Nocera-Gualdo e su Maria Vision (visionabile in Umbria sul canale 602, diretta streaming su https://www.mariavision.it/maria-vision-italia oppure scaricando la App: https://subsplash,com/mariavisin/app).

Coronavirus – la concretezza della carità, accanto a chi ha bisogno, senza lasciare indietro nessuno

“Non sprecate questi giorni difficili”. È l’appello del Papa a ritrovare – in questo periodo in cui l’attenzione agli altri è messa a dura prova – la concretezza dei gesti quotidiani e delle relazioni.
Le Caritas diocesane, rimodulando i loro servizi per adeguarli alle indicazioni governative ma senza lasciare indietro le richieste dei più fragili, danno forma alla “fantasia della carità” che tanto Papa Francesco ci sollecita. Molte le dimensioni di intervento operanti sul territorio:
– Ascolto: in sinergia con istituzioni e altre realtà locali sono stati attivati servizi domiciliari di consegna di generi di prima necessità (farmaci, cibo, ecc.), promossi numeri verdi diocesani e contatti telefonici diretti con le persone sole;
– Accoglienza: laddove ci siano grandi numeri, in particolar modo riguardo i senza dimora, sono state reperite nuove strutture, in modo da ridurre i numeri nelle attuali ed evitare i focolai;
– Attenzione: resta monitorata la difficile situazione di quanti, nelle zone colpite dal terremoto in centro Italia, si trovano ancora oggi a vivere in strutture provvisorie e in situazioni di promiscuità forzata, spesso con condivisione dei servizi igienici;
– Ricettività: un aiuto per l’alloggio dei molti infermieri e medici che dal sud si trasferiscono al nord per dare una mano;
– Conforto: emerge un bisogno legato alla dimensione del lutto, sia come sostegno psicologico alla sua elaborazione per chi non ha potuto stare vicino ai propri cari o per gli operatori/volontari che hanno vissuto la scomparsa dei malati, sia come appoggio economico per chi non può far fronte alle spese funerarie;
– Contrasto alla povertà educativa: attenzione verso quelle famiglie con figli in età scolare che hanno difficoltà con la didattica a distanza, sia per mancanza di ausili informatici, sia per assenza di competenze informatiche.
In questo tempo in cui la comunità non si può riunire per celebrare insieme l’Eucarestia, per sostenere e alimentare ogni gesto di carità diventa fondamentale la preghiera.
La Chiesa italiana ha promosso un momento comunitario, invitando ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa a recitare in casa il Rosario (Misteri della luce), simbolicamente uniti alla stessa ora: alle 21 di domani, giovedì 19 marzo, festa di San Giuseppe, Custode della Santa Famiglia.
Un momento condiviso anche da Papa Francesco che, al termine dell’udienza generale di oggi, ha detto: “Faccio mio l’appello dei Vescovi italiani che in questa emergenza sanitaria hanno promosso un momento di preghiera per tutto il Paese … Io vi accompagnerò da qui”.
atto, molte Diocesi italiane – a partire dalle più provate dall’emergenza – già hanno aperto le porte: Bergamo ha messo a disposizione di medici e infermieri 50 camere singole del Seminario, altre 10 le ha offerte Lodi e così Roma e Taranto; Cremona ha reso disponibili 25 posti per operatori sanitari che dopo il lavoro non possono rientrare in famiglia per non mettere a rischio i familiari; Crema ospiterà 35 medici cinesi che verranno a supporto dell’ospedale cittadino e di quello da campo che verrà costruito nei prossimi giorni in uno spazio della diocesi. Altre diocesi – Brescia, Roma, Tricarico, San Marco Argentano-Scalea, Reggio Calabria, Cassano allo Jonio, Siracusa… – hanno offerto le proprie strutture per l’accoglienza di persone in quarantena o si accollano il pagamento alberghiero di pazienti che possono uscire dall’ospedale (Bergamo), liberando posti.

Altre – Milano, Rimini, Lanusei… – hanno messo a disposizione strutture per la Protezione Civile. Altre stanno dando ospitalità a persone senza fissa dimora: Pavia, Lodi, Gorizia, Belluno-Feltre, Piacenza, Parma, San Marco Argentano-Scalea, Bari-Bitonto, Nardò-Gallipoli, Cerignola-Ascoli… Un’attenzione particolare alcune Diocesi la stanno rivolgendo al mondo del carcere e alle condizioni di quanti escono a fine pena e si trovano senza alternative…

Si tratta di una mappa della carità ampia e in continuo aggiornamento, per sostenere la quale Caritas Italiana lancia una campagna di raccolta fondi, della durata di un mese. “È il tempo della responsabilità e insieme possiamo dare un segno concreto di speranza e conforto; le Chiese locali, in questo modo, potranno continuare a non far mancare il dinamismo forte della carità”, afferma don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, che lancia la campagna “Emergenza coronavirus: la concretezza della carità”.

Per contribuire alla raccolta fondi di Caritas Italiana (via Aurelia 796 − 00165 Roma) utilizzare il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line tramite il sito www.caritas.it, o un bonifico bancario (con la causale “Emergenza Coronavirus”) tramite:
È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana (Via Aurelia 796 – 00165 Roma), utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line tramite il sito www.caritas.it, o bonifico bancario (causale “Emergenza Coronavirus”) tramite:
• Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
• Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
• Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
• UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119

Foligno – gli oratori sperimentano nel periodo di emergenza nuove e adatte modalità pastorali

I responsabili del Coordinamento degli oratori parrocchiali della Diocesi di Foligno, Anacleto Antonini e Ivana Roscini Vitali, hanno scritto una lettera a tutti i parroci in questo momento difficile della pandemia del virus COVID19 per essere vicini con la preghiera e la riflessione agli animatori ed educatori, che sono l’anima degli oratori parrocchiali. Un piccolo gesto per dare una risposta all’esortazione di Papa Francesco all’Angelus di oggi, Domenica 21 marzo 2020: “Rimaniamo uniti. Facciamo sentire la nostra vicinanza alle persone più sole e più provate”.

Indicazioni che devono preparare al secondo incontro di formazione “Sulle orme di San Filippo Neri” che sarà svolto online il prossimo venerdì 27 marzo 2020 . L’idea già pensata dal Coordinamento Diocesano Oratori si vuole ora, in ottemperanza alle disposizioni del Dpcm dell’8 marzo 2020 e della nota della Conferenza Episcopale Umbra dove tutte le attività pastorali sono infatti sospese fino al prossimo 3 aprile, andare a concretizzarla in un momento formativo “on line” sul sito e sulle pagine dei social Facebook e YouTube della Diocesi di Foligno.

A partire dalle ore 18.45 saranno caricati alcuni video per la propria formazione:

sulla storia di San Filippo Neri a cura di Suor Rosaria;
sul tema della prossimità dell’animatore a cura della psicologa Dott.ssa Francesca Mattioli;
sugli elementi base per realizzare un oratorio estivo con l’’intervento dell’educatore Fabrizio Carletti.
Tutti i nostri oratori e tutti gli spazi parrocchiali, sottolineano i coordinatori nella lettera, “devono essere fisicamente chiusi ma ci piacerebbe sperimentare nuove e adatte modalità pastorali, che rispondano pienamente alle misure restrittive adottate dalle autorità preposte e competenti, confermate anche dalla Conferenza Episcopale Umbra“.

Perugia – La seconda “lettera settimanale di collegamento”, nel tempo del “corona virus”, del cardinale Gualtiero Bassetti alla comuni0tà diocesana: “Rifulge il mistero della croce”.

«Fratelli carissimi, in questa Quaresima, così provata, vogliamo stare saldamente abbracciati alla croce di Gesù, che è l’unica nostra speranza. Essa risplende in modo particolare, in questi giorni dolorosi, segnati da morte, sofferenza e disorientamento». Lo scrive il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, alla comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve nella sua “Lettera settimanale di collegamento” – la seconda nei giorni del “corona virus” – pubblicata sul sito dell’Archidiocesi (www.diocesi.perugia.it) e inviata a parrocchie, comunità religiose, associazioni e movimenti ecclesiali attraverso la newsletter Nuntium Perusinum (per chi fosse interessato a riceverla: http://diocesi.perugia.it/modulo-iscrizione-nuntium-perusinum/).

Riflettendo sulla città di Perugia, in emergenza sanitaria, il cardinale evidenzia: «Si ha l’impressione di vivere in un clima surreale. Piazza IV Novembre è vuota. Le pochissime persone che l’attraversano sembrano ombre: passano rapidamente e subito scompaiono. Una persona mi ha scritto: “prego il Signore e gli dico: fino a quando?”. Non temete, il Signore continua a far splendere su di noi la luce del suo volto e ci dona la sua salvezza».

«La croce – scrive il cardinale Bassetti – è il culmine del dolore di Dio e dell’uomo e al tempo stesso l’orizzonte sconfinato di tutto l’amore di Dio e del pallido amore di noi, sue creature. Anche se sulla terra vivono miliardi di uomini e di donne, la passione di Cristo e la sua morte in croce, restano indivisibili, e quindi partecipate in pienezza a ciascuno. Tutto l’amore del Crocefisso si riversa su di me, ma anche su ciascuno dei miei fratelli e delle mie sorelle e questo mi porta ad avere rispetto e carità nei confronti di tutti».

Perugia: Giovedì 19 marzo la comunità diocesana in preghiera per l’Italia.
«Vi invito a pregare il Rosario in famiglia la sera della festa di san Giuseppe, il protettore delle famiglie e della Chiesa, accendendo un lume alla finestra di ogni casa. Il vostro vescovo sarà il primo a compiere questo gesto e ad unirsi nella preghiera che ci accomunerà per sottolineare la fede, la speranza e, soprattutto, quell’amore che diventi un filo rosso dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, il filo rosso della carità molto più forte della “zona rossa”». Con queste parole il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti invita tutte le famiglie dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve a raccogliersi in preghiera nell’emergenza sanitaria.

E’ la Chiesa italiana ad invitare, giovedì sera 19 marzo, ogni famiglia, fedele e comunità religiosa della Penisola a pregare simbolicamente uniti alla stessa ora: alle 21, per tutto il Paese. Nel giorno in cui la Chiesa celebra la festa liturgica di san Giuseppe, in ogni casa si reciterà il Rosario (Misteri della luce). Alle finestre delle case, si legge in una nota della Cei, si propone di esporre un piccolo drappo bianco o una candela accesa.TV2000 offrirà la possibilità di condividere la preghiera in diretta. L’invito della Cei si conclude proponendo a tutte le famiglie italiane credenti un’invocazione al Santo Custode della Santa Famiglia scritta da papa Leone XIII, che fu vescovo di Perugia per 32 anni (1846-1878): “A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, insieme con quello della tua santissima Sposa”.

Perugia: Nei giorni del “corona virus” opere segno sempre attive per i più bisognosi

«Le mense devono restare aperte, i poveri vanno soccorsi e guai se venisse a mancare l’azione caritativa della Chiesa”. Lo ha ribadito di recente, sui social media, il nostro cardinale Gualtiero Bassetti e noi, in questi giorni di “corona virus”, cerchiamo di non far venire meno la nostra vicinanza ai più bisognosi nel rispetto delle normative vigenti». A dirlo è il direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, il diacono Giancarlo Pecetti, che aggiunge: «Siamo vicini a chi è in difficoltà da sempre; difficoltà che oggi vengono acuite da questa pesante situazione che avrà a breve gravi ricadute a livello economico-occupazionale».

Servizi di prossimità.

«Per questo la Chiesa diocesana, attraverso la Caritas, garantisce la fruibilità dei suoi servizi di prossimità quali gli Empori della Solidarietà, il Consultorio medico e il Centro di ascolto presso il “Villaggio della Carità”, dove sono ospitate 15 famiglie, le Case “Sant’Anna dei Servitori”, per senza fissa dimora, e “San Vincenzo de’ Paoli”, per donne sole e con minori, e la Mensa “San Lorenzo” di Perugia. Siamo operativi grazie alla presenza di volontari che hanno accolto l’invito del cardinale Bassetti: “Prestare ascolto alle povertà dell’altro e donare il proprio tempo per le opere di carità». Nei giorni scorsi, conclude il diacono Pecetti, «abbiamo letto nel “libro dei pensieri degli ospiti” posto all’ingresso, sotto l’immagine di Madre Teresa di Calcutta, un messaggio incoraggiante di una donna venuta al Centro di ascolto: “Con tutto il mio affetto vi ringrazio infinitamente per il vostro aiuto e la vostra disponibilità…».

Mensa: potenziato il servizio a domicilio.

Al “Punto di ristoro sociale Comune-Caritas” di via Imbriani, nello storico quartiere del Carmine, più conosciuto come la “Mensa San Lorenzo”, il numero dei fruitori non è diminuito, anzi, è stato potenziato il servizio della consegna a domicilio del pranzo. A spiegare questo “potenziamento” è la responsabile della Mensa, l’assistente sociale Stella Cerasa: «Tra le persone che usufruiscono di questo servizio, segnalate anche dai Servizi sociali del Comune, ci sono diversi anziani con patologie che non consentono loro di uscire di casa in questo momento. Abbiamo segnalato i loro casi agli uffici comunali che hanno subito provveduto a portargli il pasto caldo a domicilio. Queste persone ci hanno ringraziato e restiamo in contatto con loro per qualsiasi necessità che vada oltre il nostro servizio.

Mensa: “antidoto” contro il virus.

«La “Mensa San Lorenzo” – commenta Stella Cerasa –, attivata nel 2008 da una convenzione Comune-Caritas, non si limita alla distribuzione dei pasti caldi, ma negli anni è diventata un punto di aggregazione e di riferimento per l’intero quartiere. Il Carmine e la Mensa si sono rivitalizzati a vicenda. Ci sono persone che si affacciano dalle finestre per dirci: “Benarrivati oggi!” e “Arrivederci a domani!”. E’ un rivitalizzarsi vicendevolmente anche nei giorni del “corona virus”». Al giornalista che le ha chiesto se la “Mensa San Lorenzo” è un buon “antidoto” contro il virus, la responsabile ha risposto: «E’ perché no? Però rispettiamo le regole che ci vengono date, evitando sovraffollamento a tavola. Non pranziamo più tutti insieme come facevamo prima dell’emergenza sanitaria, ma scaglionati. Cerchiamo solo di fare comunitariamente, mantenendo sempre le distanze, una preghiera interreligiosa essendo di diverse fedi. Ci accomuna un unico Dio al quale affidiamo la protezione delle persone a noi care e dei nostri Paesi. E’ anche un modo per ringraziare Dio, perché, nonostante tante chiusure, noi rimaniamo aperti con i servizi del Comune che ci consegnano puntualmente i pasti caldi (più di 50 al giorno, dal lunedì al sabato, n.d.r.)».

Meno afflusso, più domande.

«In questi giorni c’è meno afflusso di persone all’Emporio della Caritas della città – racconta il suo responsabile, Paolo Montori –, ma apre prima del previsto per consentire ai fruitori un ingresso scaglionato, nel rispetto delle distanze di sicurezza. Gran parte dei volontari (diversi sono anziani) hanno deciso di continuare a prestare servizio e questo è importantissimo, altrimenti non riusciremmo a tenere aperto l’Emporio, quindi, ad aiutare le persone bisognose di cibo e di prodotti per l’igiene, in particolare i disinfettanti». Nel contempo, spiega il responsabile, «svolgiamo quasi un “servizio informazione” per i fruitori stranieri che ci chiedono cosa sta accadendo e quali misure adottare, perché non tutti riescono a leggere in italiano le notizie sulle normative di contrasto all’epidemia. Non ci nascondono neppure la loro preoccupazione se l’Emporio dovesse sospendere il servizio con il prolungarsi dell’emergenza. Molte persone, nel contattarci telefonicamente, ci ringraziano perché continuiamo ad aiutarle nonostante le difficoltà del momento. E questo è un bel gesto di incoraggiamento per andare avanti».

Ascolto e assistenza anche sul virus.

«Quest’emergenza sanitaria viene vissuta con preoccupazione, ma anche con tanta speranza – commenta l’assistente sociale del Centro di ascolto diocesano Silvia Bagnarelli –; anche con tanta presa di coscienza delle responsabilità nei nostri stessi confronti e delle persone che ascoltiamo e assistiamo in un momento di prova per tutta la collettività. Pertanto sentiamo quasi un dovere continuare la nostra attività per stare vicino agli ultimi, per non farli sentire soli, ma ci rendiamo conto che è necessario mettere in atto numerose precauzioni raccomandate dalle Istituzioni. Al Centro di ascolto l’afflusso fisico si è sensibilmente ridotto, ma non le telefonate. Sono in tanti ogni giorno a contattarci per parlare delle loro situazioni. Alle persone che continuano a venire offriamo un’attività di orientamento e delucidazioni in merito alle disposizioni adottate per l’emergenza. Abbiamo anche incontrato gli ospiti del “Villaggio della Carità” e di Casa “Sant’Anna dei Servitori” per parlare del “corona virus” e di come è possibile contenerlo. Per cui, accanto alle necessità stringenti di tutti i giorni, c’è anche quella di voler essere informati-aggiornati sulla situazione che stiamo vivendo tutti».

Le interviste video ai responsabili dei servizi Caritas sono disponibili in giornata sul canale YouTube del settimanale La Voce.

Coronavirus – Messaggio e la preghiera di affidamento a Maria del Vescovo Mons. Gualtiero Sigismondi al Santuario Madonna del Pianto.

E’ dal 1614 che l’effigie della Madonna del Pianto è venerata nella Diocesi di Foligno. La devozione dei cittadini folignati verso la Madonna del Pianto andò crescendo di anno in anno, tanto che la nominarono loro protettrice rivolgendosi spesso a lei per implorare soccorso durante le calamità.

Messaggio e preghiera di affidamento a Maria
In un momento così delicato per la vita del nostro Paese mi rivolgo a voi, fratelli e sorelle carissimi, attraverso i mezzi di comunicazione sociale della Diocesi. Il sentimento di pericolo, di precarietà, di isolamento che tutti sperimentiamo mette a dura prova il nostro animo, che non può rinunciare a tenere viva la speranza. Noi siamo “prigionieri della speranza” e non “carcerieri”! Lo ricordava il profeta Zaccaria (cf. 9,12) in un momento delicato della vita di Israele.
In forza della tutela della salute pubblica la Chiesa che è in Italia ha accettato responsabilmente di celebrare la Messa “pro populo” senza il popolo. Sebbene Dio “non leghi la sua grazia ai soli sacramenti”, il “digiuno eucaristico” ci fa sperimentare la testimonianza dei martiri di Abitene: “Senza la Domenica non possiamo vivere”.
La “quarantena” di questa Quaresima ci sollecita a convertirci a uno stile di vita più sobrio. I tanti “no” che i decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri impongono sottintendono il “sì” al bene comune. La raccomandazione di rimanere a casa ci aiuti ad ascoltare il silenzio, a riservare una speciale cura per la vita interiore e a riscoprire i rapporti familiari.
Il ponte più vulnerabile e insieme più necessario è quello della stretta di mano: nelle circostanze attuali non possiamo compiere questo gesto. Si tratta di una dolorosa rinuncia, di una necessaria astinenza, che ci può aiutare a riconoscere che l’uomo non è chiamato ad alzare muri. La Vergine Maria, “Ponte incrollabile” tra il Figlio di Dio e l’umanità sofferente, ci ottenga dal Figlio suo la grazia di vivere questa Quaresima, così austera, “protesi alla gioia pasquale”.

Preghiera alla Madonna del Pianto

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Vergine Maria del Pianto: distilla le nostre lacrime nella “fornace ardente” del Cuore del Figlio tuo.
Ti consegniamo le lacrime procurate dal flagello del coronavirus: veglia sull’incolumità delle nostre famiglie e fa’ che la presente trepidazione si trasformi in gioioso ringraziamento.
Ti presentiamo le lacrime che “grondano notte e giorno, senza cessare”, dagli occhi di chi ha perso una persona cara: ispira loro il silenzio, pieno di attesa, del Sabato santo.
Ti preghiamo per chi, carico di anni, è visitato dal pianto della solitudine e dell’abbandono: fa’ che il loro cuore desolato sia rianimato da intrepidi operatori di misericordia.
Ti mostriamo le lacrime miste a sudore dei medici e di tutti gli operatori sanitari: lenisci la loro fatica, mirabile segno di una carità concreta, generosa e senza limiti di tempo.
Ti chiediamo di assistere con la tua sapienza coloro che governano la comunità civile: apri i loro occhi, perché cercando il bene comune non trascurino le lacrime dei poveri.
Ti confidiamo la preoccupazione per le pesanti conseguenze economiche dell’attuale emergenza sanitaria: fa’ che a nessuno manchi il pane, la casa e il lavoro.
Ti supplichiamo per chi, in lacrime, è costretto a lasciare la propria terra assediata dalla guerra e stremata dalla fame: aiutaci a non distogliere lo sguardo dal popolo siriano.
Ti affidiamo chi sperimenta che senza l’Eucaristia non è possibile vivere: lubrifica i loro occhi con il “collirio” della Parola e la contemplazione dei misteri del Rosario.
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Consolatrice degli afflitti: a te il Figlio tuo ha riservato i diritti d’Autore sulle nostre lacrime.

Foligno, 13 marzo 2020

+ Gualtiero Sigismondi

Spoleto – La supplica di mons. Boccardo alla Santissima Icone «in questi giorni in cui un virus insidioso ci spaventa come un mostro invincibile e attenta alla nostra vita e alla nostra pace».

Nella III Domenica di Avvento, 15 marzo 2020, nel pieno della pandemia del Covid-19 (Coronavirus) l’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presiedente della Conferenza Episcopale Umbra mons. Renato Boccardo ha presieduto due momenti di preghiera nella Cappella della Santissima Icone del Duomo di Spoleto, entrambi in assenza di fedeli come previsto dalle ordinanze del Governo e trasmessi in diretta sulla pagina Facebook diocesana.

Al mattino il Presule ha celebrato la Messa e nell’omelia si è soffermato sul brando del Vangelo che presentava la samaritana all’inizio come “donna della Samaria” e dopo essere stata cercata dal Padre come conoscitrice “dell’acqua viva” che è Cristo. «Nelle parole che Gesù rivolge a questa donna, “Dammi da bere”, riconosciamo – ha detto il Presidente dei Vescovi umbri – l’invocazione di aiuto che si eleva in mille modi diversi da ogni parte del mondo di fronte alla situazione tragica che stiamo vivendo. E noi vogliamo esprimere con queste stesse parole l’intercessione, fiduciosa e sicura, che – insieme con la Vergine Maria qui venerata nella sua SS.ma Icone – deponiamo sull’altare del Signore per tutti i nostri fratelli e sorelle in umanità, affinché tutti liberi del male fisico e morale e a tutti conceda di fare presto ritorno ad una sicura e serena quotidianità. “Dammi da bere” – ha proseguito mons. Boccardo – esprime anche la richiesta di sostegno da parte di quanti sono colpiti dal morbo e dei loro famigliari. E noi con la preghiera accompagniamo la loro sofferenza e chiediamo il dono della fortezza e della salute per tutti gli operatori sanitari, le forze dell’ordine e del volontariato, che stanno testimoniando abnegazione e grande professionalità. Infine, “Dammi da bere” – ha concluso l’Arcivescovo – esprime infine l’anelito dei credenti e di tutta la comunità cristiana, che si astiene in queste settimane – non senza sofferenza ma per senso di civile responsabilità – dal radunarsi per celebrare i santi misteri esperimentando un particolare “digiuno” che accresce la nostalgia e la fame del corpo eucaristico di Gesù presente nel suo corpo ecclesiale. Sappiamo però che quando ci è precluso il tempo della vita esteriore possiamo dedicarci con più intensità a nutrire quella interiore. Nessun virus, per quanto malefico e subdolo, nessun decreto, per quanto utile e inevitabile, può impedirci di adorare il Padre in spirito e verità, di percorrere – oranti – le pagine della Scrittura, di moltiplicare la fantasia della carità».

Nel pomeriggio mons. Boccardo ha presieduto la preghiera del Rosario dinanzi alla Santissima Icone conservata nel Duomo di Spoleto e molto venerata dalla gente. Davanti all’Icone l’Arcivescovo ha acceso una lampada votiva che arderà fino al termine della pandemia, ripetendo questa antica supplica: “Ricordati, o piissima Vergine Maria, che non si è mai inteso che qualcuno abbia avuto ricorso alla tua protezione, abbia implorato il tuo aiuto, richiesto il tuo patrocinio e sia stato da te abbandonato. Animati da tale fiducia, a te ricorriamo, o Madre, Vergine delle vergini, a te veniamo e, pur peccatori, ci prostriamo ai tuoi piedi a domandare pietà. O Madre del divin Verbo, non disprezzare le nostre preghiere ma benigna ascoltale ed esaudiscile. Amen”. Al termine del Rosario, mons. Boccardo ha recitato la supplica che lui stesso ha composto alla Santissima Icone in questo tempo di Coronavirus. In un passaggio si legge: “In questi giorni un virus insidioso ci spaventa come un mostro invincibile e attenta alla nostra vita e alla nostra pace. Ricordaci che la vita e la morte, il tempo e il futuro non ci appartengono e non ne siamo i padroni. Ripetici che c’è Qualcuno a cui dobbiamo riferirci, a cui chiedere aiuto e protezione: Gesù, Figlio prediletto del Padre celeste e nostro Salvatore”. La preghiera intera è pubblicata nel sito della Diocesi: www.spoletonorcia.it.

Prossimi appuntamenti di preghiera. Ricordiamo che ogni giorno l’Arcivescovo alle ore 18.00 celebra la Messa dal Duomo, che verrà trasmessa in diretta Facebook sulla pagina SpoletoNorcia. Giovedì 19 marzo alle 21.00, in unione con la Chiesa italiana che promuove un momento di preghiera per tutto il Paese invitando le famiglie ad accendere una candela alla finestra di casa, mons. Boccardo celebrerà il Rosario dall’altare di S. Giuseppe della chiesa di S. Filippo Neri in Spoleto (diretta sulla pagina Facebook SpoletoNorcia).

Assisi – Le campane della città serafica suoneranno tre volte al giorno per solidarietà nei confronti dei malati, familiari e operatori sanitari e per chiedere l’intercessione di San Francesco e Santa Chiara

In questo periodo in cui il coronavirus sta mettendo a dura prova l’Italia e l’intera umanità, le chiese di Assisi suoneranno le campane tre volte al giorno in segno di solidarietà nei confronti di malati, familiari, e operatori sanitari. Nei momenti di preghiera della giornata e in particolare alle sette, a mezzogiorno e alle diciotto i rintocchi delle campane invitano i fedeli ad unirsi in comunione spirituale per assicurare da Assisi preghiera e vicinanza all’intera Nazione e al mondo invocando la grazia per intercessione di San Francesco e Santa Chiara.

“Ho chiesto – afferma il vescovo monsignor Domenico Sorrentino – che ad Assisi tre volte al giorno ci siano dei rintocchi di campane da tutte le nostre chiese. Dal Santuario della Spogliazione dove Francesco si spogliò di tutto per dire che apparteneva totalmente a Dio e voleva dedicarsi tutto ai fratelli, dalla Basilica di San Francesco dove riposa il suo corpo, le sue spoglie mortali, dalla Basilica di Santa Chiara dove è sepolta la Santa che fu particolarmente legata a San Francesco. Con l’intercessione dei nostri Santi venga la più grande benedizione del Signore sull’Italia. San Francesco è Patrono d’Italia la sua intercessione ci aiuti e ci conforti”.

Continuano, per la comunione spirituale, le dirette dal Santuario della Spogliazione delle sante messe celebrate tutti i giorni alle ore 18 e la domenica anche alle ore 11 che possono essere seguite sulla pagina Facebook Diocesi Assisi-Nocera-Gualdo e su “Maria Vision” (visionabile in Umbria sul canale 602, diretta streaming su https://www.mariavision.it/maria-vision-italia – oppure scaricando la App: https://subsplash,com/mariavisin/app).

Perugia: Il cardinale Bassetti alla celebrazione eucaristica in diretta radio e social media. Il presule: «Abbiamo nelle nostre mani un’arma molto più potente del “corona virus”»

«Abbiamo nelle nostre mani un’arma molto più potente del “coronavirus”: è la corona del S. Rosario». Lo ha detto il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, all’omelia della celebrazione eucaristica della Terza Domenica di Quaresima, il 15 marzo, tenuta nella cappella dell’episcopio di Perugia, trasmessa in diretta da «Umbria Radio In Blu» e sui social dei media diocesani per essere spiritualmente vicino a tutti i fedeli, in particolare ai più colpiti e in difficoltà. «Il professor Giorgio La Pira – ha proseguito il cardinale – diceva che la corona è un’arma più potente della bomba atomica. Io ero un ragazzo e pensavo che il professore esagerasse. Ora sono anziano e vi dico che le sue parole mi convincono: pregate! La corona del S. Rosario è un ottimo strumento per la preghiera in famiglia».

No ad abbandono e sfiducia.

Nel commentare il Vangelo, il presule ha detto: «Mi colpiscono le parole di papa Francesco, esse sono una bellissima risposta per chi è sfiduciato, per chi si è lasciato andare, per chi si sente abbandonato. Tenetele bene in mente queste parole del Papa: “a Dio stai a cuore proprio tu, tu che ancora non conosci la ricchezza del suo amore; tu che non hai ancora accolto Gesù al centro della tua vita; tu che forse per le cose brutte che ti sono capitate non credi più nell’amore”. Sono le parole di un padre, di un pastore a cui sta a cuore il suo gregge. Il ritornello del Salmo 24 coglie profondamente il grido di papa Francesco: “Ascoltate oggi la voce del Signore, non indurite il vostro cuore…”».

Stanchi e affaticati.

«Il Vangelo di oggi ci presenta Gesù stanco e affaticato per un lungo viaggio – ha evidenziato il cardinale – ed anche noi, per un motivo o per un altro, soprattutto per questo virus, siamo davvero stanchi e affaticati. Potremmo dire che la stanchezza di Gesù non è soltanto fisica. E’ la stanchezza che dipende dal suo continuo correre dietro a noi, per tirarci fuori dai nostri guai in cui continuamente ci cacciamo, per difenderci dai pericoli ai quali andiamo incontro, per liberarci dai peccati. Questa è la vera stanchezza di Gesù».

Eucarestie pro populo.

«C’è nel brano del Vangelo di oggi qualche cosa che si riferisce alla nostra difficile situazione in cui ci troviamo. In questi nostri fratelli privati del nutrimento del corpo e del sangue di Cristo si coglie tutta la loro sofferenza nell’ascoltare e nel partecipare a questa Eucaristia. Sono vicino a questa fame e a questa sete e mi auguro che presto possa essere appagata, ma la Parola del Signore ci aiuta in questo momento proprio come Lui ha detto alla samaritana ad adorare Dio in spirito e verità, perché Dio è spirito e verità. Anche con il digiuno eucaristico queste parole ci invitano a intensificare la nostra preghiera in riferimento alla Parola di Dio, come ho sempre detto in questi giorni. Le mie parole, dice Gesù, sono spirito e vita. Tutte le Eucarestie che noi celebriamo in questo periodo sono pro populo, sono per voi, fratelli, sono per le vostre intenzioni. Coraggio, non vi abbandoniamo, continuate ad adorare Dio in spirito e verità. Un giorno, e spero che possa venire il prima possibile per la volontà del Signore, tutte le nostre Chiese si riempiranno per cantare il Te Deum, il canto di lode e di ringraziamento al Signore, il canto della vittoria di Dio sul male».

I segni di bene da cogliere.

Al termine della messa, il cardinale Bassetti ha salutato i fedeli con parole di incoraggiamento e conforto rivolte in particolare «ai malati, ai medici, agli operatori sanitari, alle famiglie con i loro cari in ospedale e a tutte quelle che risentono di questa crisi economica causata dall’emergenza sanitaria. Attorno a me – ha commentato – vedo qualche cosa che ci spinge sempre a sperare e sono dei segni di bene che insieme a voi voglio cogliere: un medico che dà la vita per curare i contagiati; una infermiera che si addormenta sul computer stremata dallo sforzo di dovere soccorrere tante persone per ore e ore; un comandante che scende per ultimo da una nave con a bordo persone infette; una madre che rassicura i suoi bambini; le persone che attenuano la solitudine di un anziano portandogli la spesa a casa; chi presta ascolto alle povertà dell’altro; chi dona denaro e chi è generoso donando il suo tempo per le opere di carità».

I poveri vanno soccorsi.

«Le mense devono restare aperte e i poveri vanno soccorsi – ha sottolineato il presidente della Cei –. Guai se venisse a mancare l’azione caritativa della Chiesa. Vedo in questo senso tanta necessità e voglio anche stimolarla in modo che a chi ha bisogno non manchi nulla di ciò che Dio, attraverso le nostre mani, vuole offrirgli».