Verso l’assemblea regionale. 400 delegati dalle diocesi per individuare alcune linee di azione pastorale

Verso l’Assemblea Ecclesiale Regionale: oltre 400 delegati delle otto Diocesi Umbre si riuniranno a Foligno il 18 e 19 ottobre per individuare alcune linee di azione pastorale per entrare oggi sempre di più nel tessuto sociale dell’Umbria e portarvi la luce, la forza e la fecondità del Vangelo.

Tra un mese esatto le Diocesi dell’Umbria celebreranno l’Assemblea Ecclesiale regionale dal tema “Perché la nostra gioia sia piena (1 Gv 1,4). L’annuncio di Gesù Cristo nella terra umbra”. L’evento si terrà a Foligno, presso il complesso parrocchiale di S. Paolo e nei locali di altre parrocchie della città, il 18 e il 19 ottobre. È la risposta delle comunità ecclesiali umbre all’appello che papa Francesco lanciò ai delegati della Chiesa italiana a Firenze nel 2015: rileggere ed approfondire l’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium per attuare quella sinodalità che sta tanto a cuore al Pontefice.
«Questa Assemblea – afferma mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra – sarà l’occasione per riflettere insieme su come dare nuovo vigore all’annuncio della gioia del Vangelo nelle nostre belle vallate umbre. Questo richiede certamente un tempo di riflessione, di ricerca, di lettura della realtà e nello stesso tempo una fantasia ispirata dallo Spirito che permetta di individuare alcune linee di azione pastorale per entrare oggi sempre di più nel tessuto sociale dell’Umbria e portarvi la luce, la forza e la fecondità del Vangelo. Noi, infatti, crediamo che per le donne e gli uomini del nostro tempo il Vangelo abbia ancora qualche cosa da dire per rendere bella e buona la vita». Prosegue mons. Boccardo: «Siamo tutti mendicanti di gioia, non effimera o superficiale, ma che nasce da un sentirsi conosciuti, amati e accolti da Cristo e che ci permette di affrontare il percorso della vita, non sempre facile, con una luce interiore che accompagni e sostenga la fatica e la speranza delle persone. Ci piacerebbe che gli umbri possano condividere il tesoro prezioso che noi cristiani abbiamo ricevuto e del quale siamo custodi ed amministratori. Questa Assemblea, sulla spinta alla conversione missionaria che il Papa ci suggerisce, sarà l’occasione per uscire e andare incontro alla società umbra e raccontare quanto è bello essere discepoli di Gesù».

Le Chiese dell’Umbria, che saranno rappresentate da oltre 400 delegati, giungono a celebrare l’Assemblea dopo un cammino di preparazione di due anni. «Era l’autunno 2017 – racconta don Luciano Avenati, parroco dell’Abbazia di S. Eutizio in Preci e coordinatore della segreteria dell’assise – quando un primo gruppo, che rappresentava l’intera regione, senza incarichi ancora precisi, si è incontrato per parlare di quale significato, finalità e contenuti dare all’Assemblea. Poi, è stato scelto il tema, è nata una segreteria che si è riunita una decina di volte in questi due anni. Ad ogni Diocesi è stato mandato un Instrumentum laboris e delle schede di lavoro su alcuni aspetti urgenti per l’annuncio della gioia del Vangelo: vivere la Chiesa; gli adulti e la fede; i giovani e la fede; fede e vita, gli affetti; fede e vita, il lavoro e il tempo libero; fede e vita, le fragilità; fede e bene comune, politica e solidarietà. Su queste tematiche parrocchie, zone pastorali e vari organismi diocesani hanno fatto un lavoro capillare e interessante, reale ed onesto di lettura della realtà. Come segretaria – prosegue don Avenati, abbiamo raccolto il materiale giunto dalle Diocesi, lo abbiamo armonizzato ed inviato ai relatori che interverranno il 18 pomeriggio: il prof. Luca Diotallevi, ordinario di sociologia, e mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara e vice presidente della Conferenza episcopale italiana. Quindi la loro relazione – afferma don Luciano – non sarà generica e che possa andar bene per tutti, ma sarà calata esclusivamente sulla realtà ecclesiale umbra. Poi, i delegati, sulla base di questi interventi, si riuniranno in sette tavoli di lavoro sulle stesse tematiche affrontate a livello diocesano: l’obiettivo però non sarà quello di leggere la realtà, cosa già fatta, ma di indicare dei percorsi pastorali che le Chiese umbre dovranno seguire nel prossimo futuro».
All’Assemblea, oltre ai delegati diocesani, parteciperanno anche i responsabili delle Commissioni pastorali della Ceu, membri delle comunità religiose, delle associazioni e dei movimenti. Prenderanno parte anche rappresentanti delle Istituzioni civili, del mondo sociale, culturale e dei media.

Com. stampa a cura di Francesco Carlini /

Sante Umbre

L’attualità delle Sante Umbre

Molte sante umbre sono a tutt’oggi notevolmente e ampiamente venerate e oggetto d’intensi studi. Ne è un esempio emblematico Chiara d’Assisi (1193-94-1253), la cui Regola, improntata a vita claustrale unita all’assoluta povertà e ad un forte sentimento di comunità, è attualmente in pieno vigore. Il loro vivere ritirate dal mondo, in una di- mensione di contemplazione e preghiera, non significa che ne siano avulse; pronte ad ascoltare i tanti problemi dei fedeli, elargiscono aiuto a chi si rivolge loro per necessità concrete proprio come la loro grande fondatrice: la spiritualità si fonde con la carità.

Le sante umbre che fiorirono nel cuore del Medioevo sono un ventaglio rappresentativo delle varie forme di vita religiosa che animarono quei secoli (XIII-XV): monache, come la già menzionata Chiara d’Assisi; Chiara da Mon- tefalco (1268-1308) che da penitente- reclusa dette poi vita ad una comunità monastica con regola di sant’ Agostino; Rita da Cascia (1381-1457), madre di famiglia, vedova anch’essa poi monaca agostiniana; penitenti-terziarie furono Angela da Foligno (1248-1309) terziaria francescana, Vanna da Or- vieto (1264ca-1306), terziaria domenicana; Colomba da Rieti (1467-1501), terziaria domenicana che dette vita ad una comunità di stile intermedio tra la clausura monastica e la vita attiva; Veronica Giuliani (1660-1727), mona- ca cappuccina; tutte intensamente mistiche, dotate di visioni, di estasi, di rapimenti; alcune hanno scritto e narrato le loro esperienze così Angela da Foligno nel suo Liber, Veronica Giuliani nel suo Diario; di altre parlano i loro biografi; tutte sono appassionate dell’amore di Dio, di Gesù in particolare, immerse in una dimensione cristocentrica e passiocentrica al punto di rice- vere sul loro corpo segni della Passione; volutamente perse in un mare di sofferenze per riparare ai peccati e per assimilarsi al Cristo passionato.

Cosa possono dire queste donne al nostro mondo così lontano da certe sen- sibilità religioso-spirituali? Richiamano alla fede ed al Divino, indicano la via per unirsi a Dio-Uno e Trino, via che passa per la sofferenza unendo amore per Dio e per il prossimo con spirito di carità.

Tutte sono pronte a soccorrere in vario modo il mondo che le circonda, a in- tervenire in momenti di difficoltà: Chiara d’Assisi libera la città dalla minaccia dei Saraceni; Colomba salva la città dalla peste; tutti ricorrono a Chiara da Montefalco e i molteplici racconti di miracoli sono il segno di una umanità sempre bisognosa cui si risponde sovvenendo.

Sono maestre di fede, a loro modo “teologhe” che espongono il loro pen- siero e la loro riflessione, frutto dell’esperienza mistica di cui fruivano, nel pieno rispetto della dottrina cristiano-cattolica; Chiara da Montefalco, ad esempio, è qualificata zelatrice della cattolica fede per essersi opposta alla corrente del Libero Spirito. La loro vita mistico-contemplativa non è disunita dal lavoro e dall’attenzione per il prossimo sia in termini di preghiere che di aiuto concreto-materiale.

GIOVANNA CASAGRANDE

Benedetto e Francesco

Risanare lo spaesamento, guardando a Benedetto e Francesco

Sentirsi a casa è una espressione comune. Tutti ab- biamo l’intuizione di cosa essa significhi. La prima sensazione del non sentirsi a casa consiste nel sen- tirsi spaesati. Che cosa significa la parola “spaesa- mento”? Significa non avere un paese e dunque non avere un paesaggio. Lo spaesato è colui che si sente disorientato, senza punti di riferimento e d’orienta- mento, in un contesto non congeniale. Uno spaesato non sa dove sia e non sa dove andare: sa andare ma non sa dove. Lo spaesamento può tradursi anche in disagio. Siamo a disagio quando non ci armonizzia- mo con il contesto (di relazioni o di ambiente) in cui siamo e non riusciamo dunque a collocarci dentro di esso. Oggi, nel XXI secolo, fronteggiamo una crisi – simile e dissimile – a quelle del VI e XIII secolo.

II disfacimento delle strutture organizzative insieme alla grave e generale crisi demografica mettono l’uo- mo del VI secolo in una situazione di particolare de- bolezza. Tutto si inselvatichisce: le foreste, i monti, i rapporti, tutto. Le vecchie strade romane si deterio- rano; l’insicurezza cresce, le scorribande di barbari e malviventi imperversano. Epoca di grandi migrazio- ni di popoli, dove intere popolazioni si spostavano dalle tradizionali zone di insediamento dell’Europa centrale e orientale verso sud e verso occidente.

L’avventura di san Benedetto (+ 547) si inserisce – provvidenzialmente e magistralmente – a cavallo di un mondo che crolla in macerie e uno che tarda a nascere, nelle doglie del parto. Monasteri come Montecassino diventano fari di luce in un mondo buio, isole e culle di civiltà, assediate da un mondo in mutamento. I monaci bonificano valli e paludi, e ridanno un volto rinnovato, vigoroso e fresco al misu- rarsi monastico con un territorio ormai rinato attorno alla immensa rete interconnessa delle abbazie, ridi- ventato fecondo e creativo.
Coltura e cultura si sviluppano all’interno e attorno i monasteri: l’edificazione di tantissimi paesi e di tan- tissimi villaggi attorno ai monasteri era diretta a dare all’uomo smarrito e sbandato, un asilo, una sicurez- za, un laboratorio di civiltà, una spinta di nuova cre- atività.

San Francesco (+1226) prediligerà luoghi piccoli e semplici, nella periferia dei borghi, per vivere evan- gelicamente una vita fraterna in mezzo ai poveri cri- sti, intessendo legami di fraternità e di servizio. Ma pochi anni dopo, invierà i suoi frati anche alle città universitarie per conquistare professori, studenti e popolo, e ritessere con una predicazione vivace e accessibile la vita ecclesiale facilmente sfilacciata e tarlata dalle ideologie manichee, depressive e de- primenti, e dall’avidità del profitto, diffuse un po’ ovunque. I conventi urbani dei frati si inseriranno pro- gressivamente nel tessuto spirituale, sociale, intellet- tuale e politico cambiato, nell’era dei comuni e nel sorgere della borghesia e nel diffondersi dell’usura e dello sfruttamento degli sprotetti, impegnandosi attivamente per la giustizia e la pace sociale.

Benedetto, Francesco e i loro figli hanno risposto creativamente ai nuovi bisogni. Non possiamo fare altrettanto?

GUGLIELMO SPIRITO, OFM Conv

Collaborare, sempre

La lunga e straordinaria storia della collaborazione tre le Diocesi Umbre

Questo convegno si inserisce in una lunga storia di collaborazione pastorale tra le diocesi umbre iniziata ben prima che fossero istituite le Conferenze episcopali regio- nali. Il primo incontro ecclesiale regionale ebbe luogo in Assisi nel 1952, non molto dopo le elezioni politiche generali del 1948 nelle quali l’Umbria, terra di santi e di una religiosità popolare vivacissima, con tanti conventi e monasteri, aveva votato invece, malgrado la scomunica, per il Partito comunista. Sollecitati dal Papa i Vescovi del- le 16 diocesi che allora componevano la regione, presero l’iniziativa e indissero un convegno cui parteciparono tutte le componenti del popolo di Dio. “Nella sostanza, al convegno si trattò di una disamina generale sulla situazione socio-economica-poli- tica e della qualità della religiosità della popolazione umbra in ordine al rapporto tra fede e vita vissuta. Fu – racconta su La Voce Nicola Molé, al tempo delegato regionale dell’Azione Cattolica – un incontro splendido e partecipato, della durata di due giorni pieni”. Fu coniato uno slogan conclusivo e riassuntivo molto significativo: occorreva far di più “pane e catechismo”. E fra le tante cose decise ci fu la nascita de La Voce come settimanale unico per le diocesi umbre.

Da allora la collaborazione non si è mai interrotta. Nel 1976 con il primo Convegno ecclesiale nazionale in Italia, Evangelizzazione e promozione umana preparato con un Convegno ecclesiale regionale in Assisi, i Vescovi umbri decisero di dare impulso al coordinamento regionale dell’azione pastorale: iniziò la serie delle Assemblee regio- nali e fu creato un nuovo organismo pastorale detto Crup, Centro regionale umbro di pastorale. Nel 1978 dal convegno su La Chiesa in Umbria per la promozione umana (parteciparono 126 preti e religiosi, 55 religiose, 284 laici) prese avvio il progetto Per una pastorale d’insieme in Umbria (1978-1981).Nel 1980, le diocesi umbre si ritro- varono sul tema Evangelizzazione con e per gli adulti, organizzato sempre dal Crup presso il Seminario di Assisi. Nel 1983 al convegno La Chiesa in Umbria e i problemi del lavoro, preparato e coordinato dall’Ufficio regionale per la pastorale sociale e del lavoro, parteciparono circa 200 persone. Nel 1984 il convegno dedicato al Rinnova- mento liturgico in Umbria a vent’anni dalla Sacrosanctun Concilium, registrò solo 165 partecipanti. Nel 1991 il convegno sul tema Evangelizzazione e testimonianza della carità in Umbria, promosso dalla Ceu e organizzato dal ricostituito Crup di cui direttore era mons. Vittorio Peri, registrò una buona partecipazione.

Nel 2001 al Lyrick Theatre di Assisi, il convegno dedicato ai giovani con il tema Per una nuova comunicazione della fede. Le Chiese dell’Umbria si inter- rogano e interpellano i giovani, segna una tappa significativa per la crescita della pastorale giovanile in Umbria e con circa 1.000 presenze registrate, è stato il Convegno regionale più partecipato. Nel 2008 il convengo regio- nale è dedicato al tema La famiglia, il futuro di tutti e l’organizzazione vede il coinvolgimento del Forum delle associazioni familiari dell’Umbria e dell’uf- ficio regionale per la Pastorale della famiglia. Numerosi sono stati i conve- gni regionali promossi dai diversi ambiti pastorali: le comunicazioni sociali (2008), la catechesi (2012 e 2017), la famiglia (2017 sulla Amoris Laetitia), la Caritas (2010), il Sovvenire (2019). Solo per citarne alcuni.

La collaborazione pastorale è stata accompagnata e sostenuta da tre realtà comuni: il Seminario regionale di Assisi, nato nel 1912 per la formazione dei seminaristi di liceo, filosofia e teologia lasciando alle singole diocesi la formazione dei giovani fino al ginnasio (oggi cura tutto il tempo di formazio- ne); il settimanale interdiocesano La Voce fondato nel 1953 per unire le forze nel campo della comunicazione: alcune diocesi rinunciarono al pro- prio giornale per convergere su un progetto che avrebbe reso un servizio a tutte le diocesi; l’Istituto Teologico di Assisi (fondato nell’ottobre 1971 dall’unione di due preesistenti istituti teologici: il Collegio teologico-mis- sionario Franciscanum dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, affiliato alla Pontificia Facoltà di Sacra Teologia “San Bonaventura”, in Roma, e l’Istituto di Teologia del Pontificio Seminario Regionale Umbro Pio XI, affiliato alla Fa- coltà di Sacra Teologia della Pontificia Università Lateranense, in Roma) nel quale si sono formati sacerdoti diocesani e religiosi, religiose, diaconi e an- che tanti laici, diventando così luogo di relazioni di amicizia e di comunione tra le diverse comunità ecclesiali della regione.

La prossima assemblea regionale è l’ultima tappa di un “convenire” delle comunità ecclesiali umbre che nei decenni ha contribuito a far crescere la comunione tra i fedeli e i pastori delle diocesi umbre.

 

Maria Rita Valli

Assemblea Ecclesiale Regionale delle Chiese dell’Umbria. L’Arcivescovo Renato Boccardo: «Sarà un momento di ascolto, di condivisione, di arricchimento vicendevole »

Le otto Chiese diocesane dell’Umbria celebreranno a Foligno, il 18 e 19 ottobre 2019, l’Assemblea ecclesiale regionale dal tema “Perché la nostra gioia sia piena (1 Gv 1,4): l’annuncio di Gesù Cristo nella terra umbra”. L’iniziativa è stata presentata alla stampa, a Perugia, dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Renato Boccardo. «Come Vescovi – ha detto – abbiamo più volte riflettuto su come rispondere all’appello che papa Francesco ci ha lanciato al convegno di Firenze del 2015 sulla necessità di attuare la sinodalità per guardare al presente con discernimento, al futuro con fiducia, osando il cambiamento».

Questa Assemblea si inserisce nel solco dei convegni regionali che le Chiese dell’Umbria più volte hanno celebrato negli anni ’70 e ’80. Il logo scelto per l’Assemblea è semplice e chiaro: il perimetro geografico dell’Umbria a significare il territorio, la sua storia, la sua gente; otto piccole chiese che quasi come un arcobaleno attraversano la cartina dell’Umbria a significare le otto Diocesi che incarnano la bellezza, la fecondità e la santità che vengono dal Vangelo; un rosone, così presente in tante chiese umbre, simbolo di Cristo che il suo Vangelo illumina la comunità cristiana (riunita in assemblea) e attrae gli uomini e le donne (che sono sulla piazza).

LA LETTERA DEI VESCOVI ALLA COMUNITA’ ECCLESIALE

Saranno circa 400 i delegati dalle Diocesi chiamati a confrontarsi su sette aspetti della vita della Chiesa: senso di appartenenza alla comunità, gli adulti e la fede, i giovani e la fede, gli affetti e la fede, il lavoro e la fede, le fragilità e la fede, il bene comune (politica e solidarietà) e la fede. Su questi temi nel periodo di Quaresima ogni singola Diocesi fotograferà la situazione attuale; nel tempo di Pasqua la segreteria organizzativa redigerà una sintesi che trasmetterà ai relatori della prima giornata dell’Assemblea, 18 ottobre, i quali faranno un’esposizione:Luca Diotallevi, docente di sociologia, dal punto di vista socio-religioso e mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara, dal punto di vista teologico-pastorale. I delegati nella seconda giornata, 19 ottobre, si divideranno in tavoli di lavoro per indicare la strada da percorrere su queste tematiche. Alle sessioni plenarieinterverranno persone significative dell’Umbria in diversi settori, anche non credenti.

L’INSTRUMENTUM LABORIS (download)

«È importante – sottolinea mons. Boccardo – ascoltare vari contributi, capire come è percepita la presenza della Chiesa nel tessuto regionale. Questo evento, sarà un momento di ascolto, di condivisione, di arricchimento vicendevole, convinti che le differenze non sono una minaccia per la nostra identità. Insomma, ci metteremo insieme senza pregiudizi, cercando di cogliere il bene e il bello che c’è in ciascuno, anche in chi non crede».

Sulle finalità dell’Assemblea l’arcivescovo di Spoleto è stato chiaro: «Non dobbiamo trovare le soluzioni a tutti i problemi; ci aspettiamo consolazione e conforto per prendere maggiore coscienza che il tesoro, ossia il Vangelo, che noi portiamo nella società può contribuire a rendere l’esistenza più buona e bella; ci aspettiamo una rinnovata passione per l’evangelizzazione, nei metodi e nelle modalità, provando a percorrere la strada del coraggio innovativo della quale Benedetto da Norcia e Francesco d’Assisi, nel loro tempo, furono precursori; l’Assemblea, poi, si rivolge non solo ai credenti, ma si colloca all’interno della vita della Regione e quindi siamo chiamati a dare il nostro contributo alla crescita del bene comune. Infine, questo momento sinodale non è un punto di arrivo, ma solo una tappa significativa del cammino della Chiesa in Umbria, a servizio delle donne e degli uomini delle nostre città, delle nostre valli, delle nostre contrade».

Allegato:
Libretto Assemblea Ecclesiale Umbra 2019.pdf

ANNO SCOLASTICO 2018/19: LETTERA APERTA A QUANTI SONO IMPEGNATI NEL MONDO DELLA SCUOLA IN UMBRIA

La Commissione Regionale per l’Educazione della Conferenza Episcopale Umbra come ogni anno esce per il 4 ottobre festa di San Francesco di Assisi con una lettera di augurio a quanti operano nel mondo della scuola. Questa lettera verrà consegnata alle scuole delle 8 diocesi umbre da parte della Commissione stessa per il tramite degli uffici scuola diocesani. Quest’anno il focus della commissione si è concentrato sui settanta anni della Costituzione Italiana, sul Sinodo sui giovani e sulle figure di insegnanti, a volte misconosciuti, e il cui lavoro non viene adeguatamente valorizzato ed apprezzato, che si impegnano specialmente nelle “periferie esistenziali”, come i quartieri difficili delle grandi città dove tanti ragazzi non frequentano la scuola o abbandonano presto gli studi. “Ci piace riassumere questi autentici “testimoni” nella figura di un “martire” della mafia: don Pino Puglisi. Sacerdote palermitano, insegnante di matematica e anche di religione nelle scuole della città, aveva capito che si potevano e dovevano coniugare,  per la crescita della persona, legalità e Vangelo e aveva promosso tutta una serie di iniziative per tenere vicino a sé i giovani, strapparli dalla strada e dalla delinquenza, e dare loro un futuro” (dalla lettera di inizio anno).
Ricordiamo che la Commissione Regionale per l’Educazione nella primavera scorsa ha organizzato i suoi incontri di formazione a cui hanno partecipato dirigenti, insegnanti, genitori, studenti, sacerdoti, religiosi, educatori.
Nell’anno passato ci siamo introdotti sulla questione dell’Alternanza Scuola Lavoro con un seminario di formazione su Giovani e Lavoro: un’utopia realizzabile – Riflessioni partendo dall’alternanza Scuola Lavoro, portato avanti da Silvia Cocchi, direttrice dell’Ufficio per la pastorale scolastica della Diocesi di Bologna, e Roberto Pellegatta, esperto formatore in sistemi e politiche scolastiche.
Anche nella primavera 2019 la Commissione Regionale per l’Educazione organizzerà nuovi incontri con nuove proposte di riflessione per la Scuola.
Annarita Caponera
Coordinatrice Commissione Regionale Educazione (CEU)
cresu@chiesainumbria.it
http://www.chiesainumbria.it/cresu/

Allegato:
LETTERA CRESU 2018.pdf

“Giovani e Lavoro: un’utopia realizzabile – Riflessioni partendo dall’alternanza Scuola Lavoro”. Seminario di formazione di formazione e aggiornamento aperto a tutte le componenti del mondo scolastico

La commissione regionale per l’educazione (educazione, scuola e università, insegnanti RC) organizza anche quest’anno un seminario di formazione per tutto il personale della scuola per le famiglie, per i dirigenti scolastici e per quanti hanno a cuore l’educazione delle giovani generazioni. Le tematiche come al solito sono molto interessanti e attuali per le politiche scolastiche. Quest’anno è la volta dell’alternanza scuola-lavoro all’Hotel Cenacolo il 20 aprile 2018 dalle ore 16:00 alle ore 19:00. Si rilascia attestato per chi lo chiede.

Allegato:
Il programma

ANNO SCOLASTICO 2017/18: LETTERA APERTA A QUANTI SONO IMPEGNATI NEL MONDO DELLA SCUOLA IN UMBRIA

La Commissione Regionale per l’Educazione della Conferenza Episcopale Umbra come ogni anno esce per il 4 ottobre festa di San Francesco di Assisi con una lettera di augurio a quanti operano nel mondo della scuola. Questa lettera verrà consegnata alle scuole delle 8 diocesi umbre da parte della Commissione stessa per il tramite degli uffici scuola diocesani. Quest’anno il focus della commissione si è concentrato sul Sinodo sui giovani affinché ci si possa interrogare su quelle che sono “le istanze più profonde del mondo giovanile per cogliere il potenziale di bene che esiste nel mondo giovanile anche oggi. La scuola infatti non può perseguire solo traguardi di tipo efficientistico e tecnicistico ma sempre deve ricordarsi dell’attenzione primaria alla persona e di favorire tutto quello che può portare alla scoperta e alla realizzazione di un progetto di vita valido e aperto al bene comune” (dalla lettera di inizio anno).

Ricordiamo che la Commissione Regionale per l’Educazione nella primavera scorsa ha organizzato i suoi incontri di formazione a cui hanno partecipato dirigenti, insegnanti, genitori, studenti, sacerdoti, religiosi, educatori.

Nell’anno passato ci siamo già introdotti sulla condizione giovani in Italia invitando la Dott.ssa Paola Bignardi, coordinatrice del Rapporto Giovani 2016 dell’Istituto Toniolo con una sua relazione su “Promossa ma potrebbe fare di più: come la generazione ‘mobile’ guarda alla scuola, allo studio e al lavoro”.

Anche nella primavera 2018 la Commissione Regionale per l’Educazione organizzerà nuovi incontri con nuove proposte di riflessione per la Scuola.

 

Annarita Caponera

Coordinatrice Commissione Regionale Educazione (CEU)

www.chiesainumbria.it/cresu
cresu@chiesainumbria.it

 

Allegato:
LetteraCresu2017.pdf

Incontro dei vescovi umbri con il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I in Turchia. Un dialogo fraterno sulle tematiche ecumeniche, sulla questione dei profughi e dell’accoglienza e con un pensiero alle popolazioni dell’Umbria colpite dal terremoto.

Il pellegrinaggio dei Vescovi umbri in Turchia, guidato dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, si è concluso nel segno dell’amicizia e fraternità e nel nome dei santi Benedetto da Norcia e Francesco di Assisi, nell’incontro con il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, il 7 luglio, nella giornata in cui si ricorda il 45° anniversario della morte del patriarca ecumenico Atenagora.

Nella chiesa ortodossa di Santa Ciriaca a Istanbul, i presuli hanno assistito alla divina liturgia nel rito bizantino, al termine della quale il patriarca ecumenico ha rivolto un saluto  alla delegazione umbra, ricordando la sua recente visita ad Assisi e Perugia ed esprimendo vicinanza per le popolazioni colpite dal terremoto.  

Bartolomeo I alla delegazione dei Vescovi umbri: «Anche se avessimo tutte le possibilità economiche del mondo, ma dimenticassimo la preghiera saremmo come un corpo senza l’anima».

«Nel nome dei santi umbri, Benedetto da Norcia e Francesco di Assisi, dal cuore antico dell’Italia siamo latori di un messaggio e di un anelito di pace e di bene», ha detto il patriarca rivolgendosi alla delegazione umbra. Ha poi parlato dei gravi problemi e delle sfide che il mondo contemporaneo pone come le migrazioni e l’accoglienza dei profughi: «Come  cristiani infatti non possiamo tacere di fronte alle ingiustizie del mondo, agli sconvolgimenti epocali di questi anni, con la immane tragedia della migrazione di popoli, che sfuggono ad una economia egoistica e che priva troppi esseri umani delle più elementari necessità e della dignità di essere tutti icone di Dio. Ma insieme dobbiamo affrontare l’accoglienza, che a sua volta provoca difficoltà e diffidenze in altri popoli, che troppe volte si trovano soli ad affrontare tali flussi di uomini, donne, bambini, anziani, con poche risorse, privi di una visone a lungo termine per trovare soluzioni soddisfacenti per tutti». Ed un pensiero particolare il patriarca lo ha rivolto ai cristiani del Medio Oriente che fuggono dalla guerra e dalle discriminazioni razziali e religiose «costretti a lasciare la culla del cristianesimo e della Chiesa dei primi secoli, e che spesso si sentono abbandonati dai propri fratelli dei Paesi cosiddetti “cristiani”. E’ così necessaria quella arma potente che è la preghiera. Anche se avessimo tutte le possibilità economiche del mondo, ma dimenticassimo la preghiera saremmo come un corpo senza l’anima», ha concluso Bartolomeo I.

 

Il saluto e il ringraziamento del cardinale Bassetti a Bartolomeo I.

Il cardinale Bassetti, ringraziando sentitamente per l’accoglienza e la vicinanza spirituale, ha ricordato le grandi figure di pastori Paolo VI e Atenagora, che a metà del secolo scorso hanno avviato il cammino della stagione ecumenica e superando antichi ostacoli, hanno voluto intraprendere con coraggio il cammino della riconciliazione, rendendo manifesto l’amore che deve unire i cristiani. «Alla scuola di questi grandi padri nella fede, ci impegniamo a progredire nel dialogo della carità e preghiamo ardentemente affinché ci sia dato un giorno non lontano di comunicarci insieme al Sacro Calice», ha detto il cardinale Bassetti che ha poi condiviso la preoccupazione espressa dal patriarca per la questione dei profughi. «Un dramma di tante persone che bussano alle porte dell’Europa – ha evidenziato il porporato – per il quale è costante l’impegno delle Chiese che sono in Italia per una loro accoglienza dignitosa e sicura».

Il cardinale ha ringraziato il patriarca per il pensiero di vicinanza e solidarietà rivolto alle persone della terra umbra colpite dal terremoto, condividendo l’esortazione per una rapida ricostruzione di quei luoghi pieni di cultura e di bellezze naturali. 

 

L’incontro conclusivo della visita a Bartolomeo I presso il Patriarcato ortodosso di Faner.

Un secondo momento celebrativo si è tenuto nel cimitero del monastero di Balikli, luogo di sepoltura del patriarca di Costantinopoli Atenagora e di altri arcivescovi. L’incontro si è concluso presso il Patriarcato ortodosso di Faner per i saluti finali e l’impegno a proseguire sulla via dell’ecumenismo e della fraternità tracciata in questi anni dai numerosi incontri e occasioni di dialogo tra le Chiese greco ortodossa e romana, coronata da numerosi incontri tra il patriarca Bartolomeo  I e papa Francesco, che hanno dato impulso alla riflessione teologica e sottoscritto numerose dichiarazioni comuni. 

 

Nella cattedrale di San Giorgio al Faner si è pregato per i cristiani perseguitati e per l’unità pan-cristiana.

La Visita del Vescovi umbri si è conclusa con una preghiera comune nella cattedrale di San Giorgio al Faner, nel ricordo dei tanti fedeli cristiani che in varie parti del mondo, ma soprattutto in Medio Oriente continuano a dare la propria vita nel segno della comune fede in Cristo. «Pur nel progressivo isolamento e nella riduzione della sua influenza e la povertà dei suoi mezzi e dei cristiani nella stessa città di Costantino – ha concluso il patriarca – non ha mai fatto venir meno la sua fede e la speranza, ma promuovendo iniziative per ricercare la unità pan-cristiana, continuando nella strada del moderno movimento Ecumenico». 

 

La carità dei francescani di Istanbul per tutti, cristiani e non cristiani, credenti e non credenti.

Ad Istanbul i Vescovi hanno incontrato la comunità cattolica nella chiesa di Sant’Antonio, nel centro della città, retta dai frati minori conventuali che ogni giorno celebrano due messe una in lingua italiana e una in turco. Nei giorni festivi vengono celebrate le messe anche in inglese e polacco per le persone di diverse nazionalità comprendenti anche nigeriani, africani di vari Paesi, filippini. E’ la più importante parrocchia delle 13 che costituiscono il vicariato apostolico di Istanbul che conta 15mila cattolici. Ad essi si aggiunge la presenza di cattolici di rito armeno, siriano e caldeo. La chiesa di Sant’Antonio è la più conosciuta della Turchia, costruita dal 1906 dai frati minori conventuali è frequentata non solo da cattolici, ma accoglie anche persone di altre religioni sia  ebrei che musulmani che chiedono ascolto, preghiere, benedizioni. «I rapporti sono buoni e c’è un dialogo continuo e pacifico con tutti – ha spiegato padre Antonio Baulai – con persone che sono credenti e con tanti altri che sono amici n.on credenti. Abbiamo tanti poveri da aiutare, per i quali vengono raccolti pane e altri alimenti, vestiti e che poi vengono distribuiti in chiesa ogni volta a circa 50 persone».

“Promossa ma potrebbe fare di più: come la generazione ‘mobile’ guarda alla scuola, allo studio e al lavoro”. Incontro di formazione e aggiornamento aperto a tutte le componenti del mondo scolastico

La Commissione Regionale per l’Educazione della Conferenza Episcopale Umbra, presieduta da Mons. Domenico Sorrentino, propone un incontro di formazione e aggiornamento aperto a tutte le componenti del mondo scolastico e alle famiglie degli studenti con lo scopo di continuare la riflessione avviata l’anno scorso che aveva un duplice tema: il primo, sulla scorta dell’enciclica di Papa Francesco Laudato sii, il rispetto del creato non inteso in senso laicistico ma inteso in senso religioso come ambiente creato da Dio, luogo dove l’uomo e la donna possano vivere la propria vocazione in armonia con Dio e con tutte le creature; il secondo nell’anno santo della Misericordia volto ad elaborare percorsi di riconciliazione, di pace, di amicizia e di fraternità aperti ai credenti di tutte le religioni come pure ai non credenti.

Quest’anno abbiamo messo a tema la ricerca svolta dall’istituto Toniolo con i dati raccolti dall’Ipsos sul rapporto che i giovani hanno con la scuola, lo studio e il lavoro. Per questo motivo venerdì 7 aprile 2017 alle ore 16:30 nella sede dell’Hotel Cenacolo (Viale Patrono d’Italia, 70 – 06081 Assisi – Santa Maria degli Angeli) avremo con noi la dott.ssa Paola Bignardi, già presidente nazionale AC e coordinatrice del Rapporto Giovani 2016 dell’Istituto Toniolo “La condizione giovanile in Italia” (Il Mulino, 2016), che illustrerà la tematica: “Promossa ma potrebbe fare di più: come la generazione ‘mobile’ guarda alla scuola, allo studio e al lavoro”.

Il convegno di Assisi è un’occasione importante di riflessione aperta a tutta la regione in cui cercheremo di rispondere alle seguenti domande: “Chi e cosa orienta le scelte dei ragazzi quando si tratta di individuare la tappa successiva?”, “Che rapporto hanno i giovani con l’ambiente scolastico e con i propri compagni?”, “Che valore ha la formazione agli occhi delle giovani generazioni?”.

In considerazione del fatto che la valorizzazione del capitale umano costituisce un fattore determinante per lo sviluppo di ogni società, ecco perché il tema della scuola – e della formazione in generale – rappresenta uno dei capisaldi da cui non si può prescindere. E per rispondere alle suddette domande occorre partire dal fatto che la scuola va osservata sotto una doppia luce, sia come istituzione formativa – dunque come luogo deputato a trasmettere ai ragazzi un patrimonio di conoscenze – e sia come ambiente educativo, all’interno del quale si impara a convivere e a muoversi all’interno di una comunità.

Auspico che tutte le diocesi dell’Umbria facciano in modo che numerosi loro rappresentanti del mondo della scuola partecipino anche perché non è sempre possibile nella nostra regione avere tanti momenti qualificati a questo livello.

Annarita Caponera

Coordinatrice Commissione Regionale Educazione (CEU)

Allegato:
invito cresu_7aprile2017.pdf