Perugia: Ricevuto in dono da papa Francesco un ingente quantitativo di materiale sanitario per le Residenze protette per anziani del territorio. Il cardinale Gualtiero Bassetti ha ringraziato il titolare dell’Elemosineria Apostolica cardinale Konrad Krajewski

Poco dopo le 11 di stamani (17 aprile) è giunto nell’Arcivescovado di Perugia un automezzo dell’Elemosineria Apostolica Vaticana con a bordo un ingente quantitativo di materiale sanitario da distribuire alle Residenze protette per anziani del territorio perugino. Si tratta di tute, mascherine, guanti e copri scarpe monouso per il fabbisogno di queste residenze nel tempo del “Coronavirus”.

A ricevere il materiale, donato da papa Francesco su segnalazione del cardinale Gualtiero Bassetti, è stato il vescovo ausiliare mons. Marco Salvi. “Il Papa, attraverso il suo elemosiniere, il cardinale Konrad Krajewski – ha commentato mons. Salvi – ha voluto donare questi oggetti molto utili e richiesti dalle strutture per l’accoglienza e la cura delle persone anziane e in gravi difficoltà, convinto – come lo stesso Santo Padre ci ricorda – che “i depositi vaticani devo essere sempre vuoti””.

Il cardinale Bassetti ha contattato personalmente al telefono il titolare della Elemosineria Apostolica, il confratello Krajewski, per manifestargli la sua gratitudine e per far giungere al Santo Padre Francesco il suo vivo ringraziamo.

Vita Francescana – Dalla Porziuncola al servizio degli appestati: fra Bartolomeo Cordoni da Castello tra mistica e misericordia

Frate Francesco d’Assisi, pochi mesi prima di morire alla Porziuncola, nel Testamento ha affermato che il suo cambiamento di vita e il conseguente passaggio dalla vita mercantile a quella evangelica è avvenuto nel fare misericordia con i lebbrosi (cfr. Francesco misericordioso. La sfida della fraternità, Milano 2019). I frati Minori come il Santo fondatore vissero la misericordia in molti modi, a seconda delle esigenze del tempo storico in cui si trovavano; basti ricordare l’azione tanto attuale dei Monti di pietà con cui l’Osservanza francescana aiutava i poveri meno poveri perché non diventassero più poveri, ossia – per dirla con Stefano Zamagni – sostenere i vulnerabili per non renderli fragili e quindi accattoni.

Un personaggio tanto sconosciuto quanto importante in ciò è il beato Bartolomeo Cordoni da Città di Castello (1471-1535). Dopo aver studiato a Firenze alla scuola di Poliziano, rimase vedovo e nel 1540 a trentatré anni entrò nei frati Minori osservanti presso il convento della Porziuncola. Seguendo le orme di Gesù si prese cura degli appestati, prima a Gubbio e successivamente a Terni. Divenuto guardiano di Monteripido presso Perugia, al termine del suo servizio si recò nella terra dei non cristiani per predicarvi il Vangelo e morì a Tunisi nel 1535.

Narrò la sua esperienza spirituale e mistica, radicata nella tradizione francescana, ossia negli scritti di Francesco d’Assisi, Jacopone da Todi, Angela da Foligno, Raimondo Lullo e altri ancora nel Liber de unione animae cum supereminenti lumine. Centrale del suo pensiero e spiritualità è la chiamata a diventare per grazia ciò che Gesù è per natura – concetto ben diverso dalla fusione con Dio che finirebbe in una sorta di pantesimo –, espressione già usata da Guglielmo da Saint-Thierry che la riprende da san Massimo Confessore e diffusa in tempi più recenti dal beato Columba Marmion.

Le opere e le parole del beato Bartolomeo Cordoni da Castello lungo i secoli sono state stimolo all’Ordine minoritico a essere sempre in uno stato di riforma, come la Chiesa che semper reformanda est.

a cura di Padre Pietro Messa

Terni – il vescovo Piemontese pellegrino alla basilica di San Valentino per affidare la città alla protezione del santo dell’amore

Un pellegrinaggio spirituale dei ternani verso la basilica del patrono della città e dell’amore, san Valentino, nel tempo del Coronavirus, per chiedere la protezione del santo, perchè con il suo sguardo benigno possa intercedere presso il Signore per liberarci dal male che ci avvolge.

Così, rappresentando l’intera comunità diocesana, il vescovo Giuseppe Piemontese si farà pellegrino verso il colle dove si trova la basilica di San Valentino, sabato 18 aprile, dove celebrerà la messa della domenica, ottava di Pasqua e della Divina Misericordia, alle ore 17, alla presenza del sindaco di Terni avv. Leonardo Latini e di pochi ministri.

A termine, dal sagrato della basilica, il vescovo impartirà la benedizione sulla città di Terni e sull’intera Diocesi con le Reliquie del patrono san Valentino.

La celebrazione e la preghiera saranno trasmesse dall’emittente televisiva Teleterni e dai canali You Toube e Facebook della Diocesi di Terni Narni Amelia.

“Mentre da oltre un mese siamo tutti in quarantena – ricorda mons. Piemontese – rinchiusi nelle nostre case, avvertiamo la durezza e la sofferenza, che l’epidemia del Coronavirus ha provocato a ciascuno di noi, alle nostre famiglie e alla società.
L’isolamento, il disagio di vivere in spazi ristretti, la paura del contagio, la sofferenza per la morte di tante persone care, specie nonni, la prospettiva di un futuro economico precario o di povertà, la proibizione di partecipare alle celebrazioni liturgiche, specie alla messa domenicale, il divieto di scambiarci abbracci e altri gesti di affetto, tutto ciò unito ad altri divieti ci spinge verso considerazioni preoccupate.

La fede nel Signore ci orienta alla speranza e ad una prospettiva ottimistica. Vogliamo lasciarci illuminare dalla Parola di Dio e affidarci alla protezione dei nostri Santi, in particolare del nostro patrono san Valentino, che nei momenti difficili e di pestilenza ha fatto sentire la sua vicinanza e il suo patrocinio. Invito tutti a unirsi spiritualmente alla preghiera”.

Assisi – riapre la libreria Fonteviva. Sarà accessibile al pubblico il martedì e il venerdì dalle 9 alle 13.

Piccoli segnali di ripresa anche dalla diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino. In seguito alle nuove disposizioni del Governo per l’emergenza Covid-19, la Fondazione diocesana Opera Casa Papa Giovanni ha deciso di riaprire la libreria Fonteviva, nella sede principale di Via San Paolo n. 32 ad Assisi, tutti i martedì e i venerdì mattina dalle ore 9 alle ore 13.

“Con la parziale riapertura della libreria Fonteviva – dichiara Daniela Fanelli, direttore dell’Opera Casa Papa Giovanni – vogliamo dare un piccolo segnale di ripartenza, nel rispetto delle normative previste per l’emergenza Covid-19. La libreria – aggiunge – offre la sua ricca collezione di libri religiosi per tutti i livelli, anche universitari, di best seller, ultime pubblicazioni e una sezione dedicata ai bambini”.

Riapre così una storica attività di Assisi, fondata dopo il Concilio Vaticano II da Don Aldo Brunacci, con l’intento di offrire un servizio di aggiornamento dedicato alla numerosa comunità religiosa e non, presente nella città di Assisi specializzata nella vendita di libri, film, musica, oggettistica religiosa, con un occhio di riguardo per il settore francescano. La libreria possiede anche una ricca collezione di testi non religiosi, come i grandi classici della letteratura italiana e straniera, e una sezione specifica per i bambini.

È disponibile anche tutto il materiale sulla Shoah e sul venerabile Carlo Acutis, presente nel bookshop annesso al “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944”, situato in piazza Vescovado n. 3, che resta invece chiuso.

Per ordini online e ulteriori informazioni, anche fuori dagli orari di apertura, si può fare riferimento ai seguenti contatti: 075/812467 – 340/2750903 libreriafonteviva@yahoo.it .

Perugia, “Report Empori della Solidarietà 2019”: dalla loro apertura aiutate 7.738 persone, 3.854 nell’ultimo anno. Il direttore della Caritas diocesana: “Speriamo di non passare dalla pandemia alla carestia”. Aumentato del 30%, in un mese, il numero delle famiglie fruitrici dell’Emporio “Tabgha”

«A fine marzo avremmo dovuto presentare il “Report Empori della Solidarietà 2019”, ma l’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 non l’ha permesso; lo facciamo attraverso questa nota del nostro Ufficio stampa e comunicazione». A precisarlo è il diacono Giancarlo Pecetti, direttore della Caritas di Perugia-Città della Pieve, nel presentare non solo i numeri, ma soprattutto l’operato dei quattro Empori Caritas attivi da alcuni anni nelle zone più sensibili del territorio diocesano, sottolineando l’importanza del lavoro dei volontari, «vera anima di questi servizi».

I quattro Empori. Sono “opere segno” della Chiesa perugino-pievese volute e sostenute dal cardinale Gualtiero Bassetti «come una testimonianza concreta della carità affinché non venga mai perso di vista il valore cristiano dell’accoglienza, della solidarietà e della gratuità». Lo disse lo stesso cardinale, nel 2014, all’inaugurazione del primo degli Empori, il “Tabgha” di Perugia città, presso il “Villaggio della Carità” (zona Stazione Fs-via Cortonese). Gli altri tre, inaugurati nel 2016 come opere segno del Giubileo straordinario della Misericordia indetto da papa Francesco, sono: il “Divina Misericordia”, nella zona industriale di San Sisto; il “Siloe”, nel centro abitato di Ponte San Giovanni; il “Betlemme”, nel comune di Marsciano.

Supermercati solidali. «Questi Empori – ricorda il direttore Pecetti – sono la soluzione più idonea e dignitosa per aiutare le famiglie in difficoltà per un periodo di tempo sufficiente a renderle più autonome e integrate. Questo metodo, alternativo alla distribuzione del pacco viveri, permette alle famiglie, attraverso una tessera a punti, di accedere al supermercato solidale ed effettuare la “spesa”».

Più prodotti donati. Nei quattro Empori sono transitati complessivamente 303,9 tonnellate di prodotti, contro le 304,8 del 2018, una contrazione di quasi una tonnellata a fronte di un incremento di cento nuove famiglie fruitrici. Il dato positivo è l’aumento delle tonnellate donate, passate da 200,9 del 2018 a 208,3 del 2019. Si tratta di un incremento significativo grazie alla generosità di aziende della grande e media distribuzione, ma anche alla generosità di privati benefattori. Nel 2019 le restanti 95,6 tonnellate sono state acquistate con il contributo stanziato per il 90% dalla Fondazione Cassa di Risparmi di Perugia. Sempre nel 2019 sono state distribuite 294,7 tonnellate di prodotti di cui 236 negli Empori e 58,7 nelle strutture caritative diocesane e parrocchiali.

Il duplice ruolo degli Empori. «Gli Empori rivestono oggi un duplice ruolo – spiega il direttore Pecetti –, quello di essere contemporaneamente centri di accoglienza-ascolto e di distribuzione di generi alimentari di prima necessità, di prodotti per l’igiene intima e della casa (quest’ultimi molto richiesti in questo periodo) e di materiale scolastico».

L’impegno di 158 volontari. Questa duplice opera è portata avanti dai volontari, in gran parte anziani; impegno che prosegue in questo difficile momento nel rispetto delle norme vigenti e adottando le precauzioni del caso per evitare contagi fra fruitori e gli stessi volontari. Questi ultimi, nel 2019, sono stati 158, prestando servizio nei quattro Empori per complessive 20.074 ore di volontariato (127 ore in media per ciascun volontario). «Occorrono più volontari e possibilmente più giovani – precisa il diacono Pecetti –, in modo da permettere un ricambio generazionale. Gli attuali sono tutti ben motivati e formati, partecipando con interesse alle giornate di formazione a loro dedicate, attualmente sospese per l’emergenza sanitaria».

1.199 le famiglie aiutate.

«Il dato più rappresentativo – spiega Paolo Montori, curatore del “Report” – è senz’altro quello delle famiglie fruitrici degli Empori a cui sono state consegnate nel 2019 1.199 “tessere famiglia”, più 214 “tessere baby” (181 nel 2018) per un numero complessivo di assistiti di 3.854 persone tra adulti e minori». L’incremento delle “tessere baby” evidenzia che sono sempre più le giovani famiglie a chiedere aiuto e quelle italiane ed europee sono in aumento, rispettivamente il 27,5% e il 15%. Le famiglie provenienti dall’Africa sono il 35%, quelle latinoamericane il 18% e le asiatiche il 4,5%. L’aumento di famiglie italiane si registra negli Empori delle due principali aree industriali, San Sisto e Ponte San Giovanni, dove di più persistono gli effetti della crisi occupazionale. Ad esempio all’Emporio di San Sisto le famiglie italiane hanno raggiunto quasi il 37%, contro il 34% del 2018. Complessivamente le “tessere famiglia” sono aumentate di 101 unità (nel 2018 erano 1.098) e nei primi cinque anni di attività degli Empori, in particolare del “Tabgha” di Perugia, le persone aiutate sono state 7.738, la metà delle quali nell’ultimo anno: 3.854. Da precisare che gran parte di queste persone sono fruitrici degli Empori da più anni.

Dati preoccupanti. «Sono dati che non possono non farci riflettere – commenta il direttore Pecetti – a cui va aggiunto un altro ancor più preoccupante. Nello scorso marzo il numero delle famiglie che si sono recate all’Emporio “Tabgha” è aumentato del 30% rispetto allo stesso mese del 2019. Queste famiglie sono arrivate al Centro di ascolto diocesano e nella quasi totalità dei casi sono i “nuovi poveri” del Covid-19. Sono famiglie in gravi difficoltà perché non hanno al momento un lavoro e quello che avevano prima non gli ha consentito di mettere da parte risparmi tali da poter fronteggiare quest’emergenza. Speriamo di non dover passare dalla pandemia alla carestia. Questo evento, così doloroso, possa continuare ad aprire il cuore dell’attenzione verso l’altro e possa rendere tutti noi testimoni che camminare insieme è camminare con Cristo accanto a noi».

Perugia: “Una speranza che non delude”. La sesta “Lettera settimanale di collegamento” del cardinale Bassetti alla comunità diocesana nel tempo del “Coronavirus”. Annuncio delle visite all’Ospedale e al Carcere di Capanne.

Tra le immagini della Quaresima appena vissuta, che difficilmente riusciremo a dimenticare, ci sono quelle della «lunga fila di camion militari che lasciano Bergamo con il loro carico di morte…», ma anche «i primi timidi sguardi di coloro che sono guariti. Sguardi persi, ancora un po’ spaventati, ma pieni di stupore». In quelle immagini si coglie «metaforicamente il mistero vissuto nel triduo pasquale: la morte, il silenzio, la risurrezione. E ancora: il dolore, la paura, la gioia. C’è tutto questo nella Pasqua: il passaggio dalla morte alla vita. Il passaggio dall’angoscia alla speranza: dallo scandalo della croce alla promessa della vita eterna». Lo scrive il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti nella sesta “Lettera settimanale di collegamento” alla comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve, nel tempo del “Coronavirus”, dal titolo: “Una speranza che non delude”, una sua meditazione contenuta in un articolo pubblicato da Avvenire domenica di Pasqua. Il testo integrale della lettera è scaricabile all’indirizzo: http://diocesi.perugia.it/la-vi-lettera-settimanale-collegamento-del-cardinale-gualtiero-bassetti-alla-comunita-diocesana-nel-tempo-del-coronavirus-martedi-14-aprile-2020/ .

Gesù, la porta aperta verso il Cielo. «So bene che molti italiani in questi giorni stanno piangendo i propri defunti e sono in trepidazione per amici e parenti ammalati –sottolinea il cardinale –. È un dolore che ci unisce profondamente in una comunione spirituale quotidiana e ininterrotta. Una comunione con il Padre che non può essere interrotta dalle difficolta della vita presente che colpiscono ognuno di noi. Chi ci separerà dall’amore di Dio? Non certo l’angoscia e la persecuzione. Nella celebrazione pasquale noi siamo “vincitori” proprio “grazie a colui che ci ha amati”. Gesù è la porta sempre aperta verso il Cielo. Dobbiamo gridarlo con gioia e senza paura».

Le prime visite nel tempo di Pasqua. Con questo spirito il cardinale Bassetti si recherà in visita, nel fine settimana, all’Ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Perugia e al Carcere di Capanne. A questi due luoghi-simbolo della sofferenza umana, nel periodo del “Coronavirus”, il presule dedica le sue prime visite nel tempo di Pasqua. In Ospedale si recherà venerdì 17 aprile, alle ore 11; mentre in Carcere sarà sabato 18, alle ore 10. Per tutti coloro che incontrerà avrà una parola di “speranza che non delude”: il messaggio pasquale della salvezza.

Chiese aperte e liturgia domestica. Ritornando alla sua lettera alla comunità diocesana, essa si conclude con «alcune note importanti per affrontare le ristrettezze che siamo chiamati a vivere in questo tempo». In primis «l’apertura delle nostre chiese – scrive il cardinale –. Esse rimarranno aperte tutti i giorni, almeno la cattedrale e quelle parrocchiali, secondo orari stabiliti… In secondo luogo, alcuni suggerimenti circa la liturgia domestica. In questo tempo nel quale le celebrazioni con adunanza di popolo non possono essere praticate, oltre al lodevole servizio che le emittenti televisive, come quelle radio, ed anche i social media, stanno dando, nella trasmissione della celebrazione eucaristica e di altri momenti di preghiera o catechesi, non possiamo dimenticare una dimensione particolare della liturgia che è quella familiare, riconoscendo alla famiglia la sua identità di chiesa domestica… Nulla potrà mai sostituire la celebrazione comunitaria dell’Eucarestia, fonte e culmine della vita cristiana (cfr. LG 11), altresì nulla può sostituire il focolare domestico quale luogo originario della trasmissione della fede come dell’iniziazione alla preghiera».

Foligno – videoconferenze Rete famiglie adottive

A partire da venerdì 17 aprile dalle ore 21.00 alle 22.00 l’Associazione Rete Famiglie Adottive ha organizzato il primo appuntamento di un ciclo di webconference gratuite. Tre appuntamenti, sottolineano gli organizzatori, aperti a tutti, famiglie adottive e non, nonni, zii, amici…con i quali riflettere su alcuni temi come:
– affrontare il tempo che ci è dato di vivere;
– comprendere i bisogni dei figli e rispondere adeguatamente;
– guardare avanti e prepararci già oggi a quel tempo che giungerà portando tante novità fuori e dentro di noi.

Ecco i tre appuntamenti:

Venerdì 17 aprile ore 21.00 – 22.00
Dott.ssa Papa Maria Luisa
Psicologo, Psicoterapeuta, Dirigente Sanitario Asl 1, Servizio Adozioni nazionali ed internazionali delle zone sociali 2, 3, 4, 5 dell’Umbria
“È tempo di non fare: sostare e so stare”

Sabato 25 aprile ore 17.30 – 18.30
Dott.ssa Barbanera Francesca
Medico-Neuropsichiatra Infantile presso USL UMBRIA 1
Esperienze formative e cliniche di lavoro con i genitori
“Esserci: genitori e figli-Dal reparenting al parenting”

Venerdì 1 maggio ore 17.30 – 18.30
Dott. Astori Sergio
Psicoterapeuta, psichiatra, docente alla Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica di Milano
“Tra il ‘non più’ e il ‘non ancora’ ”

Per l’iscrizione bisogna compilare questo modulo: https://forms.gle/Bnp2FbFgYWhxxPXu9 e successivamente riceverete il giorno prima dell’evento il link per partecipare on line!

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Foligno – alla libreria vescovile disponibile il volume: Mons. Gualtiero Sigismondi, il vescovo della Sinodalità”.

Da mercoledì 15 aprile, presso la Libreria vescovile, aperta tutti i giorni, ore 9-12.30, permette di aprire uno spazio comunicativo non solo virtuale, ma anche reale. Presso la libreria sono disponibili due importanti e recenti pubblicazioni: il nuovo Annuario diocesano 2020, redatto e dato alle stampe il 22 febbraio scorso, quindi prima della nuova nomina a Vescovo di Orvieto-Todi, e il libro che la segreteria del Consiglio pastorale ha in questi giorni redatto e fatto stampare dal titolo: “Mons. Gualtiero Sigismondi, il Vescovo della sinodalità”. Se la distribuzione dell’Annuario è ovviamente gratuita, per il libro si suggerisce di lasciare un’offerta allo scopo di venire incontro alle spese di pubblicazione.

Qualora vi fosse la possibilità di superare la fase del cosiddetto distanziamento sociale, sottolineano i referenti della segreteria del consiglio pastorale, saremo invitati a partecipare alla consegna al Vescovo Gualtiero della suddetta pubblicazione.

Pagina facebook della Libreria Vescovile per conoscere le varie pubblicazioni: https://www.facebook.com/libreriavescovilejesuscaritas/

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Spoleto – pellegrinaggio pasquale dell’arcivescovo Boccardo nei monasteri di clausura per ringraziare le contemplative delle preghiere di intercessione in questo tempo di pandemia. La badessa delle Clarisse di Trevi parla della vita claustrale al tempo del Coronavirus: «Abbiamo tre monache originarie della Lombardia, la mamma di una è a casa coi sintomi del virus, ogni giorno ci giungono notizie di persone conosciute guarite o purtroppo decedute. La nostra preghiera è ancora più intensa».

Nel tempo pasquale l’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Renato Boccardo compie un “pellegrinaggio” alle comunità contemplative della Diocesi: con loro celebra la Messa trasmessa alle 18.00 sulla pagina Facebook (SpoletoNorcia) e sul canale YouTube (Archidiocesi Spoleto Norcia) della Diocesi. «Con questo piccolo gesto – afferma il Presule – intendo sottolineare la presenza significativa della vita contemplativa all’interno del tessuto ecclesiale. È giusto celebrare questa testimonianza di vita donata al servizio di Dio e della Chiesa e dire grazie alle monache per la preghiera di intercessione a favore della Diocesi in questo tempo di Coronavirus». La prima comunità visitata da mons. Boccardo è stata quella, martedì 14 aprile 2020, delle Clarisse di S. Martino in Trevi guidata da madre Milena Russo. E anche le claustrali stanno sperimentando un nuovo stile di vita causato dal Coronavirus. A tal proposito, infatti, suor Milena afferma: «Per noi la vita a causa delle restrizioni non è cambiata tanto perché viviamo in clausura. Però alcuni aspetti fondamentali della nostra comunità sono stati modificati: ad esempio non abbiamo più la celebrazione quotidiana della Messa e non possiamo accostarci al sacramento della riconciliazione. E per noi tutto ciò è stranissimo. Le nostre giornate poi erano scandite anche da persone che bussavano alla nostra porta per domandare preghiere, per lasciare un’intenzione, per confidarsi, per chiedere aiuto, per sostare un paio di giorni in foresteria e riscoprire o approfondire la propria spiritualità. E invece, ma sottolineo giustamente, non si vede nessuno». «Ma non è venuta meno la preghiera», tiene a sottolineare madre Russo. «Anzi – dice – si è rafforzata per il bene della Chiesa e del mondo. Ma sentiamo la mancanza dei sacramenti e del contatto con le persone». Nella comunità delle Clarisse di Trevi sono presenti tre monache lombarde, una di Lodi e due della zona di Milano-Brianza. «Siamo sempre in contatto – afferma ancora la Badessa – con i loro parenti e amici che ci informano dell’andamento della situazione. All’inizio anche per noi la tentazione è stata quella di sapere tante più cose di quante ce ne fossero realmente da sapere. Poi abbiamo compreso che la cosa migliore è sostenere con la preghiera chi si trova nelle prima fila come i medici, gli infermieri, i malati e le loro famiglie. Conosciamo persone che sono state molto male ma ce l’hanno fatta. Non ultimo la mamma di una nostra sorella, suor Sara, che lavora presso una casa di risposo in Lombardia è a casa con i sintomi del virus, ma in buone condizioni. Infine – conclude – suor Milena – sappiamo di qualcun altro di nostra conoscenza che purtroppo non ce l’ha fatta».

Questo il calendario del pellegrinaggio pasquale in tempo di Covid-19 che l’Arcivescovo compie nei monasteri di clausura:

· Mercoledì 15 aprile: Bevagna, Monastero di Santa Margherita (Agostiniane).

· Giovedì 16 aprile: Spoleto, Monastero della Stella in San Ponziano (Canonichesse Regolari Lateranensi).

· Venerdì 17 aprile: Castel Ritaldi, Monastero di Santa Caterina (Benedettine Celestine).

· Sabato 18 aprile: Montefalco, Monastero di San Leonardo (Clarisse).

· Lunedì 20 aprile: Montefalco, Monastero di Santa Chiara della Croce (Agostiniane).

· Martedì 21 aprile: Trevi, Monastero di Santa Lucia (Benedettine).

· Mercoledì 22 aprile: Cascia, Monastero di Santa Rita (Agostiniane).

· Giovedì 23 aprile: Norcia, Monastero di Sant’Antonio (Benedettine).

Perugia, celebrazione della Notta di Pasqua in cattedrale. Il cardinale Bassetti: «Cristo Risorto ci aiuta ad uscire fuori dal sepolcro del nostro egoismo, che uccide più della morte»

«Fratelli e sorelle, più di ogni altro Sabato Santo, questo è stato per noi il giorno del silenzio. Gesù nel sepolcro ha voluto condividere con l’umanità il dramma della morte e dello smarrimento. Anche noi in questi giorni del Triduo Pasquale abbiamo sofferto e stiamo soffrendo paura, angoscia, incertezza. Quante persone care ci hanno lasciato, o Signore! Quante persone colpite, anche in Umbria 1.300! Quante famiglie in difficoltà. Nei miei 78 anni di vita questa è per me la Pasqua più sofferta e, lasciatemelo dire, più drammatica…». Ha esordito con queste parole il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti nell’omelia della celebrazione eucaristica della Notte di Pasqua, nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, segnata dal tempo della pandemia, presieduta insieme al vescovo ausiliare mons. Marco Salvi e trasmessa in diretta dai mezzi della comunicazione sociale e sui social ecclesiali (il testo integrale dell’omelia è sul sito: www.diocesi.perugia.it).

Il cero pasquale riaccende la speranza. «Con il cero pasquale – ha proseguito il cardinale –, la speranza si riaccende e la speranza cristiana non è un’illusione: è una persona viva, è il Risorto! E Cristo Risorto è la luce del mondo, capace di abbattere ogni tenebra. Pasqua: passaggio dalla morte alla vita, dalle tenebre alla luce. È vero che soprattutto in questo periodo ci sentiamo oppressi dalla fatica del vivere, ma la nostra vita è chiamata a partecipare alla Risurrezione di Cristo. Cristo Risorto ci aiuta ad uscire fuori dal sepolcro del nostro egoismo, che uccide più della morte. Cristo Risorto ci aiuta a uscire fuori dalla nostra superbia, dalla presunzione di sentirci meglio degli altri. Cristo Risorto ci dice che la gioia della vita sta nell’amore disinteressato e nel donare. Cristo Risorto ci aiuta ad abbattere la tomba del pregiudizio, e del dito sempre puntato verso gli altri».

Strappare dalla morte i fratelli. «Gesù, dopo la Tua morte, scendesti agli inferi, il luogo della dimora dei morti, per prenderli e portarli nel tuo paradiso; mediante la tua Pasqua di Risurrezione, continua a scendere negli inferni di questo mondo, per strappare dalle mani della morte i fratelli e le sorelle, aggrediti dal male e abbattuti da questa spietata pandemia. Conduci in cielo le anime dei troppi caduti, con le parole che rivolgesti dall’alto della croce, a chi era crocifisso con te: “oggi sarai con me in paradiso”».

Non abbiate paura. «Pasqua, il giorno più felice, perché fatto dal Signore, impensabile per noi uomini – ha sottolineato il cardinale –. Perciò, fratelli, non lasciate che i nostri animi si intristiscano. Nutrite i vostri spiriti nella fiducia del bene, e abbiate sempre il coraggio di esserne i promotori. E per voi più poveri, per voi che avete subito le ingiustizie degli uomini, per voi che ora piangete, per voi che avete fame e sete di giustizia, per voi che volete essere operatori di pace, il Risorto, statene certi, continuerà a cantare le beatitudini evangeliche. Ricordate cosa disse l’Angelo alle donne, che di buon mattino si erano recate al sepolcro? “Non abbiate paura, voi cercate Gesù Nazareno, il Crocifisso. È risorto, non è qui”. È il Vangelo della Resurrezione».

Rimuovere le pietre pesanti. «La Resurrezione è un annuncio che scuote l’intera esistenza degli uomini – ha ricordato il presule –. La scuote da capo a fondo per ridarle un nuovo volto: rimuove le pietre pesanti che gravano sui nostri cuori per renderci liberi, illumina il buio che grava sulla nostra vita per manifestare il chiarore della misericordia… “Cristo è Risorto, veramente è Risorto!”, anche se la nostra cattedrale è vuota e questo è una immensa pena nel mio cuore».

Non mancherà l’aiuto della Chiesa. «Buona Pasqua, alla città di Perugia, alla Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve. A tutte le istituzioni, cominciando dai sindaci, ai sacerdoti, ai consacrati, ai giovani, ai carissimi ragazzi, alle famiglie, ai malati, ai carcerati, ai poveri. A chiunque si trovi in difficoltà economica non vogliamo far mancare il nostro aiuto e la nostra solidarietà – ha concluso il cardinale –. A tutti coloro che sono impegnati in politica, a tutte le persone di buona volontà che si impegnano per il bene comune, sappiate che la Chiesa vi sostiene con la sua preghiera e la sua carità. Diceva un saggio maestro di vita spirituale: da soli noi siamo soltanto capaci di perderci, ma insieme a Cristo saremo certamente salvati».